Polizia Penitenziaria: accorpamento nella Polizia di Stato o nei Carabinieri?

Redazione

6 Febbraio 2018 - 15:35

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Si continua a parlare di un possibile accorpamento della Polizia Penitenziaria; ecco quali sarebbero i vantaggi di un’unione con l’Arma dei Carabinieri.

Polizia Penitenziaria: accorpamento nella Polizia di Stato o nei Carabinieri?

Dopo l’accorpamento della Forestale nei Carabinieri in Italia si prospetta una nuova rivoluzione del comparto Difesa e Sicurezza che riguarderà da vicino la Polizia Penitenziaria.

O almeno questo è il punto centrale di un articolo che ci è arrivato in queste ore in redazione che abbiamo deciso di pubblicare.

Prima di riportarlo però dobbiamo fare alcune premesse. Nell’articolo viene fatto riferimento a quanto scritto da Il Sole 24 Ore; il quotidiano economico ha stilato una tabella facendo un confronto tra il programma Difesa e Sicurezza delle principali forze politiche in campo il 4 marzo prossimo, quali Centrodestra, Centrosinistra, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali.

Nella parte riguardante il Movimento 5 Stelle si legge della possibilità di un accorpamento di tutte le principali Forze Armate, con la creazione di una Forza di Polizia unica. In realtà dobbiamo smentire questa ipotesi: noi di Money.it, infatti, abbiamo intervistato l’onorevole Luca Frusone del Movimento 5 Stelle, membro della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, il quale in merito all’intenzione del M5S di procedere con un nuovo accorpamento ha dichiarato:

“Sul nostro programma non c’è nulla perché non è nostra intenzione. Non è problema di numeri di polizie ma di duplicazione delle funzioni e quelle sì, vanno corrette” (clicca qui per l’intervista completa).

A quanto pare quindi quanto scritto dal Sole 24 Ore non è esatto. Tuttavia l’ipotesi di un accorpamento non sembra dispiacere alla Polizia Penitenziaria che da tempo invoca a questa opportunità. Per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare l’articolo che ci è stato proposto, di cui di seguito trovate il testo completo.

Polizia di stato dell’esecuzione penale o Carabinieri Penitenziari?

In occasione dei tragici eventi di Macerata, i partiti puntano con forza su sicurezza e carceri, paventando anche ulteriori accorpamenti tra le Forze dell’Ordine.

Tralasciando l’improbabile e arduo accorpamento delle Fiamme Gialle, dopo l’accorpamento del Corpo Forestale nei Carabinier in Italia ci potrebbe essere una nuova e importante rivoluzione del comparto Sicurezza-Difesa - riguardante Carabinieri e Polizia Penitenziaria - così come anticipato dal Sole 24 Ore.

Accanto alla bozza che vede la Polizia Penitenziaria inglobata nella Polizia di Stato, potrebbe prospettarsi la creazione dei Carabinieri Penitenziari, soprattutto grazie al fatto che la maggiore articolazione dei Carabinieri in comuni e periferie, permetterebbe una più economica e capillare attività di controllo dei detenuti ammessi alle misure alternative alla detenzione sul territorio, che nel tempo sono destinate a diventare la regola rispetto al carcere.

Peraltro si tratterebbe di un ritorno al passato, quando i Carabinieri eseguivano, fino al 1995, le traduzioni e i piantonamenti dei detenuti.

Andando a snocciolare le articolazioni concrete di questa auspicabile riforma vi potrebbe essere l’affidamento della cura e la gestione dei detenuti non ai poliziotti (penitenziari) ma a dei professionisti di tipo psico-pedagogico con l’istituzione di un corpo di sicurezza non avente funzioni di polizia generali.

In tal modo si attuerebbe una vera razionalizzazione delle Forze di Polizia attraverso la Polizia Penitenziaria che confluirebbe nei Carabinieri Penitenziari, con compiti di:

  • controllo esterno della struttura detentiva;
  • monitoraggio sul territorio delle misure alternative alla detenzione e funzioni collegate all’esecuzione penale esterna ed al sistema dei controlli nei palazzi di giustizia;
  • attività di tutela di autorità e magistrati.

Si tratterebbe di riforma in linea con i principi derivanti dalle Istituzioni Europee laddove la Raccomandazione R(2006)2 del Comitato dei Ministri agli Stati membri del Consiglio d’Europa sulle Regole penitenziarie europee PARTE V Direzione e Personale afferma che la direzione degli Istituti Penitenziari venga affidata ad autorità pubbliche non facenti parte dell’Esercito, della Polizia e dei servizi di indagine penitenziaria.

Norma attualmente in contrasto con il sistema italiano che attribuisce alla Polizia Penitenziaria con al vertice gerarchico i direttori, la gestione delle carceri, nonostante questa sia a tutti gli effetti Corpo di Polizia nazionale.

Come nella bozza precedente relativa all’accorpamento della penitenziaria in Polizia di Stato ciò comporterebbe:

  • scioglimento del Corpo di Polizia Penitenziaria e confluenza nei Carabinieri penitenziari;
  • istituzione di un nuovo Corpo Penitenziario, diviso in varie aree e specializzazioni con funzioni di polizia giudiziaria limitate all’urgenza e all’espletamento del servizio e conseguente valorizzazione dei funzionari giuridico pedagogici del carcere, a cui verrebbe affidato il compito di accompagnare i detenuti nel percorso di reinserimento sociale;
  • nel Corpo Penitenziario a cui verrebbe affidata, similmente al sistema carcerario spagnolo, la custodia detentiva e i piantonamenti di detenuti e internati, confluirebbero oltre ai nuovi giovani reclutati anche gli appartenenti al disciolto Corpo della Polizia Penitenziaria, che rifiutando il passaggio nell’Arma dei Carabinieri, manterrebbero lo stesso trattamento economico di provenienza.
  • inoltre, grazie alla creazione dei Carabinieri Penitenziari, ci sarebbe un incremento dei controlli sui detenuti, ammessi alle misure alternative alla detenzione, in continua esponenziale crescita;
  • con il personale in esubero della disciolta Polizia Penitenziaria verrebbero incrementate le altre articolazioni dell’Arma, ed in particolare gli esigui organici delle stazioni dei Carabinieri che concorreranno a garantire maggiore controlli sulle misure alternative alla detenzione e sul territorio in favore della cittadinanza;
  • una maggiore possibilità di utilizzo a fini investigativi, delle preziose informazioni provenienti dal carcere;
  • la riduzione delle Forze di Polizia nazionali da 4 a 3.

Certamente in questo caso oltre ad una maggiore funzionalità del sistema vi sarebbe il favore dell’Arma (i cui mezzi hanno lo stesso colore di vernice dei mezzi della penitenziaria) che acquisirebbe nuove esclusive competenze.

Al contrario è prevedibile la resistenza della Polizia di Stato (vedi bozza del relativo accorpamento ), che fino ad ora era stata individuata come preferita per un eventuale accorpamento della Penitenziaria, con l’ovvio favore dei sindacati della penitenziaria, che “sopravviverebbero” solo in caso di confluenza della Penitenziaria nella Polizia di Stato, essendo i carabinieri corpo militare.

Tutto dipenderà dai risultati delle prossime elezioni, con i partiti che certamente non perderanno l’occasione di prendere posizione su tale importante impegno elettorale.

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