Assegno di inclusione, le nuove scadenze spiegate dal ministero del Lavoro

Simone Micocci

7 Aprile 2024 - 09:43

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Assegno di inclusione, scongiurato il rischio sospensione ad aprile: il ministero del Lavoro ha modificato il termine per calcolare la scadenza dei 120 giorni per l’appuntamento dai servizi sociali.

Assegno di inclusione, le nuove scadenze spiegate dal ministero del Lavoro

Buone notizie per le famiglie che percepiscono l’Assegno di inclusione e non sono state ancora convocate dai servizi sociali del Comune di residenza: c’è più tempo per evitare la sospensione dei pagamenti.

Il ministero del Lavoro, infatti, ha rivisto (momentaneamente) il termine da cui si calcola la scadenza dei 120 giorni entro cui le famiglie che percepiscono del nuovo strumento di sostegno al reddito devono presentarsi presso i servizi sociali per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo con conseguente sottoscrizione del Patto di inclusione.

La norma originaria, infatti, stabilisce che i 120 giorni vadano considerati a partire dalla data in cui è stato sottoscritto il Patto di attivazione digitale sulla piattaforma Siisl, il che solitamente avviene contestualmente alla presentazione della domanda di Adi. Per questo motivo, considerando che le prime domande sono state inviate a partire dal 18 dicembre scorso, per alcune famiglie il termine entro cui andare ai servizi sociali - ed evitare così la sospensione dei pagamenti - stava per scadere.

Tuttavia, considerando le difficoltà riscontrate specialmente da alcuni Comuni nella fase iniziale, il ministero del Lavoro è intervenuto per evitare che in prossimità della scadenza prevista le famiglie non ancora convocate prendano d’assalto gli uffici comunali dando più tempo per effettuare questo primo, fondamentale, passaggio.

Come cambiano le scadenze per l’Assegno di inclusione

Al momento sono 589 mila i nuclei che stanno percependo l’Assegno di inclusione - su oltre 1,2 milioni di richieste - a fronte di un beneficio medio di 607,80 euro a famiglia. Famiglie che entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale devono obbligatoriamente passare dai servizi sociali, pena la sospensione dei pagamenti (che riprendono una volta che ci sarà l’incontro).

Tuttavia, per coloro che sono stati tra i primi a farne domanda questo termine viene calcolato diversamente. Con la nota n. 6062 del 28 marzo 2024, il ministero del Lavoro ha stabilito che per tutte le domande presentate entro il 29 febbraio scorso il termine dei 120 giorni va calcolato a partire dalla data di invio del flusso delle domande Adi sulla Piattaforma Gepi, e non più dalla sottoscrizione del Pad.

Quindi, per il primo flusso di domande, il termine dei 120 giorni si calcola a partire dal 26 gennaio: il che significa che la scadenza entro cui presentarsi presso i servizi sociali, anche in assenza di convocazione da parte degli stessi, si sposta al 25 maggio prossimo.

Grazie a questo tempestivo intervento il rischio di una sospensione ad aprile viene scongiurato. Con questa deroga, infatti, viene data un’importante opportunità, specialmente a quelle famiglie residenti nei territori dove ci sono stati ingenti flussi di beneficiari in un limitato lasso di tempo.

È solamente una deroga, non un cambio della norma

Come anticipato, questa novità non è definitiva. Si tratta infatti solamente di una deroga concessa per dare ai servizi sociali l’opportunità di smaltire il lavoro pregresso accumulato nelle fasi di avvio dell’Assegno di inclusione.

Ci sono stati, infatti, dei problemi riscontrati sulla piattaforma Gepi che hanno impedito ai Comuni di conoscere per tempo quali sono le famiglie beneficiarie di Assegno di inclusione, non potendo così procedere con le convocazioni.

Una volta rientrata questa fase, invece, le regole torneranno alla normalità. Per questo motivo per le domande inviate a partire dall’1 marzo 2024, il termine entro cui il nucleo familiare - preferibilmente con tutti i componenti, figli compresi laddove possibile - deve presentarsi presso i servizi sociali torna a essere calcolato a partire dalla data di sottoscrizione del Patto di attivazione digitale.

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