Le dichiarazioni di un dipendente di xAI, società fondata da Elon Musk, hanno creato un caso mediatico su X (ex Twitter). Mentre i colleghi lo acclamano, il resto del web lo ha criticato duramente.
Un ingegnere di xAI, società di intelligenza artificiale fondata da Elon Musk, avrebbe lavorato per 36 ore consecutive senza dormire. A rivelarlo è stato Parsa Tajik, il protagonista della vicenda, che ha pubblicato la sua testimonianza su X (ex Twitter) - anch’esso di proprietà del CEO di Tesla e SpaceX - definendosi “morto, ma anche super energizzato”
L’annuncio, invece di suscitare preoccupazione, è stato accolto con entusiasmo dai colleghi. Uno di loro si è definito “grato di poter apprendere” da Tajik, mentre un altro lo ha definito “un unicorno tra unicorni”. Ma i dipendenti di xAI sono stati gli unici a tessere le lodi dell’ingegnere. Prevedibilmente, il post di Tajik ha suscitato numerose critiche da parte degli utenti di X, che hanno attaccato la cultura aziendale tossica promossa da Musk, sottolineando che lo stile di vita “promosso” dall’impiegato può causare anche gravi problemi di salute.
A scatenare l’ira del web è stata anche la foto pubblicata in macchina. Diversi utenti hanno paragonato l’autocelebrazione di un turno di 36 ore sveglio alla pericolosità di guidare in stato di ebbrezza, poiché rimanere insonni per così tanto tempo può compromettere le capacità cognitive in modo paragonabile a un tasso alcolemico oltre il limite legale.
In risposta al polverone social, il dirigente di xAI Ayush Jaiswal ha rilanciato il post con tono provocatorio: “Equilibrio vita-lavoro? Ottimo, lo consigliamo a tutti i nostri concorrenti. Se non siete d’accordo, rilassatevi e lasciateci lavorare”. Elon Musk, dal canto suo, ha reagito con un’emoji che ride, un chiaro segnale di approvazione.
Le accuse alla cultura tossica aziendale promossa da Elon Musk
In un post pubblicato su X il giorno dopo il Ringraziamento, un’importante festività nazionale degli Stati Uniti, Tajik si vantava del duro lavoro svolto durante le ultime 36 ore. In allegato, c’era anche uno scatto del dipendente di xAI all’interno di una Tesla CyberTruck. “Ieri sera ho lasciato l’ufficio di xAI dopo circa 36 ore di lavoro senza dormire. Nonostante fossi morto, ero anche super energico. Incredibilmente grato di far parte di questo team. Buon Ringraziamento!”, recita il post dell’ingegnere.
Last night I left the @xai office after 36 hours of working with no sleep. Although I was dead, I was also super energized. Incredibly grateful to be a part of this team. Happy thanksgiving! pic.twitter.com/R4FuDKOs57
— Parsa T (@ParsaTajik) November 28, 2025
L’episodio non sorprende chi conosce la filosofia aziendale delle società guidate da Elon Musk. Durante i periodi più intensi della produzione di Tesla Model 3, ad esempio, si raccontava di operai che dormivano in auto o nei capannoni della fabbrica. Musk stesso aveva ammesso di aver dormito per terra all’interno dello stabilimento in più occasioni.
Anche al momento dell’acquisizione di Twitter, l’allora neo proprietario aveva dichiarato che solo chi fosse disposto a lavorare a un “ritmo estremamente accanito” sarebbe rimasto nell’azienda, lasciando intendere che la dedizione totale per il lavoro fosse un criterio imprescindibile per valutare se licenziare o meno un impiegato. In questo contesto, la testimonianza di Tajik appare quasi come un rito di appartenenza, un modo per dimostrare dedizione al tycoon sudafricano e identificarsi in una cultura del sacrificio che premia resistenza e spirito competitivo.
I licenziamenti di massa in xAI
Fondata poco dopo il debutto di ChatGPT, xAI ha scalato il settore dell’intelligenza artificiale a una velocità impressionante - basti pensare che il suo chatbot Grok è stato sviluppato e lanciato in soli 4 mesi - raggiungendo a luglio 2025 una valutazione stimata di 113 miliardi di dollari.
Questi risultati, però, non sono arrivati senza contraccolpi. A settembre 2025, l’azienda ha licenziato via e-mail circa 500 dipendenti del team di data annotation. A luglio, invece, c’era stato il controverso addio di Mike Liberatore, direttore finanziario della società, dopo soli tre mesi nel ruolo. Tutt’ora, non sono chiare le motivazioni che hanno spinto il manager a lasciare il ruolo.
Ma la ciliegina sulla torta è arrivata in autunno, quando la dirigenza aveva rassicurato il personale dicendo che non ci sarebbero state nuove riduzioni, salvo poi procedere a un ulteriore taglio di oltre 100 dipendenti.
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