Un anno all’addio della Gran Bretagna all’UE: le prossime date chiave della Brexit

Marco Ciotola

30 Marzo 2018 - 08:39

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A un anno esatto dalla Brexit, tutte le date chiave e le tappe fondamentali che porteranno il Regno Unito a lasciare l’Unione Europea

Un anno all’addio della Gran Bretagna all’UE: le prossime date chiave della Brexit

Siamo esattamente a un anno di distanza dalla data in cui il Regno Unito dovrebbe lasciare formalmente l’Unione Europea. In realtà già quello che segue sarà un periodo di transizione, ma il giorno ufficiale della Brexit arriverà il 29 marzo 2019, 46 anni dopo l’ingresso della Gran Bretagna nell’Unione Europea. A giugno del 2016, infatti, il 52% degli inglesi ha votato per l’uscita.

L’effettivo passaggio alla Brexit è al momento l’ipotesi più probabile, dopo l’accordo dello scorso mese sul periodo di transizione, che ha dato il via alle trattative sulle condizioni definitive.

Brexit: le date cruciali a partire da aprile

I colloqui su un futuro accordo commerciale e sulla sicurezza potrebbero cominciare il prossimo mese. Michel Barnier, a capo delle negoziazioni europee, ha già annunciato tempo fa che vuole tutte le trattative sulla relazione futura chiuse entro ottobre.

18-19 ottobre
Partirà un vertice trimestrale dell’UE, cornice del piano di Michel Barnier di concordare un accordo di recesso che ridefinirà anche legalmente i diritti dei cittadini, gli impegni finanziari reciproci e le modalità per mantenere completamente aperto il confine irlandese.
Il vertice sarà teatro anche dell’accordo di transizione e conterrà, a margine, una dichiarazione politica che stabilirà i termini generali di un accordo di libero scambio e le altre relazioni da seguire successivamente.

Gennaio 2019
L’UE e i parlamentari britannici dovranno ratificare il trattato di revoca prima della Brexit. Per evitare nervosismi dell’ultimo minuto, potrebbe rivelarsi d’aiuto farlo con almeno due mesi d’anticipo.

29 marzo
A mezzanotte di Bruxelles, ovvero le 23 di Londra, la Gran Bretagna non apparterrà più all’Unione Europea, a due anni esatti di distanza dal giorno in cui è stata formalmente notificata l’intenzione di «uscire». Se dovesse venire a mancare la ratificazione di un trattato di ritiro si creerà un caos legale, a meno che tutte le parti in gioco non accettino una complessa estensione speciale.

30 marzo
Se le cose si svolgeranno secondo i piani, la Gran Bretagna inizierà un periodo di transizione durante il quale il Regno Unito potrà iniziare a negoziare i propri accordi commerciali. Tuttavia resteranno ancora parte degli accordi esistenti con gli altri paesi dell’UE.
Il Regno Unito manterrà a tutti gli effetti l’accesso ai mercati dell’UE; sarà inoltre vincolato da tutte le leggi e i bilanci dell’UE, ma perderà il proprio voto, verrà solo consultato su alcune questioni.
Durante questo periodo, i cittadini dell’UE che arriveranno nel Regno Unito godranno degli stessi diritti e delle stesse garanzie di quelli arrivati prima della Brexit. Lo stesso vale per gli espatriati del Regno Unito nel continente.

31 dicembre 2020
Terminerà il periodo di transizione proposto e la Gran Bretagna sarà libera di stipulare i propri accordi commerciali con altri paesi e libera da ogni obbligo verso l’Unione Europea.

1 gennaio 2021
Se tutto andrà secondo i piani, entrerà in vigore un nuovo accordo di libero scambio tra UE e Regno Unito, insieme a speciali relazioni del trattato dedicate ad aree come sicurezza, difesa e ricerca.

Conseguenze della transizione sull’economia britannica

Quello che al momento appare più evidente è che le incertezze legate alla Brexit hanno impedito alla Gran Bretagna di sfruttare la ripresa globale e ne hanno rallentato non poco la crescita annuale.

Per il resto, sono due le linee di opinioni a prevalere sul presente e sul futuro economico della Gran Bretagna; il fronte pro-Europa mette l’accento sullo stallo della nazione, passata da un 2,3% di crescita del Pil annuale nel 2015 a un 1,7% nel 2017, e notevolmente rallentata in generale.

Dall’altro lato, i sostenitori della Brexit esaltano invece la resistenza mostrata dall’economia britannica, che ha assistito senza dubbio a un rallentamento, ma ha aumentato le esportazioni del 6% nel 2017. E dopo la fase di transizione, liberatasi da tutti i vincoli imposti dall’UE, potrebbe dare il via definitivo a una crescita senza ostacoli.

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