Assegno unico universale, da gennaio aumenta. Ecco gli importi attesi a gennaio prossimo.
Anche a gennaio 2026, come già accaduto negli ultimi anni, l’importo dell’Assegno unico per figli a carico sarà rivalutato, e quindi aumentato, per effetto dell’inflazione.
Questo meccanismo, introdotto per mantenere inalterato il potere d’acquisto delle famiglie, prevede che gli importi dell’Assegno unico - insieme alle soglie Isee utilizzate per il calcolo - vengano aggiornati in base all’aumento medio dei prezzi accertato dall’Istat.
Dopo gli incrementi rilevanti registrati tra il 2023 e il 2024, determinati dall’alta inflazione post-pandemia, nel 2026 l’aumento sarà più contenuto. Il Documento programmatico di finanza pubblica stima infatti per il 2025 un tasso d’inflazione dell’1,6%, percentuale che sarà applicata al valore dell’Assegno unico e ai relativi limiti di reddito.
In altre parole, dal prossimo gennaio l’Assegno unico crescerà ancora: più soldi, merito anche della revisione delle soglie Isee di riferimento. Senza dimenticare poi che altre novità potrebbero arrivare per effetto della riforma dell’Isee, con ulteriori aumenti previsti.
Assegno unico, i nuovi limiti Isee da gennaio 2026
Quindi, come ogni anno, anche nel 2026 gli importi dell’Assegno unico e le soglie Isee utilizzate per il calcolo verranno adeguati al costo della vita, prendendo come riferimento il tasso d’inflazione accertato dall’Istat per il 2025.
Questo aggiornamento riguarda tutti i valori della misura: non solo gli importi base e le maggiorazioni, ma anche le soglie Isee che determinano la fascia di spettanza dell’assegno. Trattandosi di una misura «universale», infatti, l’Assegno unico spetta a tutti indipendentemente dall’Isee, ma la condizione economica è comunque determinante per quantificare quanto spetta.
Oggi la soglia Isee da non superare per avere diritto al massimo dell’importo è pari a 17.227,33 euro. Con l’incremento stimato dell’1,6%, dal prossimo gennaio salirà a circa 17.503,97 euro.
Allo stesso modo, cresce anche la soglia oltre la quale spetta l’importo minimo, che passerà da 45.595,02 euro a 46.322,54 euro.
Un aumento lieve, di poco superiore ai 270 euro nel primo caso e ai 700 euro nel secondo, che tuttavia permette di ampliare la platea di coloro che beneficiano del massimo dell’importo, nonché di preservare il valore reale dell’Assegno unico in un contesto economico in cui l’inflazione si è ormai stabilizzata sotto la soglia di controllo del 2%.
Assegno unico, ecco come cambiano gli importi nel 2026
Una volta chiarite le nuove soglie di riferimento, è possibile calcolare gli importi aggiornati dell’Assegno unico per il 2026.
La quota base, che oggi va da un massimo di 201 euro a un minimo di circa 59 euro, crescerà lievemente in virtù della rivalutazione all’1,6%. Dal prossimo gennaio, quindi, l’importo massimo dovrebbe salire a 204,22 euro, mentre quello minimo raggiungerà 60,15 euro.
Si tratta, anche in questo caso, di un adeguamento modesto ma significativo, poiché garantisce la continuità del potere d’acquisto delle famiglie, in un momento in cui la dinamica dei prezzi appare sotto controllo.
Naturalmente, la rivalutazione interesserà anche le maggiorazioni previste per particolari categorie di beneficiari:
- Figli con disabilità: per i non autosufficienti si passa da 120,6 a 122,53 euro, per la disabilità grave da 109,1 a 110,85 euro, e per la disabilità media da 97,7 a 99,26 euro.
- Figli successivi al secondo: l’importo massimo salirà anch’esso da 97,7 a 99,26 euro.
- Mamme under 21: la maggiorazione passerà da 23,0 a 23,37 euro.
- Genitori entrambi lavoratori (secondo percettore di reddito): l’importo massimo crescerà da 34,4 a 34,95 euro.
Infine, anche l’Assegno unico per i figli maggiorenni, oggi compreso tra 97,7 e 30 euro circa, beneficerà dell’aumento, passando a valori compresi tra 99,26 e 30,48 euro.
Quindi, dal prossimo anno le famiglie riceveranno qualche euro in più ogni mese, ma soprattutto potranno contare su una misura che si adatta automaticamente al costo della vita. Un equilibrio che consente allo Stato di contenere la spesa pubblica, senza penalizzare le famiglie e senza compromettere l’obiettivo di fondo dell’Assegno unico: sostenere la natalità e accompagnare i genitori lungo tutto il percorso di crescita dei figli.
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