Secondo alcune indiscrezioni il Governo starebbe pensando a una soluzione per i precoci che riguarderebbe solo alcuni lavoratori. Ecco di cosa si tratta.
Le ultime novità che riguardano i lavoratori precoci non sembrano essere del tutto positive.
Come promesso, infatti, il Governo sta ragionando sulla possibilità di trovare una soluzione per i lavoratori precoci che da mesi chiedono attenzione all’esecutivo, chiedendo l’approvazione della Quota 41.
I lavoratori precoci sono quella categoria di lavoratori che ha iniziato a lavorare in giovane età e che, pur non avendo i requisiti anagrafici per accedere alla pensione, hanno molti anni di contributi versati alle spalle.
I precoci sono stati fortemente penalizzati dalla riforma Fornero che ha innalzato i requisiti anagrafici per accedere alla pensione e per questo chiedono una revisione della stessa.
Il Governo sta ipotizzando una possibile soluzione da inserire nella riforma delle pensioni che dovrebbe essere approvata con la prossima legge di Stabilità.
Non sembra, tuttavia, che possa essere approvata la Quota 41 ma un sistema che prevederebbe la pensione anticipata solo per alcuni precoci.
Qual è la soluzione pensata dal Governo?
Pensioni precoci: quota 41 solo per pochi?
I dettagli dell’intervento pensato dal Governo per quanto riguarda le pensioni dei precoci non sono ancora noti: forse qualcosa si saprà dopo l’incontro tra Governo e sindacati che si terrà tra il 29 luglio e il 5 agosto.
In base alle ultime indiscrezioni, però, non sembrerebbe che la possibilità di andare in pensione anticipata possa essere riconosciuta a tutti i precoci. Sembrerebbe infatti che l’esecutivo stia pensando di riconoscere un bonus solo ai precoci "veri", ossia a quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età, tra i 14 e 18 anni; a questa categoria di precoci verrebbe attribuita una maggiorazione convenzionale dell’anzianità contributiva sino al 50%. Ciò significa che a chi ha lavorato 2 anni nella minore età viene riconosciuto uno sconto di un anno di contributi; se gli anni lavorati sono quattro lo sconto diventa di due anni.
Questo sistema comporta anche che chi ha lavorato in maniera contributiva dopo i 18 anni non possa beneficiare degli sconti predisposti dal Governo ma debba attendere il raggiungimento dei requisiti previsti per legge.
Pensioni precoci, la proposta dei sindacati
Per evitare di escludere dall’intervento quei lavoratori precoci che, pur avendo iniziato a lavorare dopo il compimento della maggiore età, hanno accumulato diversi anni di contributi versati i sindacati hanno pensato ad alcuni correttivi: la possibilità di concedere due anni di sconto a chi ha versato 40 anni di contributi indipendentemente dall’età che il lavoratore aveva quando ha iniziato a lavorare. Questa soluzione, tuttavia, sarebbe più costosa per le casse dello Stato perché allargherebbe la platea dei beneficiari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA