Assalto di MPS su Mediobanca, entro questa data sapremo tutti i dettagli

Laura Naka Antonelli

16 Settembre 2025 - 16:58

Si sono riaperti oggi, martedì 16 settembre 2025, i termini dell’OPAS di MPS su Mediobanca. L’ultima chiamata per aderire e la data in cui si saprà tutto. OPA obbligatoria?

Assalto di MPS su Mediobanca, entro questa data sapremo tutti i dettagli

Si sono riaperti oggi, martedì 16 settembre 2025, come preannunciato da MPS- Monte dei Paschi di Siena, i termini dell’OPAS promossa dalla banca senese per la conquista di Mediobanca, e andata già a segno, come hanno confermato i risultati definitivi del periodo di adesione. Periodo di adesione iniziato lo scorso 14 luglio e concluso lunedì scorso 8 settembre, che ha consentito agli azionisti di Piazzetta Cuccia interessati ad aderire all’offerta del Monte di consegnare le loro azioni MB, a dispetto dell’appello decisamente accordato lanciato dalla banca messa nel mirino.

Il risultato ha stracciato le previsioni più ottimistiche, certificando il successo dell’OPAS, che ha consentito alla banca senese di conquistare il 62% circa del capitale di Mediobanca.

OPAS MPS su Mediobanca, non è ancora finita. Si riaprono i termini dell’OPAS: le date

L’ultima parola non è stata ancora detta, visto che, nel confermare qualche giorno fa i risultati provvisori dell’operazione comunicati in precedenza lo scorso 8 settembre, MPS ha ribadito anche la riapertura dei termini dell’offerta pubblica di acquisto e di scambio (in origine OPS, che si è trasformata in OPAS a seguito della decisione di MPS di aggiungere a quanto messo già sul piatto una componente cash, in contanti, di 0,90 per azione, corteggiando così in modo più serrato la sua preda).

Riapertura dei termini che ha preso il via oggi, per l’appunto, e che andrà avanti per cinque giorni di Borsa aperta, nelle date del 17, 18, 19 e 22 settembre 2025.

Con la riapertura del periodo di adesione all’OPAS, come ha indicato MPS, gli azionisti che non abbiano ancora aderito all’offerta potranno farlo, a partire da oggi fino al prossimo 22 settembre.

A Siena si punta ancora più in alto: d’altronde, quella soglia del 66,7% - necessaria per avere il controllo dell’assemblea straordinaria di Mediobanca - e dunque per decidere eventualmente anche la fusione per incorporazione di Piazzetta Cuccia, al cui raggiungimento il Monte dei Paschi di Siena aveva rinunciato nel momento in cui aveva alzato la posta su MB, ormai è a portata di mano.

C’è chi, parlando direttamente da Mediobanca, ha affermato come MPS potrebbe ormai conquistare anche l’80% dell’istituto guidato da Alberto Nagel. Alberto Nagel che si prepara al grande addio visto che, secondo le indiscrezioni, nella prossima riunione del CDA fissata al 18 settembre, l’intero CDA di Mediobanca dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni.

Scambiate entrambe sul Ftse Mib di Piazza Affari, le azioni Mediobanca e di MPS-Monte dei Paschi di Siena riportano oggi una sessione al ribasso.

Ieri, lunedì 15 settembre 2025, Il Monte dei Paschi di Siena ha intanto annunciato di avere eftettuato il pagamento del corrispettivo agli azionisti ormai ex di Mediobanca che hanno consegnato le loro azioni nel periodo di adesione dell’OPAS. In poche parole, la conquista della preda è ormai cosa fatta.

Il versamento della somma, ha reso noto la banca, si è tradotto nella nuova composizione del proprio capitale sociale, sottoscritto e versato a seguito dell’esecuzione dell’aumento di capitale sociale lanciato a servizio dell’offerta.

Così MPS:

“Più precisamente, tenuto conto che al termine del periodo di adesione (i.e., 8 settembre 2025) sono state portate in adesione all’Offerta n. 506.633.074 azioni ordinarie di Mediobanca, in data odierna (ieri per chi legge) BMPS ha emesso n. 1.283.301.577 azioni ordinarie, prive di valore nominale, aventi godimento regolare e le medesime caratteristiche delle azioni BMPS in circolazione alla data di emissione”.

La nuova composizione del capitale sociale di MPS La nuova composizione del capitale sociale di MPS MPS pubblica la tabella, che rappresenta l'attuale composizione del suo capitale sociale, sottoscritto e versato a seguito dell'esecuzione dell'aumento di capitale sociale a pagamento, in via scindibile e con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441, comma 4, primo periodo, cod. civ., a servizio dell'offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria promossa su Mediobanca. (Fonte MPS).

