Garanzia occupabilità lavoratori GOL, pronto il decreto: ecco quando si parte

Teresa Maddonni

30/09/2021

02/12/2022 - 11:04

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GOL: il Piano Garanzia di occupabilità dei lavoratori potrebbe essere operativo prima del previsto con il decreto attuativo in dirittura di arrivo. Si parte con la riforma delle politiche attive.

Garanzia occupabilità lavoratori GOL, pronto il decreto: ecco quando si parte

Il GOL, il Piano di Garanzia di occupabilità dei lavoratori è quasi pronto, con il decreto interministeriale in via di approvazione, e presto prenderà il via.

Pochi passaggi prima che il GOL, la misura centrale della Riforma delle politiche attive per il lavoro attuativa del PNRR, sia operativo. Ricordiamo che tra le priorità del ministero del Lavoro vi è anche la riforma degli ammortizzatori sociali.

Per il GOL vi è una dote di 800 milioni di euro e il decreto interministeriale di 4 articoli, come riporta Il Sole 24 Ore, preparato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e dal ministro dell’Economia Daniele Franco, dovrebbe andare in conferenza Stato-Regioni il prossimo 7 ottobre.

Con il decreto approvato e in vigore le Regioni avranno 60 giorni di tempo per adottare un Piano regionale per l’attuazione del programma di occupabilità dei lavoratori GOL.

Il decreto per l’attuazione del GOL dovrebbe arrivare quindi molto prima della scadenza di fine anno indicata dal PNRR.

Garanzia occupabilità lavoratori GOL: le fasi con decreto

Per il Piano Garanzia di occupabilità dei lavoratori GOL è pronto il decreto. Le Regioni in testa per avere il 20% dei 4,4 miliardi previsti dal Recovery Plan sono Campania, Lombardia e Sicilia. La priorità in merito alle risorse del GOL è data da alcuni criteri e nel dettaglio:

  • beneficiari di Naspi;
  • beneficiari del reddito di cittadinanza;
  • disoccupati;
  • occupati;
  • lavoratori in CIGS.

Ma come si procede per il via definitivo al Piano Garanzia occupabilità lavoratori GOL? Quando parte?

Entro 60 giorni dal decreto, come abbiamo anticipato, Regioni e Province autonome dovranno adottare il Piano regionale. A quel punto Anpal (all’Agenzia nazionale per le politiche attive) dovrà valutare la coerenza del piano di attuazione del GOL e il parere sarà conferito entro 30 giorni dalla sua ricezione.

Le risorse, a piano regionale per l’attuazione del GOL approvato, andranno nella misura del 75% subito, mentre la restante parte verrà erogata con la rendicontazione di almeno la metà delle risorse utilizzate.

Con il decreto attuativo del Piano Garanzia di occupabilità dei lavoratori 50 milioni di euro vengono destinati al “Fondo per il potenziamento delle competenze e la riqualificazione professionale” per la formazione dei lavoratori in cassa integrazione o Naspi previsto dal decreto Lavoro assorbito dalla legge di conversione del decreto Sostegni bis, la n.106 del 23 luglio 2021.

Garanzia occupabilità lavoratori GOL: destinatari

Sono diversi i destinatari del Piano di Garanzia di occupabilità dei lavoratori GOL. Il GOL si pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 3 milioni di persone, come da accordi con l’Europa.

Dei 3 milioni di beneficiari da raggiungere il 75% dovrà appartenere alle categorie appena elencate, mentre:

  • almeno 800mila dovranno essere coinvolti nella formazione;
  • 300mila nelle competenze digitali.

Nel dettaglio la misura si rivolge a:

  • lavoratori in cassa integrazione;
  • disoccupati che prendono Naspi e DIS-COLL;
  • lavoratori fragili o vulnerabili tra cui troviamo appunto i Neet (giovani disoccupati che non hanno un lavoro, non studiano e non lo cercano), donne svantaggiate e over 55;
  • i working poor, vale a dire disoccupati senza un sostegno, quindi in condizioni di povertà.

Il GOL, e concludiamo in attesa del decreto e sulla base delle prime informazioni che si hanno in merito, si divide in 5 percorsi:

  • reinserimento lavorativo per coloro che sono più facilmente occupabili;
  • aggiornamento con l’obiettivo di migliorare le competenze attraverso la formazione;
  • riqualificazione, con un percorso formativo più solido per chi risulta più difficilmente occupabile (almeno 300 ore di formazione);
  • lavoro e inclusione coinvolgendo la rete di servizi territoriali che spaziano da quelli educativi a quelli sanitari;
  • ricollocazione collettiva per le crisi aziendali.

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