Grecia fuori dal Quantitative Easing. Atene in default a marzo? I motivi e i rischi

Vittoria Patanè

06/03/2015

La Grecia è fuori dal quantitative Easing. Aumentano i prestiti Ela, ma niente concessioni sui T-bills. Se la situazione non cambia, il default potrebbe arrivare nelle prossime 3 settimane. I motivi della decisione della BCE e i rischi per Atene

Grecia fuori dal Quantitative Easing. Atene in default a marzo? I motivi e i rischi

Il Quantitative Easing partirà il 9 marzo. Ad annunciare la data X è stato lo stesso Mario Draghi, nel corso della consueta conferenza stampa mensile tenutasi ieri a Cipro. Lunedì dunque, partirà il piano di acquisto titoli della Banca Centrale Europea. Ad essere comprati saranno i bond di ciascun Paese, in proporzione alla quota che questi hannp all’interno del capitale della BCE. Germania, Francia e Italia saranno le Nazioni che beneficeranno di più del programma. Poi tutti gli altri, quasi tutti. Perché come ampiamente previsto dal mercato, la Grecia verrà esclusa dal QE. Il motivo della decisione lo ha spiegato il Governatore nel suo discorso mensile. La BCE ha già fatto tanto, troppo, è quasi diventata "la banca centrale della Grecia", di più non si può.

L’Eurotower ha già prestato ad Atene, tra aste di liquidità e prestiti di emergenza, 100 miliardi di euro, una cifra pari al 68% del PIL ellenico. Molto di più di quanto sia toccato agli altri. Adesso basta.

Grecia fuori dal QE: i motivi
Gli istituti di credito ellenici avranno la possibilità di riconsegnare titoli di Stato solo nel momento in cui Tsipras otterrà l’ok della Troika. Fino ad allora tutto rimane fermo, quantitative easing compreso.

Secondo le regole stabilite dalla BCE, gli acquisti di obbligazioni governative devono essere pari o inferiori al 33% del totale di ogni emittente. Ad oggi, Francoforte è in possesso di più del 33% di bond greci, comprati nel corso degli anni passati attraverso il programma Smp. Dunque la soluzione è una sola: Atene potrà accedere al quantitative easing solo quando rimborserà i titoli in scadenza.

Altra condizione per essere ammessi al QE è quella che i titoli ellenici tornino "al livello di investment grade", fino ad allora non verranno accettati come collaterale di garanzia per le operazioni di rifinanziamento.

In ultimo, Tsipras e Varoufakis dovranno impagnarsi a mettere in atto riforme strutturali che risollevino il Paese.

Grecia: piano Ela
Ciò nonostante, gli istituti di credito Greci continueranno a godere dell’Ela ("Emergency Liquidity Assistance"), vale a dire dei prestiti di emergenza concessi dalla BCE. Ma c’è di più, perché l’ammontare dei fondi a disposizione di Atene salirà a 500 milioni di euro, arrivando a una cifra complessiva di 68,8 miliardi.

Grecia: titoli T-bills
Infine, la Grecia potrebbe trovarsi ad affrontare un altro problema, da tutti sottovalutato, ma che potrebbe avere effetti pesantissimo. Il tetto di 15 miliardi di T-bills, titoli a breve termine e senza cedola che l’Esecutivo emette sul mercato non sarà innalzato. Questo significa che Atene potrà mettere in campo solo un "roll-over", spingendo le banche a rinnovare i prestiti in scadenza, ma non avrà la possibilità di aumentare l’ammontare dei collocamenti.

Grecia in default a marzo?
Lo stesso giorno in cui comincerà il Quantitative easing, il ministro delle Finanze Varoufakis presenterà all’Eurogruppo l’elenco delle riforme che il Governo greco metterà in atto (o meglio, proverà a mettere in atto). Lo scopo è quello di convincere l’Unione Europea a inviare la prima tranche di aiuti (7,2 miliardi di euro) nel più breve tempo possibile. Se questi soldi non arriveranno, Atene non potrà rispettare i propri impegni. Nelle prossime tre settimane infatti saranno 6,5 i miliardi da pagare: 4,3 miliardi di prestiti in scadenza e 1,6 miliardi dovuti ad esposizioni verso il FMI.

Il rischio, concreto, è quello di andare incontro al default. Tsipras sta obbligando gli istituti bancari greci a rinnovare i bond in scadenza. Nel frattempo prenderà in presto dei soldi dai fondi pensione e dagli agricoltori, attingendo dal denaro che l’UE ha inviato per finanziarie l’agricoltura.
Il margine d’azione è stretto e il Primo Ministro greco ha capito che non può più permettersi di tirare la corda con Bruxelles. Senza aiuti infatti, la Grecia è destinata a finire in default in pochissimi giorni.

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