Cosa succede ora all’operazione di risiko che ha scosso anche i nervi della politica italiana

Ma quali saranno le prossime e ultime tappe dell’OPAS che ha scosso Piazza Affari agli inizi di quest’anno (quando era ancora OPS), la cui ratio è stata oggetto costante di dibattiti infuocati nell’arena politica italiana, in quanto identificata dalle opposizioni ma anche a Piazza Affari in un presunto piano del governo Meloni - di per sé già tutto proteso a garantire che i risparmi degli italiani rimangano in Italia e vengano investiti sempre in Italia (meglio ancora se in BTP) - volto ad avere più voce in capitolo a Trieste, ossia nel CDA di Assicurazioni Generali, vera meta ambita? Meta ambita che ha scosso non poco i nervi di tutta la politica italiana, per quell’accordo siglato con la francese e a quanto pare temibile Natixis? Tanto che è stato lo stesso CEO di Generali, Philippe Donnet, a dover salire in cattedra e a spiegare il significato di quell’intesa?

Per il dossier MPS-Mediobanca, la data da cerchiare in rosso è sicuramente quella del 22 settembre, ultimo giorno di Borsa aperta in cui gli azionisti di Mediobanca che non abbiano ancora consegnato i titoli, potranno farlo. Ma per i risultati definitivi bisognerà attendere ancora qualche giorno.

La data clou da cerchiare in rosso sul calendario per l’OPAS di MPS su Mediobanca

Così come è successo lo scorso 8 settembre, ultimo giorno del periodo di adesione all’OPAS, Piazza Affari potrà conoscere attraverso la pubblicazione di un comunicato ad hoc quante azioni sono state consegnate nel periodo relativo alla riapertura dei termini. Ma quando verrà diramato questo comunicato?

Così si legge nel Documento dell’Offerta stilato dal Monte dei Paschi di Siena:

I risultati provvisori dell’Offerta a seguito della Riapertura dei Termini saranno resi noti al mercato entro la sera dell’ultimo giorno di Riapertura dei Termini (22 settembre) o, al più tardi, entro le 7:29 (ora italiana) del primo Giorno di Borsa Aperta successivo alla chiusura della Riapertura dei Termini (dunque entro le 7.29 del 23 settembre, salvo proroghe del Periodo di Adesione in conformità alla normativa applicabile). In occasione della pubblicazione del Comunicato sui Risultati Provvisori della Riapertura dei Termini saranno indicati (i) l’eventuale sussistenza dei presupposti per l’Obbligo di Acquisto ai sensi dell’articolo 108, comma 2, del TUF o per la Procedura Congiunta, nonché (ii) le modalità e le tempistiche relative al successivo Delisting (ove applicabile)”.

Ancora, MPS ha reso noto che “ i risultati definitivi dell’Offerta saranno resi noti , ai sensi dell’articolo 41, comma 6, del
Regolamento Emittenti, entro le 7:29 (ora italiana) del giorno precedente la Data di Pagamento della Riapertura dei Termini (fissata al 29 settembre 2025, dunque il 28 settembre 2025) (salvo proroghe del Periodo di Adesione in conformità alla normativa applicabile) mediante pubblicazione del Comunicato sui Risultati Definitivi della Riapertura dei Termini. In tale occasione, l’Offerente (MPS) indicherà i risultati definitivi dell’Offerta successivi all’eventuale Riapertura dei Termini, e confermerà (a) l’eventuale sussistenza dei presupposti per l’Obbligo di Acquisto ai sensi dell’articolo 108, comma 2, del TUF o per la Procedura Congiunta, e (b) le modalità e le tempistiche relative al successivo Delisting, ove applicabile
”.

Il punto a) si riferisce alla possibilità che l’OPAS di MPS su Mediobanca abbia così successo da portare la banca sense a conquistare più del 90% del capitale di Piazzetta Cuccia.

In quel caso, l’istituto guidato dal CEO Luigi Lovaglio sarebbe costretto a lanciare una OPA obbligatoria.

La nota di Equita, dedicata alla mossa storica di Fin.Priv e alla possibilità di OPA obbligatoria

Così Equita SIM, in una nota pubblicata oggi, con cui ha ribadito la visione neutrale sia per le azioni MPS che per le azioni Mediobanca, rispettivamente con target price pari a € 8,20 e a 24 euro, dopo le chiusure dei titoli nella sessione di ieri di Piazza Affari rispettivamente a € 8,4 e €22.

La SIM milanese ha citato la cessione della “partecipazione storica” in Mediobanca detenuta dalla “holding FinPriv, che ha annunciato ieri il collocamento sul mercato dell’1,76% di Mediobanca”.

Per Italmobiliare, ha sottolineato Equita, azionista storico di FinPriv da oltre 30 anni, stimiamo incassi oltre 40 milioni (2% del NAV), che farebbe aumentare la cassa netta del sistema holding oltre 220 milioni (pari al 14% del NAV) e che andrebbe così praticamente ad azzerare il peso delle partecipazioni in società quotate. “La finanziaria partecipata da Generali, Italmobiliare, Pirelli, Stellantis, TIM e Unipol – ha avviato la cessione dell’intera partecipazione in Mediobanca (pari all’1,76% del capitale, circa 14,3mn), tramite un collocamento a un prezzo compreso tra €21,3 e €21,5 per azione, con uno sconto tra il 2,3% e il 3,2% rispetto al prezzo di chiusura di ieri ”, ha sottolineato Equita, ricordando che “ Fin.Priv. faceva parte dell’accordo di consultazione tra i soci di Mediobanca ”.

