È in arrivo la tredicesima per i lavoratori del settore domestico. Per le famiglie doppia spesa, doppio stipendio per colf e badanti.
Buone notizie per colf e badanti, meno per le famiglie: è arrivato il momento della tredicesima mensilità.
Anche i lavoratori domestici, tra cui figurano colf e badanti, ricevono infatti la tredicesima mensilità, conosciuta anche come gratifica natalizia. E le regole non sono neppure diverse da quelle previste per la generalità dei dipendenti: anche il calcolo della tredicesima per colf, badanti e altri lavoratori e lavoratrici domestici tiene conto di quanti sono i mesi lavorati durante l’anno.
Va però ricordato che, nel caso dei lavoratori domestici, la tredicesima include anche l’indennità sostitutiva di vitto e alloggio, elemento che incide in modo significativo sull’importo finale.
Per molte famiglie italiane, oltre un milione, secondo le stime più recenti, significa quindi prepararsi a un’uscita economica aggiuntiva proprio a ridosso delle festività natalizie, tra l’altro a pochi mesi dall’obbligo di riconoscere l’aumento stipendiale previsto dal più recente rinnovo di contratto.
A tal proposito, nei prossimi paragrafi vedremo nel dettaglio come si calcola la tredicesima 2026 per colf e badanti assunti a ore o a tempo pieno, quali voci retributive includere ed entro quando deve essere pagata, secondo le disposizioni dei contratti collettivi in vigore.
Tredicesima mensilità colf, badanti e lavoratori domestici
La tredicesima mensilità equivale a un dodicesimo della retribuzione annua e deve essere corrisposta dai datori di lavoro domestico a colf, badanti e collaboratori familiari in occasione delle festività natalizie. Si tratta di un diritto pienamente riconosciuto, perché i lavoratori domestici, pur inseriti in un settore con dinamiche particolari e con modalità di impiego spesso diverse da quelle degli altri settori, rientrano a tutti gli effetti nella categoria dei lavoratori subordinati. Per questo, almeno per quanto riguarda la tredicesima, beneficiano delle stesse tutele previste per gli altri dipendenti.
Questa impostazione si riflette anche sulle modalità di calcolo. Se una colf o una badante presta servizio presso più famiglie, ciascun datore di lavoro è tenuto a determinare e versare la quota di tredicesima proporzionata alle ore svolte e alla retribuzione concordata.
Un altro aspetto importante riguarda la maturazione della tredicesima, che non si limita ai soli giorni lavorati. Il diritto continua infatti ad accumularsi anche durante alcune giornate di assenza: periodi di malattia, infortunio sul lavoro e maternità danno diritto alla maturazione della gratifica, per la parte non già coperta dagli enti previdenziali.
Come calcolare la tredicesima
Vediamo di seguito due esempi di calcolo della tredicesima per colf, badanti e lavoratori domestici assunti a ore ovvero a tempo pieno, nella quale ricordiamo è compresa anche l’indennità di vitto e alloggio.
1) Calcolo tredicesima colf e badanti assunti a ore
Cosa succede nel caso una colf o badante sia assunta con contratto a ore?
Anche in questo caso alla lavoratrice o al lavoratore è garantito il diritto a ricevere la tredicesima a dicembre.
Per calcolare la tredicesima per colf o badanti assunti a ore si deve moltiplicare la paga oraria per il numero di ore di lavoro svolto nella settimana, dopodiché moltiplicare per 52 - ovvero le settimane lavorative in un anno - e dividere il tutto per 12.
Ad esempio, se una colf è assunta per 30 ore a settimana e riceve una paga oraria pari ad 8 euro, l’importo della tredicesima verrà così calcolato:
8 (paga) * 30 (ore settimanali)) * 52 (settimane/12 (mesi dell’anno) = 1.040 euro.
2) Calcolo tredicesima colf e badanti assunti a tempo pieno
Nel caso di colf o badanti assunti con contratto a tempo pieno la tredicesima è pari ad una mensilità normale.
Per calcolare l’importo della tredicesima bisognerà moltiplicare la retribuzione mensile per il numero di mesi di lavoro della colf e dividere il risultato per 12, ovvero il numero di mesi in un anno.
In questo caso il calcolo dell’importo da corrispondere come tredicesima è molto semplice: nel caso di lavoratore assunto da più di un anno l’importo della tredicesima è lo stesso di quello dello stipendio, senza bisogno di calcoli aggiuntivi.
Nel caso di rapporto di lavoro iniziato durante l’anno, bisognerà moltiplicare la retribuzione mensile per il numero di mesi di lavoro della colf e dividere il risultato per 12, ovvero il numero di mesi in un anno.
In sostanza, la tredicesima deve essere ridotta proporzionalmente in dodicesimi e le frazioni pari o superiori a 15 giorni si computano per intero.
Ad esempio, se la colf è stata assunta il 20 maggio, la tredicesima mensilità deve essere corrisposta nella misura di 7 dodicesimi, calcolando il mese per intero.
Quando va pagata la tredicesima a colf e badanti
Una volta chiarito come si calcola, resta da stabilire quando la tredicesima deve essere effettivamente pagata. Anche per i lavoratori domestici la tempistica è regolata dal contratto collettivo, ma con una particolarità: i Ccnl del settore lasciano al datore di lavoro un margine piuttosto ampio di scelta.
Sia l’accordo Assindatcolf sia quello firmato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, UilTucs e Federcolf non fissano un giorno esatto, né impongono che il pagamento avvenga insieme allo stipendio di dicembre. Le intese contrattuali parlano semplicemente di corresponsione “in occasione del Natale”, precisando che in ogni caso la gratifica deve essere liquidata entro la fine del mese di dicembre.
Questo significa che il datore di lavoro può decidere liberamente il momento più opportuno per procedere al pagamento, purché ciò avvenga non oltre il 31 dicembre. Oltre tale data, infatti, il mancato versamento espone al rischio che la lavoratrice o il lavoratore faccia valere i propri diritti nelle sedi competenti.
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