Quali sono le prossime mosse di Mario Draghi in materia di tapering dello stimolo monetario targato BCE? Le previsioni e gli effetti sull’obbligazionario secondo AllianceBernstein.
Quali programmo ha la BCE in materia di tapering, la graduale riduzione dello stimolo di politica monetaria?
La BCE ha già iniziato a diminuire l’importo mensile previsto per il quantitative easing, in un chiaro segnale dell’impegno di Mario Draghi di rispondere al miglioramento - anche se lento - dell’economia dell’Eurozona. Con il rischio delle Elezioni in Francia ormai alle spalle, la BCE sembra destinata a muoversi verso la programmazione di un tapering al fine di ridurre gli acquisti di titoli e rialzare i tassi di interesse oggi ai minimi storici.
Tapering BCE: suggerimenti da Draghi alla riunione di giugno?
Draghi conosce bene l’importanza di anticipare e preparare i mercati all’arrivo del tapering, memori del sell-off generato nel 2013 dalla Fed, banca centrale degli Stati Uniti, quando ha annunciato che da lì a poco avrebbe iniziato a ridurre lo stimolo di politica monetaria. La notizia portò ad un forte rialzo dei rendimenti del decennale statunitense fino ad oltre l’1,3%.
Le tempistiche dell’arrivo del tapering della Banca Centrale Europea, tuttavia, sono ancora sconosciute. Secondo la maggioranza degli analisti, i primi accenni al tapering verranno forniti dalla BCE tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Secondo AllianceBernstein, invece, Draghi inizierà a parlare della riduzione dello stimolo molto prima - possibilmente anche in occasione della riunione della BCE di giugno. L’assottigliamento effettivo della politica monetaria, invece, arriverebbe solo dopo svariati mesi.
Gli effetti del tapering BCE sul mercato obbligazionario
Non appena la BCE inizierà a parlare in modo più chiaro di tapering, il mercato obbligazionario sarà vittima di una forte ondata di nervosismo. Gli effetti del tapering saranno, secondo Jørgen Kjærsgaard Head dell’European Corporate Credit di AllianceBernstein, rialzisti sui rendimenti dei titoli, che a loro volta daranno il via ad una correzione dei rendimenti negativi sui titoli europei considerati più sicuri e un nuovo stravolgimento degli spread.
Intanto, gli investitori obbligazionari sui mercati europei dovrebbero prepararsi a forti viaggi sulle montagne russe.
L’effetto del QE sull’obbligazionario è stato quello di spingere gli investitori ad assumersi un maggior rischio di credito, pesando sui rendimenti dei titoli più sicuri e con rating più alti e sui titoli a lungo termine.
L’effetto del tapering, invece, sarà quello di innalzare le curve di rendimento dei titoli obbligazionari, pesando sul prezzo dei titoli con una scadenza a lungo raggio. AB, in vista di questo contesto, consiglia la vendita di quest’ultimi a favore dell’acquisto di titoli con una scadenza minore.
Un’altra possibilità che si apre con il prossimo arrivo del tapering è sui titoli ad alto rendimento.
AB spiega:
La crescita economica è in miglioramento, la leva finanziaria è modesta, i debitori non contraggono grossi nuovi debiti e buona parte delle nuove obbligazioni della regione è usata per rifinanziare i prestiti già in essere. È quindi improbabile che si verifichi a breve un aumento dei tassi di insolvenza. Inoltre, le obbligazioni high-yield tendono a prosperare quando vi è un aumento della crescita e i tassi di interesse sono in procinto di salire.
Infine, con l’evoluzione delle dinamiche di mercato è possibile che alcuni settori obbligazionari se la cavino meglio di altri. Tra i probabili beneficiari di un contesto favorevole alla crescita dei rendimenti vi è il settore dei finanziari, che ha visto i propri margini di profitto assolutamente schiacciati da una politica monetaria estremamente accomodante. In più, i finanziari sono esclusi dal programma di acquisto Qe della Bce, a voler intendere che il loro ulteriore isolamento potrebbe diventare un vantaggio perché esclusi dall’aumento dei prezzi che il tapering innescherà.
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