Giganti del web pagano tasse ridicole: quanto perde l’Italia?

Camilla Carè

28/11/2019

06/12/2019 - 10:51

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In Italia i colossi del web pagano tasse irrisorie rispetto ai profitti stellari, spostando i redditi nei paradisi fiscali. Quanto dichiarano davvero al fisco? Il report di R&S Mediobanca.

Giganti del web pagano tasse ridicole: quanto perde l’Italia?

Giganti del web non pagano le tasse in Italia: si torna a parlare del debito di Amazon, Google, Facebook e tanti altri. Colossi mondiali che spostano e guadagnano miliardi, ma non sono in regola con il Fisco.

Da quanto emerso, le aziende spostano i profitti nei paradisi fiscali, dove le aliquote fiscali sono più basse e risparmiare è più semplice, così da riuscire a eludere il fisco italiano.

In questo modo le aziende del Websoft hanno pagato solo 64 milioni di euro di tasse in Italia nel 2018, una cifra irrisoria rispetto ai ricavi stellari.
Ecco quanto emerso dall’analisi R&S Mediobanca, che ha preso in esame i 25 maggiori gruppi del settore, quelli che vantano un fatturato maggiore di 8 miliardi.

Google & co: quante tasse pagano in Italia?

I giganti del web e del software, si sa, guadagnano miliardi. Un esempio su tutti il colosso dell’e-commerce Amazon che nel 2018 ha incassato 232,9 miliardi di dollari. Di questi, come riportato da R&S Mediobanca, le tasse versate sono appena 6 milioni.

La società americana Amazon replica alle accuse, affermando che “Amazon paga tutte le tasse dovute in Italia e in tutti i Paesi” e che “è fondamentalmente errato equiparare tutte le aziende digitali senza tenere in considerazione le differenze dei business in cui operiamo”. Pertanto, secondo il colosso dell’e-commerce “il Rapporto dell’Area Studi Mediobanca ‘Multinationals: Financial Aggregates’ si basa quindi su una ricerca non corretta”.

Ciononostante il dubbio sui dati resta, come quelli che riguardano le altre società analizzate.

Anche per gli altri giganti del web, dalla ricerca pubblicata da R&S, si evince che le tasse pagate equivalgono a molto meno di quanto dovuto. Ecco alcuni campioni:

AziendaTasse versate ($)Fatturato ($)
Microsoft 16,5 milioni 967 miliardi (2019)
Google 4,7 milioni ‎136,81 miliardi (2018)
Oracle 3,2 milioni ‎37,73 miliardi (2017)
Facebook 1,7 milioni 40,65 miliardi (2017)
Uber 153 mila euro 11,3 miliardi (2018)
Alibaba 20 mila euro 39,898 miliardi (marzo 2018)

I colossi del web in Italia sono presenti tramite controllate; il totale dei ricavi dichiarati è pari a 2,4 miliardi, ovvero solo lo 0,3% del fatturato complessivo che arriva a 850 miliardi di euro nel 2018. Il versato al fisco italiano ammonta però a soli 64 milioni. Nel 2018 le società hanno pagato sanzioni fiscali per 39 milioni, poco più della metà rispetto al 2017.

Google, Amazon e gli altri: sedi in Italia

Le società del Websoft hanno diverse sedi operative attive sul territorio italiano, e puntano all’espansione.

Google, Amazon e altri danno lavoro a quasi 10 mila persone in Italia, dislocate nei diversi uffici presenti sul territorio. Le società di cui sopra, ad esempio, sono presenti nel nostro Paese con le sedi:

Google conta diversi uffici nel mondo, ed è presente a livello globale in più di 40 Paesi e in 22 città in Europa. Ha diverse sedi in Italia, tra Milano e Roma, di cui la principale è in via Federico Confalonieri, 4 a Milano.

Microsoft è presente in Italia a partire dagli anni ’80 con due sedi:

  • una sede di Microsoft Italia è a Milano a viale Pasubio, 21
  • l’altra sede di Microsoft Italia è a Roma nel quartiere dell’EUR

Oracle conta diversi uffici in Italia, dislocate in 5 città. La sede principale, legale e amministrativa di trova a Milano, mentre le altre sedi sono a:

  • filiale Oracle di Roma, via Amsterdam, 147
  • filiale Oracle di Bologna, viale A. Masini, 12
  • filiale di Padova, via G. Savelli, 86
  • filiale di Torino, via Cardinal Massaia, 75/L

Amazon, che ha pagato poco più di 6 milioni in tasse, conta 25 centri di distribuzione in tutta Europa. In Italia è presente con tre centri di distribuzione e delle aziende prese in esame è quella che vanta un maggior numero di occupati nel nostro Paese:

  • a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza
  • a Torrazza Piemonte, in provincia di Torino
  • a Amazon di Brandizzo, in provincia di Torino
  • a Marene, in provincia di Cuneo

Uber è presente in Italia dal 2013 con tre sedi in diverse città italiane:

  • sede di Uber a Milano, via Vincenzo Forcella 13
  • sede di Uber a Roma, piazza di Campitelli 2
  • sede di Uber a Torino, corso Valdocco 2

Facebook è presente in Italia con una sola sede, situata a Milano in Piazza Missori, nel centro storico della città.

Aliexpress al momento non ha sedi in Europa, ma stando a quanto dichiarato dal sindaco di Firenze Dario Nardella, vorrebbe aprire una proprio in Italia: “Ho avuto un colloquio molto positivo e fruttuoso con il numero uno di Aliexpress, che investirà moltissimo in tutta Europa e ho proposto Firenze per portare qui il loro quartier generale, so che il gruppo cinese ci sta pensando seriamente”.

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Perché i giganti del web pagano poche tasse

In Italia resta solo il 14,0% della liquidità totale, mentre l’84,7% viene trasferito dalle Websoft, grazie al cash pooling, nei Paesi a fiscalità agevolata.

Nel periodo tra il 2014-2018 il risparmio fiscale stimato per Google e gli altri si aggira intorno ai 49 miliardi, grazie proprio ai paradisi fiscali e ad altri benefici fiscali di cui godono (come le agevolazioni per gli investimenti in ricerca e sviluppo).

Come dichiarato da Mediobanca: “Il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft è pari al 14,1%, ben al di sotto di quello nominale del 22,5%. Nel periodo 2014-2018 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Apple un risparmio fiscale cumulato che sfiora i 25 miliardi di euro”.

Dichiarando i capitali all’estero l’imposta pagata sui beni da Google e gli altri diminuisce visibilmente. Così facendo Amazon, Google e Facebook sono riusciti a contenere l’aliquota fiscale rispettivamente all’11%, 12% e 13%. Molto, troppo poco per dei giganti del web che incassano miliardi.

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