Assegno di ricollocazione: fuori 200 mila disoccupati

Irene Mancuso

2 Ottobre 2017 - 10:00

Fa parlare l’assegno di ricollocazione al Festival del Lavoro in questi giorni a Torino. Insorgono nuove problematiche al riguardo.

Assegno di ricollocazione: fuori 200 mila disoccupati

Assegno di ricollocazione: esito piuttosto negativo per circa 200 mila disoccupati che rischiano l’esclusione a causa dell’assenza di requisiti.
A darne l’annuncio l’Osservatorio dei Consulenti del Lavoro, che ha organizzato l’omonimo Festival a Torino.

In parallelo al G7, dedicato sempre al tema lavoro, il Festival porta con sé alcuni dubbi sulla figura dell’assegno di ricollocazione, trascinando dietro la Naspi.

Si tratta di argomenti cari al Governo, e ancor più agli stessi cittadini, che in assenza o in attesa di un lavoro, si affidano all’indennità di disoccupazione.

La Naspi, in teoria, dovrebbe garantire a chi lo richiede, l’assegno di ricollocazione, per affiancare ed aiutare il cittadino nella ricerca di un lavoro.

Fin dal primo momento però, della sua istituzione, l’assegno di ricollocazione ha suscitato qualche dubbio, tutt’oggi confermato.
Vediamo perché.

Assegno di ricollocazione: fuori circa 200mila persone

La novità introdotta dal Jobs act, secondo le stime dell’Osservatorio dei Consulenti del Lavoro, ha circa un milione di persone che ne possono usufruire.

Eppure, circa 200.000 disoccupati rischiano di uscire da questi numeri, a causa della mancanza dei requisiti necessari.
Ma come si arriva a questi numeri?

In base ai dati forniti dal Ministero del Lavoro, l’Osservatorio analizza che

su circa 1,75 milioni di disoccupati involontari, solo 190mila circa hanno subito trovato lavoro (11%) senza dover richiedere la Naspi. Quest’ultima, dunque, coinvolge l’89% della platea dei senza lavoro: 1.573.000 disoccupati.

Da qui, l’esclusione dei circa 340.000 che hanno trovato lavoro entro lo scadere dei quattro mesi (spartiacque per l’assegno di ricollocazione) per arrivare ai restanti circa 200.000.

Sono coloro che hanno trovato lavoro trascorsi i quattro mesi dalla cessazione, ma anche chi non ha avuto più diritto al sostegno (nei precedenti quattro anni) perché non ha maturato sufficienti contributi.

Rimane dunque circa il 59% che può fare richiesta per la Naspi e anche per l’assegno di ricollocazione, circa la metà dei disoccupati involontari di partenza.

Target dell’assegno di ricollocazione

A causa del mancato requisito contributivo, ad essere maggiormente esclusi dalla Naspi sono i giovani under 29.

Il requisito fondamentale per la Naspi infatti, e di conseguenza per l’assegno, è un certo arco temporale lavorativo, a specifiche condizioni e con dovuti contratti.

Le carriere discontinue, sempre più frammentarie e precarie destinate ai giovani di oggi, non assicurano nemmeno il sostegno al momento della disoccupazione. Ecco perché, buona parte degli esclusi dall’assegno sono lavoratori stagionali.

Un altro dato fornito dal testo dell’Osservatorio dei Consulenti del Lavoro è che ad esser ricollocate più facilmente sono le donne (52%), “soprattutto per la presenza tra i lavoratori più rioccupabili di una ingente quota di docenti di sesso femminile impiegati a tempo determinato nelle scuole”.

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