Tesla è uno Schema Ponzi: l’accusa

C. G.

20 Marzo 2019 - 09:59

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Un singolare report iniziato a circolare a Wall Street ha puntato il dito contro Tesla: è uno Schema Ponzi

Tesla è uno Schema Ponzi: l’accusa

Tesla è uno Schema Ponzi modificato.

Un’accusa decisamente allarmante, contenuta all’interno di un singolare report iniziato a circolare nelle ultime giornate tra i corridoi di Wall Street.

Innanzitutto vale la pena di chiarire cos’è uno Schema Ponzi. Esso può essere definito come una sorta di modello economico volto a ottenere illegalmente ingenti quantità di denaro da ignari clienti, risparmiatori o investitori.

Insomma, una vera e propria truffa con la quale si promettono guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi investitori, ignari a loro volta del tentativo di frode. Ma perché il termine Schema Ponzi è stato associato proprio a Tesla?

Perché Tesla è uno Schema Ponzi: l’accusa

Un documento di 46 pagine del Value Investors Club pubblicato su Twitter dall’utente jcoviedo è tornato ad accendere i riflettori su Tesla, proprio nel momento in cui la società ha dovuto fare i conti con gli ultimi guai di Elon Musk, ancora alle prese con le accuse della SEC.

L’argomentazione è semplice e ruota tutta intorno alla liquidità dell’azienda, composta soprattutto dalle caparre versate in anticipo dagli acquirenti. Fino alla fine del 2018, infatti, Tesla ha imposto ai propri clienti di versare degli acconti per pre-ordinare il modello di auto prescelto.

“Tesla è in effetti uno schema Ponzi modificato. L’azienda ha sempre finanziato le sue operazioni annunciando un nuovo prodotto (prima il roadster, poi ancora Model S, Model X, Model 3, Semi, roadster 2, Model Y e così via) e intascando i depositi per lo stesso prodotto prima ancora di aver progettato un sistema di produzione. L’azienda utilizza quei depositi per coprire le spese operative e le spese in conto capitale per la fabbricazione del prodotto originale. Ogni volta che la società sta per finire i fondi corre ad annunciare un nuovo prodotto e si intasca i nuovi depositi per terminare la produzione del primo prodotto. Dal 2008, il 78% del flusso di cassa di Tesla è stato formato dai depositi dei clienti!”

Secondo il report, i timori iniziali relativi alla liquidità e all’esistenza di uno Schema Ponzi, potrebbero riportare le azioni Tesla sotto la soglia dei 200 dollari (dai $267 attuali). Preoccupazioni persistenti, invece, potrebbero far scivolare il titolo su quota $50.

Se la domanda di auto scenderà, ha continuato l’analisi, la liquidità dell’azienda si esaurirà. Per evitare la procedura di amministrazione controllata Tesla dovrà attingere alle caparre dei clienti nel secondo trimestre dell’anno.

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