Riforma pensioni bocciata (ancora) dall’Unione Europea

Simone Micocci

21 Febbraio 2019 - 09:24

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Mercoledì prossimo sarà ufficiale la bocciatura della riforma delle pensioni e del reddito di cittadinanza da parte della Commissione Europea: preoccupa la crescita e la stabilità dei conti pubblici.

Riforma pensioni bocciata (ancora) dall’Unione Europea

Non c’è pace per la riforma delle pensioni: secondo le ultime notizie riportate in anteprima da Repubblica.it, mercoledì prossimo arriverà l’ennesima bocciatura ai danni di Quota 100 da parte dell’Unione Europea.

L’accordo raggiunto tra Conte e l’UE alla fine del 2018 che ha portato alla definizione della Legge di Bilancio con un deficit passato dal 2,4% al 2,04% del PIL, quindi, non è bastato per convincere la Commissione Europea sulla sostenibilità di alcuni provvedimenti attuati dal Governo Giallo-Verde, Quota 100 e reddito di cittadinanza su tutti.

La bocciatura di Bruxelles verrà ufficializzata la prossima settimana, nella giornata di mercoledì 27 febbraio quando verrà pubblicato il Country Report, la pagella annuale sullo stato dell’economia dei singoli Paesi dell’Eurozona. Come anticipato da Repubblica.it, quindi, nel Country Report verranno ufficializzati tutti i timori che la Commissione Europea aveva presentato al Governo durante le trattative per evitare la procedura di infrazione ai danni dell’Italia, con la riforma delle pensioni al centro del dibattito.

Unione Europea preoccupata per la riforma delle pensioni

Che la riforma delle pensioni, così come pure il reddito di cittadinanza, non piacesse all’UE non è un segreto: secondo le ultime indiscrezioni, però, sembra che questa preoccupazione verrà messa nero su bianco nel Country Report che verrà pubblicato la prossima settimana.

La bocciatura della Commissione Europea è totale: nella bozza anticipata queste ore, infatti, si legge che in Italia non sono previste misure “capaci di impattare positivamente sulla crescita a lungo termine”. Quindi né Quota 100 né il reddito di cittadinanza sono due misure che - secondo il parere della Commissione Europea, possono portare benefici all’economia italiana che ne rischia di essere profondamente danneggiata.

D’altronde che da parte della Commissione Europea arrivasse l’ennesima bocciatura ai danni dell’Unione Europea era scontato: ricordiamo, infatti, che questa già qualche settimana fa ha abbassato le stime di crescita per l’economia del nostro Paese, passando da una percentuale dell’1,2 allo 0,2 per cento.

L’aumento della spesa pensionistica rischia di peggiorare la sostenibilità del debito; meno pericoloso il reddito di cittadinanza che però non avrà né effetti significativi sul PIL né tantomeno sarà di aiuto all’occupazione.

La paura della Commissione Europea è anche un’altra, che noi stessi vi abbiamo anticipato qualche mese fa: come si legge nella bozza del Country Report, bisogna considerare il rischio contagio sugli altri Paesi dell’Unione, dal momento che la difficile situazione economica che si troverà ad attraversare il nostro Paese e la mancata riduzione del debito pubblico potrebbe ripercuotersi sul resto dell’Eurozona.

Anche il FMI boccia ancora la riforma delle pensioni

Questo mese, oltre alla bocciatura della Commissione Europea che verrà ufficializzata solamente la prossima settimana, c’è stato anche il giudizio negativo espresso dal FMI. Nel dettaglio, il responsabile del Fondo Monetario Internazionale - Rishi Goyal - ha espresso più di qualche dubbio su Quota 100 e reddito di cittadinanza, le due misure “bandiera” del Governo Lega-M5S.

Anche il FMI, infatti, è preoccupato per l’effetto di queste due misure sulla crescita del Paese: se reddito di cittadinanza preoccupa per il possibile “scoraggiamento della partecipazione alla forza lavoro formale”, ben più negativo il giudizio su Quota 100.

I cambiamenti che riducono l’età pensionabile effettiva” aumentando la spesa previdenziale graveranno ancora di più sulle generazioni dei più giovani, lasciando meno spazio alle politiche di investimento pro-crescita. L’Italia nei prossimi anni si troverà infatti ad affrontare delle “significative pressioni di spesa” che metteranno sotto pressione i conti pubblici. Il costo di Quota 100 è pari all’1% del PIL e secondo il Fondo sono molto ottimistiche le previsioni di crescita e nell’occupazione con il quale il Governo intende recuperare le risorse.

Sarà il Governo giallo-verde a dover dimostrare che sia il FMI che alla Commissione Europea si sbagliano e che le previsioni di crescita indicate nella Legge di Bilancio sono raggiungibili; almeno per il momento, comunque, non ci sarà alcuna manovra correttiva per rivedere la spesa, come ribadito in queste ore da Matteo Salvini che ha escluso categoricamente questa possibilità dicendo di voler attendere che “le misure abbiano dato effetto”.

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