Forza Italia, dopo Costa ecco chi torna da Berlusconi: nuovo partito per il Centrodestra

Simone Micocci

21 Luglio 2017 - 09:08

Forza Italia: Silvio Berlusconi dopo il ritorno di Costa corteggia Flavio Tosi e Raffaele Fitto. Nasce un nuovo partito all’interno del Centrodestra?

Forza Italia, dopo Costa ecco chi torna da Berlusconi: nuovo partito per il Centrodestra

Forza Italia, Berlusconi tenta il rilancio nel Centrodestra tramite il supporto di un nuovo “partito satellite”, la Lega Azzurra. Ne sono convinti molti organi di stampa del settore secondo i quali il ritorno di Enrico Costa - dimessosi da Ministro degli Affari Regionali - in Forza Italia sarà solo il primo di una lunga serie.

Silvio Berlusconi ha per le mani un partito in crisi, sia economica che finanziaria, ma non ha alcuna intenzione di abbandonarlo. Per l’ex-cavaliere quella in programma il prossimo anno è una competizione elettorale difficile da vincere, ma non impossibile.

Ad oggi l’alleanza con Salvini non sembra essere in programma e anche fosse il Centrodestra - come possiamo vedere dagli ultimi sondaggi politici - non avrebbe i numeri per governare.

L’ex cavaliere, consapevole delle difficoltà che si troverà di fronte nei prossimi mesi, ha cominciato a intraprendere dei colloqui con diversi esponenti politici, alcuni ex di Forza Italia, per la realizzazione di una sorta di partito satellite. E le dimissioni di Enrico Costa, tornato tra le braccia di Silvio Berlusconi, non fanno che confermarlo.

Chi sarà il prossimo politico a tornare - o ad andare per la prima volta - con Forza Italia? La lista è stata svelata da Repubblica, vediamo nel dettaglio di chi si tratta.

Forza Italia, nuovo partito satellite: obiettivo 3%

In questi giorni Silvio Berlusconi starebbe intraprendendo una serie di discorsi con gli esponenti di diverse forze politiche per l’istituzione di un nuovo partito, sulla carta indipendente ma di fatto satellite di Forza Italia.

Un modo, probabilmente, per contrastare il binomio Lega Nord-Fratelli D’Italia che si fa sempre più solido all’interno del Centrodestra. L’obiettivo del nuovo partito sarà superare la soglia del 3%, ma non sarà semplice raggiungerlo.

Un partito - che probabilmente si chiamerà “La Lega Azzurra” - separato ma federato con Forza Italia nel quale entreranno a far parte molti esponenti del Centrodestra. Uno probabilmente potrebbe essere l’ex Ministro degli Affari Regionali Enrico Costa, appena dimesso, al quale si aggiungerà l’ex leghista ora a capo di “Fare!” Flavio Tosi e la sua campagna Flavia Bisinella, sconfitta alle ultimi elezioni amministrative di Verona dal candidato del Centrodestra Federico Sboarina.

Oltre a questi si fanno i nomi di:

  • Lorenzo Cesa (UDC);
  • Antonio De Poli (UDC);
  • Gaetano Quagliarello (Idea);
  • Andrea Augello (Idea);
  • Mario Mauro (ex di Scelta Civica);
  • Enrico Zanetti (Scelta Civica);
  • Eva Longo (Scelta Civica);
  • Raffaele Fitto (Conservatori e riformisti).

Un parterre di nomi ai quali però non si aggiungerà quello di Roberto Formigoni, il quale ha smentito le indiscrezioni che lo volevano pronto ad un ritorno in Forza Italia. A tal proposito, l’ex governatore della Regione Lombardia ha dichiarato:

“Ho già smentito più volte, sono costretto a rinnovare la smentita. Sono in alternativa popolare, continuo a lavorare per costruire un’aggregazione tra Ap ed altre forze e personalità, prima fra tutte Stefano Parisi. Una forza politica ispirata ai valori del Ppe e quindi necessariamente una forza politica di centrodestra.”

Niente da fare quindi per Silvio Berlusconi, che incassa il no di Formigoni. Nonostante questo presunto rifiuto, l’ex cavaliere va avanti nel suo progetto, anche se probabilmente ciò non sarà sufficiente per permettere a Silvio Berlusconi di tornare nella maggioranza di governo (salvo colpi di scena nel post elezioni).

Gentiloni: “Non sono preoccupato dall’addio di Costa”

Nel frattempo il Presidente del Consiglio Gentiloni ha parlato delle dimissioni di Enrico Costa, smentendo l’ipotesi di una crisi di Governo imminente.

Secondo il Premier, infatti, le dimissioni del Ministro degli Affari Regionali rendono più stabile la maggioranza, dal momento che questo era il principale ostacolo all’approvazione della legge sullo Ius Soli, spostata a dopo l’estate proprio per non mettere a rischio la stabilità dell’esecutivo.

Adesso la partita si sposta a settembre, quando lo Ius Soli sarà solo il “preliminare” in vista della “grande partita”, quella che porterà all’approvazione della manovra economica in programma il prossimo autunno. Il Partito Democratico si dice compatto, vedremo se sarà veramente così oppure se non si riusciranno ad evitare le elezioni anticipate.

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