Panama Papers: quali effetti sui mercati finanziari?

Livio Spadaro

05/04/2016

I Panama Papers tengono in apprensione investitori e operatori dei mercati. Quali effetti può generare lo scandalo Panama Papers sui mercati finanziari globali?

Panama Papers: quali effetti sui mercati finanziari?

Il mondo si sta interessando sempre più allo scandalo Panama Papers, ossia la fuga di documenti riservati che illustrano il più grande giro di evasione fiscale mai visto nella Storia.

Nei Panama Papers rientrano politici, vip, banche e società di praticamente ogni parte del mondo e rischia di essere una bomba ad orologeria per i mercati finanziari.

Per vederci chiaro sul caso Panama Papers servirà tempo e le autorità di ogni Paese che ha visto il coinvolgimento di persone o aziende nazionali stanno iniziando a prendere informazioni per indagare.

La reazione è stata immediata in alcuni casi, come ad esempio in Islanda dove i cittadini sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni del premier David Gunnlaugsson.

Cosa può succedere ai mercati se venissero confermate le accuse ai nomi che figurano nei Panama Papers?

Panama Papers: mercati e opinione pubblica osservano

L’opinione pubblica di tutto il mondo sta seguendo con attenzione la vicenda dei Panama Papers che vede coinvolte personalità di spicco, società e banche di tutto il mondo.
Nella lista ci sono i nomi di David Cameron, Vladimir Putin, Xi Jinping, Marine Le Pen, David Gunnlaugsson e tanti altri.

Non solo nomi di personalità politiche ma anche quelli di molte banche, come Credit Suisse, HSBC, Unicredit e Ubi Banca sembra che siano nell’elenco di chi ha utilizzato società offshore per evadere il fisco.

In totale sembra che siano almeno 214.000 le società offshore registrate da re, premier, banche, aziende e vip per scopi fraudolenti. Le banche in particolare sembra che abbiano messo in piedi un sistema sofisticato di società per non essere rintracciate.

Panama Papers: quali effetti sui mercati?

Che effetto può avere quindi sui mercati finanziari lo scandalo Panama Papers?

La risposta è molto semplice. Se fosse verificato e comprovato il coinvolgimento di personalità politiche e istituzioni bancarie sarebbe un vero cataclisma. Aldilà delle sanzioni in cui possono incorrere le persone e gli istituti coinvolti, che senz’altro sarebbero molto pesanti, c’è una sola cosa che potrebbe far traboccare il vaso: la perdita di fiducia.

L’economia globale non gira o comunque stenta a girare e questo è risaputo ormai da tempo. Più o meno da ogni parte del globo si fa fatica a trovare un equilibrio economico e a ritrovare la crescita economica.

In Europa ci sono gli allentamenti monetari della BCE da una parte e l’austerity e il richiamo al rigore dell’Unione dall’altra, negli USA si sta provando a fare una stretta monetaria dopo anni di accomodamenti con un’economia ancora molto incerta.

Il Giappone è sull’orlo della recessione mentre la Cina ha perso lo smalto economico dopo una corsa all’oro durata 25 anni. I Paesi emergenti sono sull’orlo di una crisi, le materie prime crollano e le nazioni fanno a gara per svalutare la propria moneta.

In un mondo economico in questo stato, quante volte i politici e le istituzioni hanno richiamato la fiducia dei cittadini, parlando di segni di ripresa che ancora non si vedono?
In Europa i Greci stanno vivendo una catastrofe economica e sempre più nazioni stanno andando in difficoltà, Italia compresa.

Negli USA la bolla del mercato immobiliare, generata dalle banche, ha ridotto sul lastrico milioni di cittadini.

Panama Papers: rischio sell-off senza precedenti

La risposta a tutte le crisi è stata quella di chiedere ai cittadini di fare sacrifici (lacrime e sangue, disse qualcuno), di pagare le tasse, di accettare più “flessibilità” nel mondo del lavoro, di farsi tagliare i salari e di rinunciare al Welfare.

Si immagini quindi che effetto possono avere i Panama Papers. I mercati già hanno molti dubbi sulle reali capacità di banche centrali, politici e istituzioni di ritrovare il cammino della ripresa economica. In Italia ad esempio, anche oggi in Borsa i timori sul comparto bancario si stanno sentendo con forti vendite sui titoli del settore.

Nei primi mesi dell’anno si è potuto vedere come i mercati non credano più (o stentano a credere) che le cose possano andare per il meglio con uno storno dei listini azionari di oltre il 20%.

Se davvero saranno confermati i coinvolgimenti di politici, dirigenti e istituzioni bancarie si rischierebbe davvero un crack borsistico senza precedenti.Il tutto verrebbe generato non da multe, arresti o quant’altro ma dalla semplice mancanza di fiducia.

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