Perché la Russia sta facendo scorta di debito USA?

C. G.

18 Maggio 2017 - 10:35

La Russia fa scorta di debito pubblico USA e la motivazione principale è da ricercare ancora una volta nel petrolio.

Perché la Russia sta facendo scorta di debito USA?

La Russia sta praticamente facendo scorta di debito USA, ma qual è il motivo?

A marzo, e per il terzo mese consecutivo, Putin ha comprato circa 13,5 miliardi di dollari di bond governativi statunitensi, meglio conosciuti come “Treasury securities”. Secondo alcuni recenti dati rilasciati dal Dipartimento del Tesoro, la Russia possiede ad oggi circa 100 miliardi di dollari di debito USA.

Perché Putin ha deciso di fare una vera e propria scorta di debito pubblico statunitense? La risposta è da ricercare, ancora una volta, nel petrolio, a pochi giorni da quel meeting in cui i paesi produttori potrebbero decidere di estendere l’accordo di Vienna con ovvie ed enormi ripercussioni sulla quotazione dell’oro nero.

Il crollo dei prezzi del greggio osservato negli ultimi anni, ha generato un declino sempre più evidente di riserve estere nelle casse della Russia ed ecco spiegato l’acquisto massiccio di debito USA da parte di Putin, in pieno scandalo Russiagate.

Russia acquista debito USA: dalla crisi del petrolio a oggi

Lo scorso anno il petrolio è crollato fino a toccare i minimi del 2003, ma la quotazione si era già indebolita da diverso tempo. L’evidente flessione dei prezzi, come accennato, ha determinato la riduzione delle riserve estere della Russia, ossia quel bagaglio che ogni paese costruisce e utilizza per far fronte a momenti di crisi.

Quando il petrolio ha iniziato a registrare i primi segnali di crollo, nel 2014, l’economia e la valuta russa ne hanno immediatamente risentito e sono entrate in crisi. Ad accentuare una situazione per nulla rosea ci hanno pensato anche le sanzioni economiche degli USA e dell’Europa a carico della Russia stessa.

Il rublo russo è scivolato ai minimi storici all’inizio del 2016, esattamente quando il greggio è crollato sui 26 dollari al barile. Il crash della valuta sarebbe stato ancor più drammatico se non fosse stato per l’azione del governo di Russia che ha messo mano alle riserve estere in dollari per mantenere a galla il rublo. Prima del crollo del petrolio, la Russia possedeva circa 150 miliardi di dollari di debito USA, ma in seguito alla frenata dei prezzi la cifra si è ridotta su quota 66,5 miliardi di dollari.

Oggi, però, grazie all’ipotesi estensione dei tagli OPEC, il petrolio è tornato a guadagnare terreno e a riportarsi sopra i 50 dollari a barile, mentre anche il rublo sembra aver ripreso fiato apprezzandosi di 14 punti percentuali negli ultimi 12 mesi. Ora che le acque appaiono meno agitate la Russia può permettersi di nuovo di ricostruire la propria pila di riserve estere.

“Prezzi del petrolio più alti hanno permesso alla Russia di comprare dollari utilizzati per rafforzare il rublo”,

ha affermato Win Thin, della Brown Brothers Harriman.

Molti paesi detengono riserve in bond del Tesoro USA, poiché questi vengono considerati come uno degli investimenti più sicuri al mondo. Il già citato Thin e altri esperti sono convinti che le riserve USA nei conti della Russia siano in realtà molte di più, almeno il doppio di quanto affermato dai dati.

L’ipotesi è che esse siano su conti offshore nei paradisi fiscali tra cui Svizzera, Isole Cayman e Lussemburgo, ma è impossibile determinare l’esatto ammontare di queste. Ecco perché la Russia sta comprando in blocco debito USA. Attenzione, però, perché i pericoli per il petrolio sono sempre dietro l’angolo.

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