Sostanziale via libera del presidente dell’INPS Tito Boeri al piano rimborsi per le pensioni non rivalutate stabilito dal Governo a cui si aggiungono le proposte per la riforma delle pensioni e l’analisi del problema della povertà in Italia.
Intervenuto in un’audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera, il presidente dell’INPS è tornato a parlare della riforma delle pensioni, del piano messo in campo dal Governo per intervenire sul vulnus delle pensioni non rivalutate e del problema, sempre più preoccupante, della povertà in Italia.
Tito Boeri ha sostanzialmente approvato le misure che vedranno la luce nel decreto, di prossima emanazione, sul rimborso delle pensioni non rivalutate, in seguito all’emanazione della sentenza della Corte Costituzionale sull’incostituzionalità della riforma Fornero ed è tornato a parlare di quell’intervento organico di riforma del comparto previdenziale che viene, ormai, percepito come sempre più urgente.
Le proposte dell’INPS sulle pensioni
Secondo quanto dichiarato da Boeri, l’INPS presenterà a breve, probabilmente già a Giugno, sia al Governo che al Parlamento, una proposta di riforma delle pensioni che andrà a intervenire su quelle che sono le maggiori pecche dell’attuale sistema pensionistico.
In questi giorni, infatti, è stato rilevato come le pensioni di un giovane che attualmente lavora sarà irrisoria mentre molti pensionati percepiscono attualmente fino a tre trattamenti pensionistici differenti. Altro problema macroscopico messo in luce dal Civ nella redazione del bilancio dell’INPS, in perdita per il quarto anno consecutivo, sono i trattamenti pensionistici dei dipendenti pubblici che percepiscono fino al 60% in più rispetto ai contributi versati durante la vita lavorativa.
Quelli descritti sopra sono solo due dei tanti problemi che affliggono la previdenza italiana per la quale l’INPS e Boeri si sono
"impegnati entro il mese di giugno di arrivare a una proposta sull’asse assistenza-previdenza"
una proposta tutt’altro che teorica e sommaria, dal momento che potrà essere
"posta in atto immediatamente, dove esistono già gli strumenti normativi, un articolato, esistono già le coperture finanziarie, trovate all’interno della proposta stessa, e soprattutto esiste già un’amministrazione in grado di mettere in atto queste politiche"
Per quel che si conosce al momento attuale la volontà è, appunto, quella di intervenire sui trattamenti pensionistici più elevati e su tutti i pensionati il cui trattamento pensionistico supera i contributi versati (non solo statali ma anche ferrovieri ed elettrici, ad esempio); sul fronte dell’assistenza la volontà di Boeri è quella di tutelare soprattutto i disoccupati della fascia 55-65 anni.
Le proposte dell’INPS già allo studio del Governo
Come annunciato ieri dal Premier Renzi, un intervento organico sulla previdenza dovrebbe vedere la luce all’interno della prossima Legge di Stabilità. Già allo studio del Governo sono, comunque, alcune delle proposte avanzate da Boeri e dall’INPS.
Tra di esse occorre ricordare almeno le seguenti:
- imporre un contributo di solidarietà, ossia un prelievo forzoso, ai trattamenti pensionistici più alti: si tratta di una misura che permette di finanziare la riforma delle pensioni anche se, come la riforma Fornero, rischierebbe di essere successivamente bocciata dalla Corte Costituzionale;
- imporre un contributo di solidarietà più alto ai pensionati che hanno avuto accesso alla pensione con il sistema retributivo che assegna un trattamento superiore rispetto ai contributi effettivamente versati nella vita lavorativa;
- nel meccanismo delle penalizzazioni per accedere alla pensione anticipata, la penalizzazione stessa potrebbe essere più onerosa per quella parte di pensione concessa con il sistema retributivo, nel caso di trattamenti soggetti a sistema misto;
Inps: i numeri della povertà
Altro problema toccato da Boeri è stato quello della povertà in Italia un fenomeno che poteva essere evitato mettendo in campo maggiori e differenti ammortizzatori sociali e che avrebbe evitato di arrivare a una situazione in cui si è passati in pochi anni da 11 a 15 milioni di italiani sotto la soglia di povertà.
L’aumento della percentuali di italiani poveri (dal 18% al 25%) rappresenta, insieme alle crescenti disuguaglianze fra redditi, l’eredità più pesante della crisi economica e tale situazione è ben testimoniata, ad esempio, dal successo del Bonus Bebè, uno strumento di contrasto alla povertà per il quale, in pochi giorni, sono state presentate ben 15000 domande.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti