Reddito di cittadinanza (di quarantena) contro il coronavirus ai precari della cultura: la proposta

Teresa Maddonni

11/03/2020

Reddito di cittadinanza (di quarantena) contro il coronavirus anche ai precari della cultura che stanno soffrendo una crisi che si fa sempre più pesante. Vediamo qual è la proposta delle case editrici e dei piccoli imprenditori del mondo culturale.

Reddito di cittadinanza (di quarantena) contro il coronavirus ai precari della cultura: la proposta

Un reddito di cittadinanza di quarantena contro il coronavirus: questo chiedono nello specifico i lavoratori della cultura precari che sono tra quelli che in questo momento stanno soffrendo a causa delle misure restrittive del governo messe in pratica per arginare l’epidemia di COVID-19 in atto nel nostro Paese.

A lanciare l’appello La cultura non viene (mai) dopo che sta circolando da ore in rete, per un reddito di cittadinanza esteso e quindi di quarantena, sono i lavoratori della cultura appunto, gli autonomi in una situazione di precarietà che sono anche freelance e dei quali al momento non si parla.

I teatri sono chiusi, ma anche le librerie e le piccole case editrici indipendenti stanno soffrendo questa terribile situazione.

Per musicisti, lavoratori del teatro e piccoli imprenditori della cultura non ci sono ammortizzatori sociali previsti al momento e sembra che dal governo non arrivi alcuna parola per le maestranze della cultura.

Vediamo allora cosa chiedono nell’appello i lavoratori della cultura e cosa dovrebbe essere il reddito di cittadinanza di quarantena contro il coronavirus.

Reddito di cittadinanza (di quarantena) per coronavirus: l’appello

I precari della cultura lanciano l’appello che sta circolando in rete per un reddito di cittadinanza e di quarantena contro il coronavirus che possa aiutare un settore che al momento è estremamente in difficoltà.

Si parla poco dei teatri e dei cinema, dei piccoli e grandi eventi culturali, se non per dire che sono stati chiusi. Giusto è al contrario dire che le maestranze e i piccoli imprenditori della cultura sono in difficoltà perché per loro ammortizzatori sociali e tutele non sono previste (si attendono in merito ancora le misure speciali per i lavoratori dipendenti e non).

L’appello è stato lanciato dalla casa editrice Momo Edizioni e ha tra i firmatari anche altre piccole case editrici, scrittori e lavoratori della cultura. In particolare nell’appello si legge:

“Non possiamo rimanere, come si chiede, dentro casa e aiutare il rallentamento del contagio se siamo costretti ad uscire per cercare modi di sopravvivere. Per questo sosteniamo l’urgenza dell’istituzione di un reddito garantito, “di quarantena” anche attraverso ad esempio l’ampliamento dell’attuale reddito di cittadinanza che continua a escludere troppe figure, rendendo più ampio l’accesso alla domanda e dunque aumentando i beneficiari. Misure di sostegno di questo tipo sono il minimo che può pensare uno stato di diritto, per contrastare tanto il virus che le difficoltà economiche e sociali che milioni di persone si trovano a subire.”

Si chiede dunque di ampliare il reddito di cittadinanza anche alle figure che a oggi sembrano escluse affinché diventi un reddito di cittadinanza di quarantena per aiutare piccole realtà indipendenti del mondo della cultura, come le case editrici, che stanno soffrendo in questa situazione di precarietà.

Reddito di quarantena per tutti i precari

Si parla da qualche giorno di un reddito di quarantena che sembra ricalcare il reddito di cittadinanza per fronteggiare l’emergenza di coronavirus.

Un reddito di quarantena che non riguarda solo i lavoratori della cultura, ma che ha coinvolto per esempio anche i riders a Bologna.

Il governo sta pensando a misure per le partite Iva, ma chi rivendica il diritto al reddito di quarantena, come i lavoratori della cultura, o anche un reddito di cittadinanza, lo fa perché teme che molti lavoratori possano alla fine essere esclusi da questi interventi straordinari.

La proposta del reddito di quarantena è stata pensata e lanciata già nei giorni scorsi dall’Adl Cobas. Come riporta il Manifesto nelle parole di Luca Dall’Agnol di Adl Cobas:

“si tratta di una garanzia di reddito indispensabile, un sostegno economico immediato per tutti i precari della cultura, e per tutte le piccole imprese culturali del Paese. E se possibile allargando la stessa misura a tutti i precari. ”

Quindi un reddito di quarantena per tutti i precari che possa aiutare a superare la sfida che il coronavirus ha lanciato al nostro Paese.

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