Politica monetaria: le previsioni 2017 per Fed, BCE, BoE e BoJ

admin

29 Dicembre 2016 - 18:00

Quali sono le aspettative per la politica monetaria delle maggiori banche centrali mondiali per il 2017?

Politica monetaria: le previsioni 2017 per Fed, BCE, BoE e BoJ

Con l’arrivo imminente del 2017 è tempo di previsioni, anche sul fronte della politica monetaria che caratterizzerà le decisioni delle principali banche monetarie del mondo.

Per delineare al meglio le previsioni 2017 sulla politica monetaria riportiamo la view di alcuni analisti di mercato, a cui è stato domandato quali saranno le politiche che secondo loro verranno adottate dalle banche centrali come Federal Reserve, Bank of England, Banca Centrale Europea e Bank of Japan e quali saranno le principali insidie ad attenderle.

Di seguito vediamo le previsioni 2017 sul futuro delle banche centrali, tenendo conto dei pareri degli analisti di mercato, in merito alle politiche economiche e monetarie che verranno adottate da Fed, BCE, BoE e BoJ nel corso del prossimo anno.

Federal Reserve, previsioni 2017:due o tre aumenti dei tassi

Cominciamo dalla Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. Gli analisti si aspettano, nel prossimo 2017, almeno due aumenti dei tassi di interesse. In particolare, fa sapere Alex Dryden, strategist di mercato presso la JP Morgan, che “se l’inflazione dovesse iniziare ad arrivare nel 2017 si potrebbe assistere almeno a tre o quattro aumenti dei tassi durante il prossimo anno - un ciclo di rialzo relativamente mite rispetto alla storia ma più di quanto il mercato stia attualmente prezzando”.

Secondo quanto dichiarato da Joseph LaVorgna, capo economista americano presso la Deutsche Bank, la Fed nel 2017 “non terrà un atteggiamento troppo aggressivo”, a causa in particolare della delicata “situazione geopolitica” che potrebbe avere ripercussioni in ogni angolo del mondo.

Al contrario di Dryden - convinto che la politica monetaria possa venire influenzata dalle difficoltà politiche che avrà il neo-presidente eletto Donald Trump nel riuscire a far passare alcuni provvedimenti al Congresso - il capo economista della Deutsche Bank si è detto meno preoccupato da quella che sarà la politica interna degli Stati Uniti.

BCE, previsioni 2017: arriva il tapering?

Ancora più complicato appare il quadro attorno alla Banca Centrale Europea. L’area euro, infatti, non sta crescendo ai ritmi sperati, e la BCE sembra essere lontana dal raggiungimento dell’obiettivo di portare il tasso di inflazione al 2% (almeno non prima del 2018).

A questo va ad aggiungersi il delicato quadro politico dell’eurozona che nel 2017 potrebbe essere messo in crisi dall’affermarsi di alcuni partiti populisti che, con ogni probabilità, daranno del filo da torcere alla stabilità politica nelle prossime elezioni che interesseranno Olanda, Francia e Germania. Per questo la BCE potrebbe mantenere un atteggiamento più cauto per quanto riguarda la sua politica monetaria.

Alla riunione di dicembre presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato un’estensione del programma di quantitative easing, ma anche una riduzione dell’importo mensile degli acquisti da 80 a 60 miliardi di euro da aprile 2017.

“Rimanendo nel mercato fino alla fine del 2017 la BCE ha confermato il suo impegno a mantenere un approccio accomodante anche oltre il 2018”,

commenta Elwin de Groot di Rabobank.

"Detto questo, continuo a pensare che il suo ’aggiustamento’ nel programma di acquisto di asset a partire da aprile in poi stia dando qualche indicazione sul passo che probabilmente la BCE vorrebbe fare per uscire dal programma una volta che le condizioni si saranno sistemata”,

ha aggiunto de Groot ha detto, secondo cui rimane improbabile che la BCE rialzi i tassi prima del terzo trimestre del 2018.

Secondo la Bayerische Landesbank, i pericoli principali che attendono la BCE sono rappresentati da un aumento dei rendimenti dei Bund tedeschi e degli spread tra Paesi e asset in Europa sulla scia del rialzo dei rendimenti dei titoli statunitensi e/o di un ritorno più veloce del previsto di un rialzo dell’inflazione armonizzata nella zona euro verso il target al 2%.

Non può mancare il riferimento ai “rischi politici” che potrebbero derivare dall’ascesa dei partiti anti-establishment e che potrebbero ripercuotersi su tutta l’Unione Europea.

Bank of England, previsioni 2017: tutto dipende dalla crescita

Si prospetta un 2017 turbolento e alquanto delicato anche dalle parti della Bank of England. Dopo il voto popolare che ha spinto il Regno Unito a lasciare l’Europa, Mark Carney, attuale governatore della Bank of England, è stato veloce nell’annunciare nuovo stimolo di politica monetaria nel Regno Unito, tagliando i tassi di interesse allo 0,25%, ampliando il programma di quantitative easing e aggiungendo l’acquisto di corporate bond.

La maggior parte degli analisti non si aspetta grossi cambiamenti nel 2017, con una crescita economica destinata e rimanere tenue e con l’inflazione che continuerà a crescere.

Philip Shaw, capo economista di Investec, fa sapere che “le nostre aspettative sono che il MPC (Comitato di Politica Monetaria) continuerà a mantenere il tasso della Banca intorno allo 0,25%, mantenendo il target del QE a £435 miliardi. In questo scenario si assisterà a una lenta crescita, ma non disperatamente debole, su cui spiccherà l’inflazione al di sopra del 3,5%, destinata comunque a scendere prima della fine del 2017”.

Kallum Pickering, economista alla Berenberg, mostra un certo realismo circa la crescita che attenderà il Regno Unito nei prossimi mesi, da lui definita “mediocre” e che risentirà dell’incertezza della Brexit. In questo quadro, l’occupazione si manterrà ad alti livelli, così come l’inflazione sarà destinata a crescere a causa della svalutazione della sterlina.

Ma alla fine tutto dipenderà dalla crescita. Se il PIL sorprende al ribasso e la domanda peggiora, la BoE potrebbe annunciare un ulteriore stimolo di politica monetaria. Ma se la crescita continua a sorprendere al rialzo nel 2017 e l’economia continua ad espandersi, la pressione inflazionistica interna dovrebbe iniziare a sostenere la valutazione della sterlina.

Bank of Japan, previsioni 2017: in sospeso, ma potrebbe stupire

Grande attenzione ruota attorno a quella che sarà la politica economica del Giappone e le politiche monetarie che deciderà di intraprendere la Banca Centrale nipponica.
Hiroshi Ugai, amministratore delegato della sede giapponese di JP Morgan, si aspetta “che la BoJ, nel 2017, resti in attesa”.

“Questo perché la BoJ punta a mantenere lo slancio verso il raggiungimento del 2% come base per poter attuare un ulteriore allentamento piuttosto a quando verrà raggiunto il target di stabilità dei prezzi, e perché la Banca presta molta attenzione all’abbassamento della curva dei rendimenti sui profitti e i capitali delle istituzioni finanziarie”.

La Bank of Japan lo scorso settembre aveva sorpreso i mercati annunciando un’importante virata della sua politica economica, spostandosi dai target di politica monetaria al controllo dei rendimenti dei titoli di Stato. All’epoca, il governatore della BoJ Haruhiko Kuroda aveva ribadito che non ci sarebbero stati ulteriori stimoli per far sì che l’inflazione potesse avvicinarsi al target del 2%.

Michael Every, capo della ricerca sui mercati finanziari di Rabobank a Hong-Kong, si aspetta che la BoJ continui con il QE e lo espandi "in altri modi".

"Penso che sarà costretta a indirizzare i rendimenti del JGB a zero oltre il decennale per cercare di controllare la curva. Sarà necessario in quanto il governo si muoverà verso uno stimolo fiscale sempre più grande. In effetti, sarà un avvicinarsi all’helicopter money".

Fonte: CNBC

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