Anticipo TFR colf, badanti e baby sitter: dicembre è il mese giusto per richiederlo

Simone Micocci

30 Novembre 2018 - 12:48

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Per il lavoro domestico valgono regole differenti per l’anticipo del TFR; ecco perché nella maggior parte dei casi molte colf, badanti e baby sitter ne fanno richiesta a dicembre.

Anticipo TFR colf, badanti e baby sitter: dicembre è il mese giusto per richiederlo

A dicembre la retribuzione spettante a colf, badanti e baby sitter può essere particolarmente elevata: oltre allo stipendio e alla tredicesima, infatti, si aggiunge l’anticipo del TFR qualora il collaboratore domestico ne faccia richiesta.

Per colf e badanti, infatti, valgono delle regole differenti - rispetto a quelle previste per la generalità dei lavoratori in merito all’anticipo del TFR.

Per la generalità dei dipendenti, infatti, l’anticipo del TFR può essere richiesto solo successivamente all’8° anno di lavoro in azienda; inoltre, come stabilito dall’articolo 2120 del Codice Civile, può essere richiesto una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e nella misura non superiore al 70%. Può essere richiesto per far fronte ad eventuali spese sanitarie per terapie e interventi straordinari, per l’acquisto della prima casa di abitazione (per sé o per i figli) o per sostenere eventuali spese durante i periodi di fruizione dei congedi parentali e per formazione del lavoratore.

Come anticipato, invece, per colf e badanti la regola è differente; vediamo nel dettaglio cosa dice la normativa in merito.

Anticipo TFR lavoratori domestici: cosa dice la normativa

L’articolo 38 del CCNL lavoro domestico stabilisce che “in occasione del Natale e comunque entro il mese di dicembre” al lavoratore spetta una mensilità aggiuntiva pari alla retribuzione globale di fatto, nella quale è compresa l’indennità sostitutiva di vitto e alloggio. A dicembre, quindi, le famiglie che si avvalgono delle prestazioni lavorative di colf e badanti, o anche di baby sitter, assunte con regolare contratto devono corrispondere loro la tredicesima mensilità.

L’esborso per queste famiglie, però, può essere soggetto ad un’altra maggiorazione: come anticipato, infatti, una volta l’anno i collaboratori domestici possono chiedere l’anticipo del Tfr maturato nella misura massima del 70%.

È sempre il CCNL lavoro domestico a stabilirlo, ma questa volta nell’articolo 40.

Qui si legge che quando il lavoratore lo richiede il datore di lavoro deve anticipare il Tfr fino al 70% di quanto maturato. La richiesta di anticipo può essere effettuata una sola volta l’anno; una pratica che nella maggior parte dei casi è diffusa specialmente a dicembre.

Secondo le stime riportate dal Sole 24 Ore, in base alle informazioni fornite da Assindatcolf, ogni anno circa la metà dei lavoratori domestici (conviventi) si avvale di questo strumento, percependo in media circa 820€ dall’anticipo del Tfr.

Per l’anticipo del Tfr per colf e badanti non ci sono altre regole da seguire: ad esempio, non è obbligo del lavoratore specificare la motivazione per la quale si richiede l’anticipo. La richiesta inoltre può essere effettuata anche quando non sono ancora trascorsi gli otto anni di rapporto lavorativo.

Calcolo TFR lavoro domestico

A tal proposito ricordiamo che il Tfr dei lavoratori domestici si calcola dividendo il totale delle somme percepite dal lavoratore nel corso dell’anno, nelle quali come per la tredicesima sono comprese vitto e alloggio, per il coefficiente 13,5.

Prendiamo come esempio un collaboratore domestico con compenso mensile di 1.000€, escluso vitto e alloggio (non previsti). Questo nel mese di dicembre andrà a percepire la tredicesima di pari importo, più avrà la facoltà di chiedere il 70% del Tfr maturato nel corso dell’anno, pari a 674€ su un totale di circa 962€. Per la famiglia, quindi, si tratta di un esborso complessivo di circa 2.674€.

Potrebbe sembrare quindi che questo strumento avvantaggi i lavoratori a danno delle famiglie, ma non è così. In realtà, infatti, si tratta di una soluzione introdotta proprio per aiutare le famiglie evitando che queste debbano corrispondere migliaia di euro in un’unica soluzione (ovvero al momento dell’interruzione del rapporto di lavoro) ai propri lavoratori domestici.

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