Gli esperti del settore li chiamano Pigs, riferendosi ad alcuni paesi dell’Unione europea contraddistinti da situazioni finanziarie non troppo virtuose. L’acronimo, usato dai giornalisti economici in senso dispregiativo, è formato dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna e aggiungendo un’altra I include anche l’Italia.
A suggerire il cattivo stato delle economie dei Paesi in questione è la traduzione della parola Pigs che in inglese significa “maiali”. In America il corrispettivo di Pigs è Gipsi che significa zingari, cambia quindi l’ordine dei fattori, ma la sostanza negativa, resta. Tuttavia, sembra che ci siano buone notizie per i Pigs che negli ultimi mesi hanno registrato indici di borsa e rendimenti bond da record.
La ripresa dei Pigs
Il momento di svolta potrebbere essere stato quel 24 luglio scorso, giorno che ha visto il lancio da parte della Bce di Mario Draghi dello scudo anti-spread. Da quel momento qualcosa è cambiato ed è iniziata la ripresa dei Pigs:
- In Grecia i bond a 10 anni, con un rapporto rischio/rendimento altissimo, sono passati dal 28% al 10% comportando l’impennata dei prezzi che si muovono in direzione opposta. Per quanto riguarda la borsa, Atene può festeggiare un parziale +64% posizionandosi nel periodo di riferimento tra le migliori borse del mondo.
- In Portogallo i titoli sono passati dal 10,8% al 6,21%.
- Anche l’Irlanda ha registrato un netto miglioramento che ha portato alla diminuzione del rischio sul debito e quindi degli interessi passivi da pagare per lo Stato. I rendimento sono passati dal 6,2% al 3,9%, ottenendo un risultato migliore anche di Italia e Spagna che, nonostante il netto miglioramento, si attestano rispettivamente sul 4,6% e il 5%.
A coronare l’andamento positivo si registra anche un crollo del differenziale di rendimento con il rispettivo Bund tedesco, preso come titolo faro dell’economia dell’Eurozona.
| Paese | Spread al 24 luglio 2012 | Spread al 6 marzo 2013 |
| Grecia | 2668 | 941 |
| Irlanda | 500 | 245 |
| Portogallo | 961 | 476 |
| Spagna | 636 | 356 |
| Italia | 534 | 321 |
Merito dello scudo anti-spread o della grande rotazione?
Dai dati riportati sopra emerge chiaramente il miglioramento dei cosiddetti Pigs negli ultimi 8 mesi. Ma tale mutamento di condizioni finanziarie a cosa è dovuto?
Per quanto riguarda Spagna e Italia lo scudo anti-spread ha svolto, per il momento, soltanto la funzione di deterrente, scoraggiando gli attacchi speculativi che avevano inflitto gravi danni all’economia dei due Paesi.
Altro discorso invece per Grecia, Portogallo e Irlanda che avevano già chiesto e usufruito degli aiuti della Troika sottoponendosi alle rigide condizioni di austerity richieste. Per questi motivi molti osservatori, per il grande balzo finanziario dei Pigs, ringraziano più che lo scudo anti-spread della Bce la “grande rotazione”.
Questa sarebbe iniziata lo scorso novembre quando è cambiato il sentiment degli investitori. Si è registrato infatti il passaggio da una lunga fase risk off al risk on. Tale rotazione è attestata dal rialzo degli indici azionari, dal recupero dell’euro nei confronti del dollaro e dalla discesa dello spread, ed è stata certamente agevolata dall’enorme liquidità entrata in circolazione grazie ai piani di quantitative easing delle banche centrali di Stati Uniti, Giappone e Inghilterra.
La grande rotazione ha comportato da un lato, il forte ritorno di investitori stranieri sui titoli di stato dei Paesi Pigs; ma dall’altro, segna l’ingresso in una fase di ipercomprato che riespone i Pigs al rischio di fuga degli investitori. Insomma, la situazione sembra in netto miglioramento per i cosidetti Pigs, ma guardando attentamente i mercati, sembra ancora troppo presto per festeggiare.
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