Dopo molte indiscrezioni arriva la conferma, da parte del Governo, della direzione che prenderà la prossima riforma delle pensioni, contenuta nella legge di stabilità: la strada è quella della pensione anticipata con penalizzazioni.
Nella conferenza stampa di ieri in cui il premier Matteo Renzi, affiancato dai ministri Poletti e Padoan, ha annunciato quali saranno le misure previste dal decreto sul rimborso delle pensioni che, negli scorsi anni, non sono state oggetto di rivalutazione, per effetto della riforma Fornero, sono arrivati importanti annunci anche riguardo al delicato tema della riforma delle pensioni.
Come già era stato annunciato dal Premier pochi giorni fa, alla trasmissione televisiva l’Arena, l’accenno fatto alla riforma delle pensioni ieri, ha chiarito quali sono le intenzioni del Governo, quali saranno i tempi di un intervento organico di riforma del comparto previdenziale e, soprattutto, quali saranno le modalità e la direzione che tale intervento prenderà.
Pensione anticipata con penalizzazioni
Lo strumento principale con cui verrà attuata una revisione della disciplina previdenziale attualmente vigente sarà quello della pensione anticipata con penalizzazioni. Sarà in altri termini valorizzato lo strumento della flessibilità in uscita che consentirà di andare in pensione prima della soglia di anzianità (requisito anagrafico) previsto dalla legge, a costo di una decurtazione dell’importo dell’assegno pensionistico.
Il Governo intende dunque dare più spazio e più margine di utilizzo allo strumento della flessibilità in uscita che consentirà di liberare nuovi posti di lavoro e di ridurre, allo stesso tempo, le somme erogate nei trattamenti pensionistici.
Come ha spiegato lo stesso Renzi, ricorrendo a un esempio, potrebbe configurarsi la seguente situazione - tipo:
"Se una donna a 62 anni preferisce stare con il nipotino rinunciando 20-30 euro ma magari risparmiando di baby sitter bisognerà trovare le modalità per cui, sempre con attenzione ai denari, si possa permettere a questa nonna di andarsi a godere il nipotino"
Pensione anticipata: come avviene
L’intervento di riforma del comparto pensionistico vedrà, con ogni probabilità, la luce all’interno della prossima legge di stabilità. La ratio generale con cui verrà reso operativo lo strumento della pensione anticipata è quello dei criteri flessibili di uscita dal mondo del lavoro, pur con delle penalizzazioni sull’assegno mensile erogato dall’Inps.
Dopo un dibattito che si protrae ormai da molti mesi e nel quale si sono susseguite proposte della stessa l’INPS, per bocca del neo presidente Tito Boeri e proposte delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, viene scelta la strada caldeggiata dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, per intervenire sulla riforma Fornero.
Riforma delle pensioni e età pensionabile
Tra le ipotesi allo studio del Governo, strettamente correlate al tema della flessibilità in uscita e che, quindi, troveranno con molte probabilità una reale attuazione, vi è, poi, anche un intervento sull’età pensionabile che potrebbe essere ragionevolmente ridotta, rispetto alla soglia attualmente vigente dei 66 e 3 mesi per tutti i lavoratori e le lavoratrici (fanno eccezione le lavoratrici del settore privato che devono rispettare il requisito anagrafico dei 63 e 9 mesi).
Il tema dell’età pensionabile è strettamente correlato a quello della flessibilità in uscita poiché quest’ultima misura prevede che vi siano penalizzazioni maggiori, sull’importo dell’assegno pensionistico, all’aumentare della distanza (anticipo) tra l’età effettiva in cui si sceglie di ottenere la pensione e l’età standard prevista per il pensionalmento, ossia le soglie anagrafiche per accedere alla pensione di vecchiaia senza penalizzazioni.
Lo strumento della flessibilità in uscita, come accennato sopra, servirà per liberare nuovi posti di lavoro e, quindi, per favorire il ricambio e la staffetta generazionale; inoltre un altro importante punto allo studio del Governo è l’estensione del sistema contributivo e del relativo calcolo per la determinazione dell’assegno pensionistico, a tutti i contribuenti, compresi quelli che andranno in pensione con il sistema retributivo o misto.
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