Assegno unico, perché è importante fare la domanda prima del 30 giugno

Caterina Gastaldi

9 Giugno 2022 - 09:43

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C’è ancora tempo fino al 30 giugno per richiedere l’assegno unico universale e ricevere anche gli arretrati: ecco come fare e cosa cambierà dopo.

Assegno unico, perché è importante fare la domanda prima del 30 giugno

L’assegno unico universale, nuovo sostegno alle famiglie varato a gennaio 2022 che comprende al suo interno diversi altri sussidi, entrerà in una nuova fase a partire dal 30 giugno 2022.

Infatti, se fino a quella data è possibile richiederlo ricevendo anche gli arretrati, a partire dal 30 giugno l’assegno diventerà solo mensile, e non si avrà più questa possibilità.

Vediamo di seguito cosa cambia nello specifico dopo il 30 giugno e chi può richiedere gli arretrati prima della scadenza prefissata.

Assegno unico: cosa cambia dopo il 30 giugno per gli arretrati

L’assegno unico universale unifica al suo interno gli assegni familiari, bonus vari, e detrazioni Irpef, ed è stato reso disponibile a partire dal 1° marzo 2022. Viene erogato dall’Inps tramite domanda, e ha validità annuale. Tuttavia, a seconda del periodo in cui vengono inviate le domande, si ha accesso a due diverse opzioni:

  • le persone le cui domande sono inviate tra gennaio e febbraio 2022 hanno ricevuto i pagamenti a partire dalla seconda metà marzo;
  • le persone che hanno inviato le domande da marzo in poi, invece, hanno ricevuto i pagamenti a partire dalla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Tuttavia coloro che, pur avendo presentato la domanda dopo marzo 2022, decidessero di richiedere l’assegno unico universale entro il 30 giugno, hanno diritto di accedere anche al pagamento dei mesi arretrati.

Quindi fino alla fine del mese di giugno si può accedere anche al pagamento dei mesi precedenti, per marzo, aprile, e maggio, mentre una volta scoccato il 1° luglio questa possibilità non sarà più disponibile e il pagamento diventerà solo mensile.

30 giugno, scadenza anche per il conguaglio

Della data del 30 giugno devono tenere conto anche coloro che, pur avendo già inviato la domanda per l’assegno unico, hanno deciso di ritardare l’invio dell’Isee, accedendo così al compenso minimo base previsto dall’assegno unico universale.

Infatti è necessario consegnare un’attestazione Isee in corso di validità per poter calcolare l’importo dell’assegno. Nel caso in cui non se ne fosse in possesso è possibile richiederlo, ma verrà riconosciuto solo l’importo minimo, ovvero 50 euro mensili per figli minori, e 25 euro mensili per figli fino a 21 anni.

Si può consegnare l’Isee in corso di validità in seguito alla domanda, quindi in un secondo momento, tuttavia in questo caso:

  • fino al 30 giugno 2022 chi consegna un Isee valido vedrà accreditato anche un conguaglio, ricevendo così gli arretrati mancanti;
  • a partire dal 1° luglio l’assegno verrà ricalcolato in base all’Isee ricevuto, ma si perderà la possibilità di accedere agli arretrati dei mesi pregressi.

Si può quindi considerare il 30 giugno come una data spartiacque che, una volta superata, segnerà l’inizio di una nuova fase per l’assegno unico.

Chi può richiedere l’assegno unico

L’assegno unico è richiedibile da qualsiasi nucleo familiare con dei figli a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza. Non ha limiti Isee, poiché è universale, ma al raggiungimento dei 40.000 euro di Isee si avrà accesso ai limiti minimi, ovvero 50 euro per i figli minori e 25 per quelli sotto i 21 anni.

A poter ricevere l’importo massimo invece sono quei nuclei familiari con un Isee inferiore ai 15.000 euro. Esistono inoltre maggiorazioni e variazioni, dovute a diversi fattori, come la presenza di più figli, figli non autosufficienti, o madri sotto i 21 anni di età.

È inoltre importante ricordare che il reddito di cittadinanza non esclude dal diritto di accesso all’assegno unico, dove però verrà sottratta la quota spettante al figlio minore.

Anche le famiglie di stranieri extracomunitari possono richiedere questo sostegno, a patto che:

  • paghino le tasse in Italia;
  • siano domiciliate in Italia;
  • chi fa richiesta e il minore siano residenti in Italia;
  • siano residenti in Italia da due anni (anche non continuativi), oppure abbiano sottoscritto un contratto di lavoro indeterminato, o determinato della durata di almeno sei mesi.

Come si fa a richiedere l’assegno unico universale

Per poter fare la domanda per l’assegno è necessario essere in possesso di un’identità digitale certificata, ovvero:

  • codice Spid;
  • credenziali Cie;
  • altre credenziali Cns.

Queste servono per poter accedere alla sezione dedicata del sito dell’Inps, dove inserire i dati richiesti e l’attestazione Isee necessaria per il calcolo dell’importo mensile. Attraverso il portale è anche possibile modificare la domanda, quindi aggiungere l’attestazione Isee mancante, visualizzare i pagamenti, e segnalare eventuali anomalie.

I pagamenti vengono corrisposti a partire dal mese successivo a quello della domanda ed è possibile riceverli attraverso uno dei tre seguenti metodi:

  • sportelli postali del territorio italiano, attraverso la consegna in contanti;
  • accredito sulla carta RdC delle Poste per i nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza;
  • conto corrente in possesso di Iban, quindi bancario, postale, carta di credito o debito (se dotata di Iban), e libretto di risparmio, sempre se provvisto di Iban.

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