Assegno unico, quali sono le date di pagamento di novembre? Ecco il calendario aggiornato in attesa delle novità Isee.
Con l’inizio di un nuovo mese, le famiglie - come di consueto - si interrogano sulle date dei pagamenti dei vari sostegni economici, tra cui spicca naturalmente l’Assegno unico universale riconosciuto per figli a carico.
Si tratta di una misura che non viene modificata dalla manovra, anche se le novità introdotte in materia di Isee avranno effetti indiretti sull’importo riconosciuto. Gli importi dell’Assegno unico, infatti, dipendono dalla situazione economica certificata dall’indicatore: più l’Isee è basso, più l’importo cresce. Di conseguenza, grazie a un Isee più favorevole, ottenuto attraverso la revisione della scala di equivalenza e l’ampliamento delle detrazioni sulla prima casa, molte famiglie potrebbero beneficiare di un incremento dell’Assegno unico già dal prossimo anno. A ciò si aggiungerà anche la consueta rivalutazione degli importi legata all’aumento del costo della vita.
Nel frattempo, per il futuro più immediato, l’attenzione è rivolta al pagamento di novembre: l’Inps manterrà il consueto calendario, senza variazioni, poiché non vi sono festività in grado di modificarne la tempistica.
Quando arriva l’Assegno unico a novembre 2025
Anche per il mese di novembre 2025 l’Assegno unico universale arriverà regolarmente, senza particolari variazioni rispetto al calendario abituale stabilito dall’Inps.
Il primo giorno utile per l’accredito sarà giovedì 20 novembre, data in cui inizieranno i versamenti per i nuclei familiari che non hanno subito modifiche nei mesi precedenti. Non essendoci festività nazionali o ponti a ridosso di tale data, il calendario di pagamento non subirà alcuno slittamento: ciò significa che gli accrediti si svolgeranno in modo regolare.
Come di consueto, i pagamenti proseguiranno per due o tre giorni consecutivi, completandosi indicativamente tra il 20 e il 22 novembre. Le tempistiche possono comunque variare leggermente a seconda dell’istituto bancario o del canale di pagamento utilizzato (conto corrente, bonifico domiciliato o carta prepagata).
Per i nuclei che hanno recentemente aggiornato l’Isee, comunicato la nascita di un figlio o modificato la composizione familiare, l’erogazione potrebbe subire un lieve ritardo: in questi casi l’Inps effettua controlli aggiuntivi, con accrediti che di solito arrivano nella settimana successiva, tra il 26 e il 28 novembre.
Cosa cambia da gennaio 2026 per l’Assegno unico
Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità che incideranno direttamente sull’importo dell’Assegno unico universale, grazie sia alla riforma dell’Isee prevista dalla legge di Bilancio 2026, sia alla rivalutazione automatica della misura in base all’inflazione.
L’obiettivo della manovra è rendere l’indicatore Isee più equo e flessibile, ampliando la platea di famiglie che potranno beneficiare dei bonus statali.
Per farlo, viene introdotta l’esclusione parziale della prima casa dal calcolo dell’indicatore, fino a un valore catastale di 91.500 euro, con una soglia che potrà crescere di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. Parallelamente viene rafforzata la scala di equivalenza, che assegnerà un peso maggiore ai nuclei familiari con più figli.
Tutti questi interventi andranno a ridurre il valore dell’Isee per molte famiglie, con l’effetto di far aumentare l’importo dell’Assegno unico e degli altri sostegni legati a questo indicatore.
A gennaio 2026, inoltre, gli importi dell’Assegno unico saranno automaticamente rivalutati del 1,6%, secondo la stima d’inflazione indicata nel Documento programmatico di finanza pubblica. Ciò significa che non solo gli importi mensili, ma anche le soglie Isee utilizzate per il calcolo saranno adeguate al costo della vita. In particolare, la soglia per ottenere l’importo massimo salirà da 17.227,33 a circa 17.503,97 euro, mentre quella oltre la quale spetta il minimo passerà da 45.595,02 a 46.322,54 euro.
Di conseguenza, la quota base dell’Assegno unico crescerà lievemente: l’importo massimo dovrebbe passare da 201 a 204,22 euro per figlio, mentre il minimo salirà da 59 a 60,15 euro . Aumenti proporzionali riguarderanno anche tutte le maggiorazioni previste per i figli disabili, per i nuclei con più figli, per le madri under 21 e per i genitori entrambi lavoratori, oltre che per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni.
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