Equita ha riportato anche che, “secondo Il Sole 24 Ore, nel CdA di Mediobanca del 18 settembre sono attese le dimissioni dell’intero board ”: un passaggio che “aprirà la strada alla nomina di un nuovo amministratore delegato e di un nuovo presidente, scelti sotto la regia della nuova proprietà”.

In particolare, “ la selezione sarà affidata a una società di head hunting , con l’obiettivo di garantire un processo trasparente e orientato al mercato”.

Il toto nomine è già scattato: “Tra i nomi circolati, Mauro Micillo avrebbe rifiutato l’incarico, mentre si valutano soluzioni interne “ponte”, come Francesco Saverio Vinci (direttore generale di Mediobanca) e Gian Luca Sichel (CEO di Compass), per rassicurare il team interno e mantenere coesione”.

In ogni caso, si legge nella nota di Equita SIM “il nuovo assetto dovrà essere definito entro il 3 ottobre, termine per la presentazione delle liste in vista dell’assemblea del 28 ottobre (salvo modifiche)”, con la decisione finale che è appesa all’ “esito dell’OPAS, chiusa al 62,% e ora riaperta alle adesioni fino al 22 settembre”.

“Se la partecipazione supererà il 90%, scatterà l’obbligo di acquisto residuale (con corrispettivo in linea con l’offerta o in cash) e il delisting di Mediobanca (salvo ripristino del flottante entro 90 giorni). In caso contrario, BMPS potrà decidere se procedere o meno. In generale, più alta sarà la quota finale, maggiore sarà la probabilità di uscita dal listino, dunque il delisting”.

Equita SIM ha fatto notare che “ un’adesione più elevata all’offerta ridurrebbe l’assorbimento di capitale per BMPS, che ha indicato un CET1 pari a c.16% al completamento dell’operazione (in caso di adesioni al 100%)” e che, “ qualora venisse raggiunta la soglia del 90% e il corrispettivo sull’acquisto della quota residuale venisse effettuato interamente in cash, l’impatto sul CET1 potrebbe essere pari a -185bps rispetto allo scenario base ”.

La SIM milanese ha concluso la nota puntualizzando di prevedere, su base pro-forma, “che BMPS tratti con un P/E adj. 2027-28E = 10,6x-9,8x (8,5x-7,7x su base reported), P/TE = 1,6x con ROTE in area 16% ”, e che la banca “ riconosca un dividend yield superiore all’11% ”.

Quanto costerebbe a MPS il delisting di Mediobanca

Così qualche giorno fa una nota di Unimpresa dedicata al dossier del risiko bancario che continua a tenere con il fiato sospeso Piazza Affari: “Il delisting di Mediobanca costerà a Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) circa 2,62 miliardi di euro, secondo stime basate sull’OPAS che ha già raccolto il 62,29% delle adesioni. Con una proiezione all’80% (ed è su questa soglia che scommetterebbe Piazza Affari) nella riapertura dei termini (16-22 settembre), MPS punta al controllo totale tramite un’OPA residuale sul 20% restante del capitale, al prezzo di 16,33 euro per azione (0,90 euro cash più 2,533 azioni MPS )”.

L’operazione, che valorizza Mediobanca 13,5 miliardi di euro, promette sinergie da 700 milioni annui e 1,2 miliardi di DTA, rafforzando il CET1 di MPS al 16%”, ha scritto ancora Unimpresa, basandosi su una analisi e una stima compilate dal suo Centro Studi: “I rischi includono possibili rilanci di prezzo da minoritari e volatilità del titolo MPS per la diluzione azionaria ”.

Il vicepresidente di Unimpresa Giuseppe Spadafora ha commentato l’operazione con queste dichiarazioni:

I 2,62 miliardi di euro per il delisting di Mediobanca rappresentano un investimento strategico per MPS, giustificato dalle sinergie attese (700 milioni di euro annui) e dai benefici fiscali (1,2 miliardi di euro di DTA). L’operazione consolida il posizionamento di MPS come attore di primo piano nel sistema finanziario italiano, con un impatto limitato sulla liquidità grazie alla struttura in scambio azionario. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di raggiungere adesioni vicine all’80% nella riapertura dei termini e di gestire eventuali resistenze da parte dei minoritari. Monitorare i comunicati ufficiali di MPS e Borsa Italiana nei prossimi giorni sarà cruciale per confermare l’evoluzione dell’operazione e l’effettiva fattibilità del delisting a queste condizioni economiche”.

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