Assegno unico in gravidanza: importi, regole e novità sulla domanda

Simone Micocci

10 Gennaio 2022 - 14:30

L’assegno unico decorre dal 7° mese di gravidanza: ma quando fare la domanda? L’INPS fa chiarezza sugli ultimi dubbi a riguardo.

Assegno unico in gravidanza: importi, regole e novità sulla domanda

L’assegno unico per i figli che debutta da marzo 2022 spetta anche ai figli non ancora nati: a differenza della misura ponte introdotta nella fase transitoria luglio/dicembre 2021, questo decorre infatti dal 7° mese di gravidanza.

Con questa mossa l’INPS risolve in parte il problema causato dall’addio al bonus nascita di 800,00€, misura che appunto si poteva richiedere (e si può ancora presentare domanda per gli eventi che si sono verificati entro il 31 dicembre 2021) a partire dal 7° mese di gravidanza (che deve essere completato, quindi appena si entra nell’ottavo mese). Anche l’assegno unico per i figli a carico spetta quindi dal 7° mese di gravidanza, ma ci sono comunque delle precisazioni da fare a riguardo, sia per quel che interessa la domanda che per le modalità di pagamento.

Assegno unico in gravidanza: come funziona

L’assegno unico per figli a carico ha un importo che va da 175,00€ ai 50,00€ per i figli minorenni. Questo importo viene riconosciuto però anche per i figli non ancora nati, purché la mamma sia entrata nell’8° mese di gravidanza, avendo quindi completato il 7°.

Tuttavia, guardando alla procedura online per la domanda dell’assegno unico per i figli ci era già sorto un dubbio: per indicare il figlio per il quale si richiede la prestazione, infatti, bisogna specificarne il codice fiscale e ciò dunque ne impedisce la domanda a chi è in gravidanza. Chi ha pensato inizialmente a un errore da parte dell’INPS deve ricredersi: è l’Istituto stesso che nelle FAQ pubblicate in queste ore ha fatto chiarezza a riguardo, specificando le tempistiche per la domanda per i figli non ancora nati.

Assegno unico in gravidanza: domanda e pagamento

L’assegno unico decorre quindi dal 7° mese di gravidanza (completato), tuttavia il primo pagamento arriverà solamente dopo la nascita del bambino. Come spiegato dall’INPS, infatti, le famiglie che aspettano un figlio dovranno comunque aspettare la nascita dello stesso prima di presentare domanda.

Questo significa, ad esempio, che a differenza di quanto succedeva per il premio nascita di 800€ - riconosciuto indipendentemente dal buon esito della gravidanza - l’assegno unico decorre sì dal settimo mese ma solo nel caso in cui il figlio dovesse effettivamente nascere.

Dopo la nascita del bambino, e solo una volta ottenuto il codice fiscale dello stesso, si potrà andare sul sito dell’INPS e presentare nuova domanda - o comunque modificare quella già esistente - così da avere diritto alla prestazione.

Di conseguenza, con il primo pagamento della mensilità saranno riconosciuti anche gli arretrati, partendo dunque dal 7° mese di gravidanza al mese in cui si fa richiesta.

Assegno unico per nuovi nati: cosa fare?

Bisogna distinguere la domanda per coloro che lo richiedono per il primo figlio da coloro che invece ne hanno già altri e su di loro fruiscono dell’assegno unico.

Nel primo caso, infatti, alla nascita del primogenito bisognerà presentare una nuova domanda di assegno unico, il quale appunto decorre dal 7° mese di gravidanza. Ricordiamo che prima della domanda è sempre consigliato presentare l’ISEE (nel quale deve essere indicato il nuovo nato) così da avere diritto a un assegno unico d’importo più elevato rispetto al minimo di 50,00€.

Diverso il discorso per le nuove nascite in corso di fruizione dell’assegno, ossia per chi ha già altri figli e su di questi percepisce della prestazione. Nel dettaglio, alla nascita del figlio questi dovranno modificare la domanda di assegno unico già esistente, semplicemente aggiungendo i dati riferiti all’ultimo arrivato, codice fiscale compreso. La modifica va effettuata entro 120 giorni dalla nascita, ma solo dopo aver rinnovato l’ISEE.

Anche il nuovo nato, infatti, andrà indicato dall’ISEE e quindi sarà necessario prima presentare una nuova DSU e solo successivamente apportare la modifica alla domanda di assegno unico.

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