Russia e Nato verso la guerra totale: missili su tutta l’Ucraina dopo colloquio Putin-Macron

Alessandro Cipolla

04/05/2022

04/05/2022 - 08:43

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Altro che pace, Russia e Nato sono proiettate verso una guerra totale: dopo il colloquio tra Putin e Macron, una pioggia di missili ha investito le principali città dell’Ucraina sfiorando il confine ungherese e slovacco. Biden: “Se non fermiamo i dittatori, continueranno a sorgerne”.

Russia e Nato verso la guerra totale: missili su tutta l’Ucraina dopo colloquio Putin-Macron

Se questi sono gli effetti delle trattative di pace, forse al momento ci sono davvero poche speranze di veder terminare a breve questa guerra che ormai sta andando avanti dallo scorso 24 febbraio.

La notizia principale di ieri senza dubbio è stata quella del lungo colloquio telefonico, durato oltre due ore stando, tra il presidente russo Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron, fresco di vittoria elettorale al ballottaggio contro Marine Le Pen.

Stando a fonti francesi, Macron avrebbe chiesto a Putin che “la Russia sia all’altezza delle sue responsabilità di membro permanente del Consiglio di sicurezza, mettendo fine alla sua aggressione devastatrice”.

Secondo quanto riportato dalla agenzia russa Taas, Putin invece avrebbe ribadito come “l’Ucraina non sarebbe pronta per negoziati seri per porre fine al conflitto con la Russia”, chiedendo poi che l’Ue smetta di fornire armi a Kiev.

Per i media il colloquio tra i due leader però sarebbe stato un sostanziale buco nell’acqua, con l’unica conseguenza che è stata quella di un intensificarsi dei bombardamenti da parte dei russi con tutte le principali città ucraine che sono state colpite nelle scorse ore in una sorta di prova generale di quella guerra totale che potrebbe essere dichiarata il prossimo 9 maggio.

Russia e Nato verso una guerra totale?

Per non correre rischi che il colloquio tra Vladimir Putin ed Emmanuel Macron potesse far registrare qualche passo in avanti verso un accordo di pace, il presidente americano Joe Biden poco dopo la telefonata trra i due leader ha usato nuovamente toni molto duri nei confronti del collega russo.

Le atrocità rivoltanti di cui abbiamo prova sono state dirette da Putin - ha dichiarato Biden - Gli Stati Uniti stanno guidando il sostegno agli ucraini per difendere il loro Paese, se non fermiamo i dittatori continueranno a sorgerne”.

Se consideriamo poi che queste parole sono state pronunciate da una fabbrica che produce i missili Javelin “ne abbiamo inviati 50.000 in Ucraina”, questo fa capire quale sia la posizione degli Stati Uniti in questa guerra.

Per non essere da meno, Boris Johnson mentre Emmanuel Macron era collegato telefonicamente con il Cremlino ha annunciato ulteriori 300 milioni di forniture militari a Kiev, compresi pezzi di artiglieria pesante.

Questo non vuol dire che la colpa di questa situazione sia tutta di Biden e Johnson, ci mancherebbe, ma che ancora una volta Londra e Washington sembrerebbero remare contro ogni possibile concreta trattativa di pace come se il loro scopo fosse il prosieguo della guerra.

Fatto sta che la Russia poco dopo la fine della telefonata tra Putin e Macron, ha lanciato missili non solo verso il fronte caldo del Donbass, ma anche in direzione di Kiev, Leopoli e Dnipro mirando soprattutto alle linee ferroviarie.

Segno di come anche dalle parti del Cremlino non ci sia una gran voglia di terminare la guerra prima di aver raggiunto i propri obiettivi, con i missili che per la prima volta hanno colpito anche la Transcarpazia, una zona vicina al confine con Ungheria e Slovacchia.

La Nato da tempo schierata in massa lungo i suoi confini orientali, con le sue recenti esercitazioni militari ha mandato un chiaro messaggio a Mosca di essere pronta a ogni eventualità.

Questo Putin lo sa bene e se davvero il prossimo 9 maggio dovesse dichiarare una guerra totale in Ucraina, a quel punto una escalation bellica nel cuore dell’Europa, con l’incubo nucleare a fare da sfondo, potrebbe essere inevitabile.

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