Sai qual è, secondo gli esperti, la materia da studiare per avere successo? Non solo inglese e informatica, ce n’è un’altra che si sta facendo strada anche nelle scuole italiane.
Non basta studiare, conseguire una laurea o un master per essere certi di costruirsi un futuro ricco di successi professionali. È fondamentale scegliere con attenzione cosa studiare, perché ci sono settori in cui, complice la scarsa domanda o l’elevato numero di professionisti già presenti, è più difficile avere la garanzia di un guadagno proporzionato alle proprie aspettative.
Senza dimenticare che lo sviluppo tecnologico, con la novità rappresentata soprattutto dall’intelligenza artificiale, renderà alcune professioni obsolete nel giro di pochi anni. Non a caso, persino grandi imprenditori come Elon Musk e Bill Gates hanno affrontato il tema, fornendo consigli utili a chi deve ancora decidere quale percorso di studi intraprendere.
Questa rivoluzione sta modificando anche la percezione delle materie considerate più importanti da studiare. Se fino a oggi si riteneva che inglese e informatica fossero le competenze fondamentali per garantirsi un futuro di successo, oggi ne emerge un’altra, che tuttavia è ancora poco diffusa nelle scuole italiane.
A suggerirla è Jorge Tuesta, Ceo di Glexco robotics and automation, azienda peruviana che ha presentato il primo sistema completo di robotica educativa con intelligenza artificiale per bambini e ragazzi.
Si tratta della robotica, materia che rischia di diventare indispensabile da approfondire già nelle classi della scuola primaria se si vuole restare al passo con i tempi.
Perché studiare robotica oggi ti garantisce il successo domani
Immagina un mondo dominato totalmente dai robot, un futuro che potrebbe non essere così lontano come si pensa. D’altronde, l’automazione, l’intelligenza artificiale e i sistemi autonomi stanno già trasformando settori come la sanità, la logistica, la produzione industriale e persino l’educazione. Ecco perché la robotica sembra essere destinata a diventare una materia fondamentale per chiunque voglia restare competitivo nel mondo del lavoro.
Se in passato conoscere l’inglese o saper usare il computer erano considerati una garanzia per assicurarsi un impiego sicuro, oggi la prospettiva sta cambiando. Sempre più esperti, come ad esempio Jorge Tuesta di Glexco robotics and automation, sottolineano che la robotica diventerà una delle discipline chiave per il futuro, tanto da affermare che nei prossimi anni una parte significativa della popolazione lavorativa utilizzerà quotidianamente robot come strumenti di supporto.
Studiare robotica significa acquisire un insieme di competenze trasversali: dalla programmazione, con linguaggi come Python, alle conoscenze di elettronica e meccatronica, fino alla capacità di comprendere come integrare algoritmi di intelligenza artificiale nei sistemi fisici. Competenze che se acquisite possono rappresentare un elemento fondamentale per avere successo nel lavoro, anche perché la robotica ha un vantaggio che poche altre discipline possono offrire: apre le porte a settori estremamente diversi tra loro. Chi padroneggia queste competenze può lavorare nell’automotive, nella medicina, nell’agricoltura di precisione, nell’aerospazio o persino nello sviluppo di strumenti educativi per bambini. Le opportunità di lavoro, quindi, sono tantissime spaziando tra settori molto diversi tra loro.
Dove studiare robotica in Italia?
Tuttavia, nonostante un’importanza che si sta consolidando molto velocemente, l’Italia sembra essere ancora indietro rispetto allo studio della robotica, almeno se la confrontiamo all’importanza che viene data a inglese e informatica nei programmi scolastici.
Nelle scuole superiori, la materia compare in alcuni indirizzi tecnici e professionali, ma l’offerta non è ancora diffusa ovunque. Per colmare questo vuoto sono nate iniziative come il Patentino della robotica, sviluppato insieme a CampuStore e Comau: una certificazione internazionale di uso e programmazione di robot industriali che consente agli studenti delle scuole secondarie di II grado di ottenere competenze equiparate a quelle dei professionisti.
Il progetto, riconosciuto dal Miur come percorso di alternanza scuola-lavoro, prevede oltre 90 ore di formazione tra lezioni asincrone, attività in presenza ed esercitazioni pratiche in laboratorio. Anche i docenti vengono formati e certificati, in modo che la scuola acquisisca competenze interne e possa ampliare la propria offerta curricolare ed extracurricolare.
Diverso il discorso per lo studio della robotica all’università, visto che l’Italia può contare su diversi poli di eccellenza.
A Pisa si trovano il corso di Ingegneria robotica e dell’automazione e l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, mentre a Napoli Federico II e a Genova sono attivi percorsi riconosciuti anche a livello internazionale, come il Robotics engineering.
Milano-Bicocca e Bologna offrono corsi che spaziano dall’automazione alla robotica applicata, con master di specializzazione come quello in Chirurgia robotica. Torino e Catanzaro integrano la robotica con l’Ingegneria biomedica, mentre il Politecnico di Milano propone anche corsi estivi per avvicinare i ragazzi delle superiori alla disciplina.
Accanto agli atenei, operano enti e associazioni come la Scuola di robotica di Genova e il Centro europeo di automazione e robotica in Lombardia, che diffondono la cultura e la formazione nel settore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA