Il titolo Sunrun è salito di oltre il 300% nel 2020. È boom per le energie rinnovabili

Pierandrea Ferrari

07/11/2020

12/05/2021 - 10:47

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Il titolo dell’azienda energetica solare ha registrato una crescita record quest’anno. Dai programmi di Biden alla nuova coscienza ambientalista, ecco che cosa sta spingendo la crescita delle energie rinnovabili negli Stati Uniti.

Il titolo Sunrun è salito di oltre il 300% nel 2020. È boom per le energie rinnovabili

Il titolo Sunrun, azienda energetica solare statunitense, ha registrato una crescita superiore al 300% quest’anno.

I numeri record dell’azienda, fondata a San Francisco nel 2007 e guidata dal CEO Lynn Jurich, si uniscono a quelli ragguardevoli del fondo Invesco Solar ETF che nel 2020 ha più che raddoppiato il suo valore.

A trainare il rally delle aziende energetiche solari, che rafforza l’intero settore delle energie rinnovabili, sono state le prospettive concrete di una vittoria del Democratico Joe Biden che, durante la campagna elettorale, ha proposto ambiziosi programmi tesi a contrastare il cambiamento climatico in atto.

Il titolo Sunrun vola a Wall Street

Fondata da Lynn Jurich (attuale CEO), Ed Fenster e Nat Kreamer, Sunrun è leader negli Stati Uniti nella produzione di pannelli solari ed è quotata al Nasdaq.

La crescita record di quest’anno, di oltre il 300%, segue un prolungato periodo di generale disinteresse dei mercati verso le aziende energetiche solari. Ma i fari di Wall Street si sono ora accessi e Sunrun, al pari delle concorrenti, è pronta a raccogliere i profitti.

La fiducia dei mercati, tuttavia, non è dettata esclusivamente dall’attuale trend che favorisce il settore delle energie rinnovabili, ma anche dalla recente mossa (luglio 2020) del CEO di Sunrun, Lynn Jurich, che ha portato a termine l’acquisizione della rivale Vivint Solar per 3,2 miliardi di dollari, unendo così in un’unica realtà le due più grandi aziende produttrici di pannelli solari degli Stati Uniti.

I piani di Biden spingono il settore dell’energia rinnovabile

Sebbene la prospettiva di una blue wave (larga vittoria dei Democratici), ampiamente caldeggiata dai mercati alla vigilia del voto sia stata scongiurata dalla sin qui parziale rimonta di Trump, lo scenario di una vittoria di Joe Biden rimane altamente probabile, favorendo le aziende attive nel settore delle energie rinnovabili.

Nei programmi del Democratico c’è infatti l’intenzione di incentivare concretamente l’uso dell’energia green e di azzerare le emissioni di carbonio entro il 2035.

Anche i piani relativi all’espansione dei crediti d’imposta per le energie rinnovabili potrebbero incrementare il ritmo di crescita del settore e rendere ancora più competitiva l’energia solare.

Ma nonostante una vittoria dei Democratici rappresenterebbe una indiscutibile iniezione di fiducia per il settore, c’è chi sostiene che le energie rinnovabili non abbiano più necessità di ricevere supporto dalla Zio Sam per competere con i combustibili fossili.

È il caso di Michael Weinstein, analista di Credit Suisse, che in un’intervista rilasciata alla CNN ha sottolineato l’avvenuto crollo dei costi strutturali delle energie rinnovabili, tradizionale freno alla transizione energetica.

Sulla stessa linea anche Lynn Jurich, CEO di Sunrun, che si è detta fiduciosa sull’esito delle elezioni USA poiché “il settore dell’energia solare ha supporto bipartisan”.

Gli investitori scaricano i combustibili fossili

Segno rosso sull’altra metà del cielo. Se i titoli legati all’energia solare (e più in generale a quella rinnovabile) godono ora di una rinnovata fiducia grazie ai propositi del Partito Democratico e alla crescente sensibilità verso tematiche ambientaliste, le aziende operanti nel settore dei combustibili fossili rallentano e fanno i conti con il trend sfavorevole.

Gli investitori hanno già iniziato, infatti, a scaricare i titoli delle grandi aziende petrolifere americane. ExxonMobil, un tempo la più grande azienda energetica degli Stati Uniti, è stata detronizzata da NextEra Energy, con sede in Florida e business trasversale (dall’energia solare a quella eolica).

Cresce, dunque, la necessità degli investitori nel settore del gas e del petrolio di diversificare il proprio portafoglio per proteggersi dai rischi di lungo termine che freneranno i combustibili fossili in favore delle energie rinnovabili.

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