Pensioni novità: aumento delle minime in forse, precoci con un bonus. Ecco cosa aspettarsi dalla riforma

Chiara Ridolfi

31/08/2016

Riforma pensioni: l’aumento delle minime potrebbe riguardare una platea molto ristretta e per i precoci non si hanno ancora certezze. Ecco cosa succede alla vigilia del primo incontro con i sindacati.

Pensioni novità: aumento delle minime in forse, precoci con un bonus. Ecco cosa aspettarsi dalla riforma

Per le pensioni e la riforma del sistema pensionistico italiano settembre sarà un mese decisivo, dal momento che in questo periodo si svolgeranno tutti gli incontri tra sindacati e Governo. Fin dalla giornata di domani si apriranno le trattative e i segretari generali si preparano a dare battaglia.

Per conoscere le novità della riforma del 1 settembre leggi anche Pensioni, novità: incontro sindacati Confindustria, i temi di discussione

Le pensioni minime e le soluzioni per i lavoratori precoci verranno discusse nella giornata del 6 settembre, momento durante il quale si deciderà come strutturare le manovre. La strada che seguirà il Governo sembra che sarà quella di aumentare le pensioni minime, ma ancora non si hanno notizie sui beneficiari del piano.
I fondi non sembra che saranno sufficienti per attuare una copertura su tutti i pensionati con un assegno basso.

Rimane quindi da capire in che modo il Governo deciderà a chi concedere l’aumento e chi invece mettere da parte. Anche per i precoci le ultime notizie non sono rincuoranti, dato che si pensa di attuare dei bonus per l’uscita anticipata dal lavoro.

I bonus in questione funzioneranno in base all’età in cui si è iniziato a lavorare e potrebbero causare non poche esclusioni.
Vediamo insieme cosa sta succedendo per quanto riguarda le pensioni minime e quali manovre si preannuncia verranno applicate ai precoci.

Pensioni, novità: aumento delle minime solo per alcuni

Occhi puntati sulla riforma delle pensioni questa settimana, dal momento che gli incontri in programma sono molto fitti. Al vaglio tutte le proposte di cui vi abbiamo parlato in questi ultimi mesi e soprattutto le penalizzazioni dell’Ape.
Nella giornata di domani si avrà il primo incontro tra Confindustria e parti sociali, per provare a chiarire il ruolo della prima nella riforma.

Negli ultimi giorni si era inoltre parlato di un aumento certo delle pensioni minime, ma adesso il Governo sembra averci ripensato: l’aumento non coinvolgerà tutti. I soldi non sembra che riusciranno a coprire una manovra che sostenga le spese per tutta la platea che percepisce l’assegno più basso.
Per provare ad attuare un simile progetto Palazzo Chigi dovrebbe avere, solo per questa manovra, ben due miliardi.

I pensionati che percepiscono un assegno di minima sono 3,5 milioni e non si hanno le coperture per aumentare il reddito di tutti. Anche se si volesse estendere il bonus degli 80 euro di Renzi a tutti servirebbero ben 3,5 miliardi per la manovra.
È abbastanza chiaro quindi che solo una piccola parte di questi pensionati rientrerà nell’aumento, anche se non è chiaro in che modo verranno scelti i fortunati.

Per cercare di diminuire la diseguaglianza sociale tra le manovre rientreranno anche l’estensione della No tax area e l’estensione della quattordicesima. Rimane da capire in che modo il Governo riuscirà a far bastare i soldi per tutti queste manovre e in che modo influiranno sulle tasche dei contribuenti.

Pensioni, novità: per i precoci il Governo pensa al bonus

L’argomento più spinoso rimangono però i lavoratori precoci, che risultano i più colpiti dalla Legge Fornero. Le modalità per andare in pensione prima dell’età stabilita sono piuttosto oscure per questa categoria e non sembrano tra le priorità del Governo.
Ad entrare in vigore dopo l’approvazione della Legge di Stabilità potrebbe essere la Quota 41, che permetterà di andare in pensione senza rispettare l’età stabilità con la riforma passata.

Con la Quota 41 i lavoratori, raggiunti i 41 anni di contributi, potrebbero andare in pensione, senza tener conto dell’età anagrafica. Nell’ultimo periodo però la strada del Governo sembra essersi spostata e la proposta che potrebbe rientrare nella riforma delle pensioni è quella del bonus.
Il lavoratore che ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni otterrà infatti dei bonus per poter andare in pensione prima. I lavoratori che invece avranno iniziato dopo i 18 anni dovranno attendere.

Una manovra in due tempi è forse l’unica possibilità che al momento ha il Governo, dal momento che non sembrano esserci i fondi per attuare tutte le proposte che sono state avanzate e soprattutto per accontentare tutti.
Il Governo sembra che punterà tutto sull’Ape, a cui saranno destinati la maggioranza dei fondi. Nel frattempo attendiamo gli incontri di domani e speriamo nella buona riuscita degli accordi.

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