Università e corruzione: in arrivo decreto per avere maggiori controlli

Sara Nicosia

8 Agosto 2019 - 15:10

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Dopo il caso di Catania il ministro Bussetti si muove verso l’approvazione di un decreto contro i concorsi truccati. Controlli a campione sul 10% dei bandi pubblicati e intervento diretto del ministero.

Università e corruzione: in arrivo decreto per avere maggiori controlli

A poco più di un mese dallo scoppio dell’utlima inchiesta giudiziaria sul tema delle baronie universitarie e dei concorsi truccati, con lo scandalo di Catania che ha visto la sospensione di 9 docenti universitari e la sospensione del rettore Francesco Basile, il ministro Marco Bussetti torna in campo e annuncia una stretta sulle selezioni locali.

Si prevedono controlli a campione sul 10% dei bandi attualmente pubblicati: per l’Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, si tratterà di sottoporre a controlli oltre un centinaio di procedure e riferire i risultati direttamente al Miur. Il ministero, in caso di irregolarità, procederà ad annullare l’atto.
Il ministro Bussetti, con questa operazione, intende “garantire, nel rispetto dell’autonomia degli atenei, una sempre maggiore trasparenza. Troppe volte le cronache si sono riempite di casi negativi che hanno rischiato di appannare l’immagine di un sistema universitario, quello italiano, che è di altissimo livello e che produce laureati che il mondo ci invidia e ci richiede

"Università bandita”, il caso di Catania

L’ultimo episodio di corruzione negli atenei italiani rimbalzato agli onori della cronaca, risale al 28 giugno. Una circostanza che ha portato il gip di Catania a chiedere la sospensione del rettore, Francesco Basile, e di altri nove docenti dell’università di Catania, sotto indagine per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.

In realtà il sistema indagato con l’inchiesta “università bandita”, è molto più ampio. le persone coinvolte sono circa 80, ai 66 iniziali se ne sono infatti aggiunti 14, di cui 40 appartenenti all’ateneo catanese e altri 20 ripartiti tra Bologna, Roma, Messina, Cagliari, Catanzaro, Chieti- Pescara, Firenze, Milano, Napoli, Trieste, Padova, Venezia e Verona. In totale si stimano 27 concorsi truccati e altre 97 procedure irregolari.

Il copione per far vincere il candidato “amico” è da manuale: cucirgli il bando addosso e tagliare fuori di fatto tutti gli aspiranti professori, spesso e volentieri più titolati e competenti. Una macchina antica i cui ingranaggi continuano a girare senza sosta, e che nemmeno il doppio livello di selezione voluto e introdotto dalla riforma Gelmini del 2010, ovvero prima l’abilitazione scientifica nazionale poi la selezione locale, sembra aver minimamente arrugginito.

Ministero e contromisure, il decreto Bussetti

Dopo le dimissioni di Basile, accettate dal ministro Bussetti e rese effettive dal 2 luglio, la macchina per la scelta del nuovo rettore catanese si è rimessa in moto, tra non poche polemiche.

Perplessità ad esempio sulla possibilità per il decano di bandire nuove elezioni, ma anche sul mancato commissariamento dell’ateneo. Scelte che tuttavia i commissari tecnici del ministero difendono facendo notare che, come norme permettono, si può commissariare un’istituzione universitaria solo nel caso in cui si accerti la situazione di dissesto finanziario.

Proprio per evitare che in futuro si ripeta un caso analogo a Catania, il Capo del dipartimento per la Formazione superiore e la ricerca, Giuseppe Valditara, si sta muovendo per arrivare a un decreto ministeriale che introduca un sistema di controlli a campione sul 10% dei concorsi locali, con svolgimento annuale.

Decreto anticorruzione in pratica

Come si legge nella bozza del decreto proposto da Valditara, entro il 30 novembre di ogni anno il ministero procederà al sorteggio del 10% di procedure da controllare. Sarà poi l’Anvur l’agenzia incaricata di verificare se esistono “evidenti e macroscopici scostamenti tra il giudizio formulato dalla Commissione e le risultanze dal controllo”, si legge nella bozza.

L’Anvur controllerà il numero di pubblicazioni scientifiche dell’eventuale vincitore e degli sconfitti e, in presenza di irregolarità, potrebbe liberamente procedere a convocare il rettore per chiedere chiarimenti. La documentazione prodotta sarà poi inviata al Miur entro il 28 febbraio ed entro fine marzo, accertate le irregolarità, il ministero può procedere a richiedere al rettore l’annullamento del concorso.

Il decreto, per evitare che l’alea del sorteggio disinneschi la misura stessa, prevede che l’attenzione dell’Agenzia di valutazione possa estendersi ad altri concorsi ritenuti sospetti dai diretti interessati. Paolo Miccoli, a capo dell’Anvur, spera che il decreto, inserito all’interno di un’operazione di trasparenza, “venga interpretata dal mondo accademico come un contributo per stemperare le polemiche, anche recenti, che rischiano di dare al Paese una visione distorta ed ingiusta delle università

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