L’europarlamentare Peter Simon ha proposto un metodo per permettere alle banche italiane di poter accantonare i crediti deteriorati più facilmente.
Peter Simon è un europarlamentare socialista tedesco, vicepresidente della commissione per i problemi economici e monetari. Egli ha recentemente proposto il cambiamento di alcune regole per consentire alle banche italiane di liberarsi dei crediti deteriorati più facilmente. In cosa consiste la proposta? E quali opposizioni ha incontrato?
La proposta di Peter Simon sul’accantonamento degli Npl
La proposta dell’europarlamentare Peter Simon consiste nel permettere alle banche italiane di poter vendere i crediti deteriorati a un prezzo profondamente più economico, senza però essere costretti ad detenere più capitale in bilancio.
Più esplicitamente si propone alle banche di accantonare gli Npl senza dover regolare il loss given default , che è una misura del rischio di recupero dei crediti da parte di una banca.
In un’intervista Peter Simon ha difeso la sua proposta dichiarando:
Nonostante enormi sforzi, un terzo delle banche supervisionate dalla BCE ancora soffrono per l’alto livello di non performing loans come eredità della crisi finanziaria. Noi dobbiamo trovare un accordo su questo problema nell’interesse della stabilità e la sicurezza finanziaria
Questa proposta ha incontrato l’opposizione di chi sostiene che tale misura svantaggerebbe le banche che hanno già accantonato un buon numero di crediti deteriorati, come Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Il maggior beneficiario della proposta sarebbe BPER Banca, che non ha invece ancora venduto abbastanza crediti deteriorati. La banca emiliana, che è la sesta più grande d’Italia per numero di sportelli, ha una Npe ratio pari al 20,5%, ma punta a portarla al 13,5% entro il 2020, soprattutto grazie alla vendita.
L’amministratore delegato di BPER Banca Alessandro Vandelli ha spiegato che ogni misura che possa accelerare il processo di vendita dei non performing loans è la benvenuta. Così ha risposto a una domanda di Bloomberg sul tema:
Noi abbiamo pianificato e iniziato una vendita di massa di crediti deteriorati. Queste vendite possono essere intensificate se l’autorità di supervisione dovesse decidere di apportare correzioni al corrente meccanismo per ridurre le penalità per gli operatori
Il numero totale dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche italiane è infatti di 324 miliardi di euro ed è il più alto d’Europa.
La BCE sul tema
La Banca Centrale Europea ha studiato un addendum sull’accantonamento dei nuovi crediti deteriorati, che consiste nello smaltimento in 2 anni di quelli non garantiti e in 7 anni di quelli garantiti.
Questa direttiva ha incontrato l’opposizione dell’Europarlamento, che crede che la BCE non abbia l’autorità per legiferare sul tema.
Danièle Nouy, la numero uno della supervisione bancaria europea, si è opposta all’idea di ridurre il LGD (Loss Given Default) perché punirebbe le banche che virtuosamente hanno già provveduto ad accantonare gli Npl, ma anche perché minerebbe alla credibilità dei modelli di rischio della banca.
Nel 2016, però, la BCE aveva già rinunciato ad utilizzare il LGD nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena, quando quest’ultima accantonò ben 28 miliardi di euro di crediti deteriorati. Il 30 novembre scorso Danièle Nouy ha aperto all’idea di poter concedere deroghe in circostanze molto specifiche, dato che l’operazione massiccia di accantonamento degli Npl attirerebbe l’attenzione della titolare della supervisione bancaria europea.
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