No-deal Brexit, spunta il decreto che tutela il sistema economico finanziario

Elisabetta Scuncio Carnevale

19 Marzo 2019 - 19:50

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In caso di una no-deal Brexit, la bozza del decreto del MEF vuole garantire stabilità finanziaria

No-deal Brexit, spunta il decreto che tutela il sistema economico finanziario

Il MEF ha messo a punto una bozza di decreto legge “recante misure urgenti per garantire la stabilità finanziaria e l’integrità dei mercati”, in caso di no-deal Brexit.

Il provvedimento, da sottoporre al vaglio del Consiglio dei ministri, nasce dalla necessità di assicurare continuità nei rapporti tra Italia e Gran Bretagna e disciplinare una fuoriuscita ordinata dal mercato italiano di quegli operatori economico-finanziari con sede nel Regno Unito.

No-deal Brexit, misure urgenti per tutelare il sistema economico

Il decreto, voluto dal Tesoro, racchiude una serie di misure volte ad arginare il terremoto Brexit, in caso di un divorzio dall’Unione Europea senza accordo.

L’obiettivo di Tria e co. è tutelare “la stabilità complessiva del sistema economico, bancario, finanziario e assicurativo italiano”, vista l’attuale incertezza che vige sull’esito della Brexit.

Quello che il Ministero teme è una mancata ratifica, da parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, dell’accordo per il recesso dal Trattato sull’Unione Europea.

Proprio per questo, da via XX Settembre, ritengono necessario, e con una certa urgenza, assicurare l’integrità dei mercati e la tutela degli investitori e della clientela, garantendo la continuità nella prestazione dei servizi bancari, finanziari e assicurativi da parte sia dei soggetti italiani operanti nel Regno Unito che degli operatori inglesi che esercitano in Italia.

Ad esempio, le banche inglesi che, alla data di recesso, svolgono raccolta del risparmio in regime di libera prestazione di servizi sul territorio italiano, potranno continuare a farlo durante tutto il periodo di transizione, ma dovranno provvedere a notificarlo alla Banca d’Italia. La notifica va effettuata entro 3 giorni lavorativi antecedenti la data di recesso.

Tale attività dovrà limitarsi alla gestione dei rapporti già instaurati e non vi sarà la possibilità di concludere nuovi contratti, né rinnovare, anche tacitamente, quelli esistenti. Le banche e le imprese di investimento abilitate alla partecipazione alle aste dei titoli di Stato potranno continuare a svolgere i servizi senza necessità di notifica, ad eccezione dell’attività di raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione.

Le banche, le imprese di investimento e gli istituti di moneta elettronica che intendono operare sul territorio della Repubblica oltre il periodo transitorio dovranno invece presentare, entro sei mesi, istanza di autorizzazione all’avvio dell’attività o per la costituzione di un intermediario italiano.

Per quanto riguarda gli istituti di pagamento, gestori di fondi, Oicr e istituti di moneta elettronica cesseranno l’attività entro la data di recesso.

La bozza prevede anche una proroga della Gacs, la garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie, che è prossima alla scadenza, prevista nel mese di marzo.

Da tempo stiamo lavorando per la prospettiva, non auspicabile, del no-deal e questo governo ha già predisposto uno schema di decreto che potrà tranquillamente, da un momento all’altro, entrare in vigore per tutelare i nostri cittadini, le nostre imprese, per intervenire con tempestività,

fa sapere il premier Giuseppe Conte.

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