Forza Italia è in crisi, rosso di 100 milioni e perdita degli elettori: i primi a pagare sono gli ex dipendenti, i quali aspettano ancora di ricevere la liquidazione.
Guai in vista per Forza Italia: alla crisi elettorale che da mesi ha colpito il partito guidato da Silvio Berlusconi, infatti, si è aggiunto il problema dei conti in rosso.
La conferma arriva dal mancato pagamento delle spettanze dovute ad una ex dipendente di Forza Italia, che da circa un anno e mezzo aspetta di ricevere TFR, ferie non godute e indennità sostitutiva. Il debito complessivo di Forza Italia è di 19 mila euro, che con gli interessi è salito a 22mila.
Ma Forza Italia non sembra intenzionata a pagare il debito, nonostante una cifra del genere sia niente in confronto al patrimonio complessivo di Silvio Berlusconi, il quale in questi anni ha versato spese ben maggiori nei confronti dei suoi dipendenti. Adesso però è diverso, perché le casse del partito sono vuote - come confermato anche dall’ex-cavaliere - mentre sul piano politico il futuro di Forza Italia continua ad essere incerto.
Ad oggi su scala nazionale Forza Italia è al 13% (solo nell’ultima settimana ha perso lo 0,7% di preferenze) e il partito guidato da Silvio Berlusconi è isolato ai margini del Centrodestra visto che Lega Nord e Fratelli d’Italia non sembrano essere disponibili ad un’allenza.
Senza dimenticare che Forza Italia è ancora alla ricerca di un nuovo leader, di qualcuno da candidare alle prossime elezioni politiche dal momento che Berlusconi non è presentabile.
A questi problemi probabilmente si aggiungerà il danno d’immagine scaturito da questa vicenda, con Forza Italia che dovrà spiegare il motivo per cui ad una delle dipendenti storiche del partito (l’assunzione risale al 1995) non è stato ancora riconosciuto quanto dovuto.
Assunta da Forza Italia dal 1995: il partito non paga la liquidazione
Vent’anni passati a lavorare in Forza Italia non sono bastati ad un’ex dipendente per ottenere il giusto riconoscimento.
La donna, coinvolta nel licenziamento collettivo risalente al 2016, aspetta ancora di ricevere il TFR, le ferie arretrate e l’indennità sostitutiva di preavviso, per un ammontare di 22 mila euro (19mila più gli interessi).
Un diritto che le è stato riconosciuto anche dal Tribunale di Milano, il quale lo scorso aprile - grazie all’assistenza dell’avvocato Valentino Imberti - ha ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti del suo ex partito. Da Forza Italia non c’è stato alcun ricorso, ma ad oggi il debito non è stato pagato.
La causa di questo ritardo è da attribuire alla situazione economica delle casse del partito, in crisi da quando sono stati aboliti i contributi pubblici ai partiti.
Forza Italia: default finanziario causato dagli stessi iscritti al partito?
Ma se le casse di Forza Italia sono vuote non è solo per l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti; ad influire sulla situazione finanziaria, infatti, ci sono anche gli stessi parlamentari e consiglieri regionali appartenenti al partito, che da anni non pagano le quote dovute per statuto.
Non è bastato l’annuncio fatto da Silvio Berlusconi qualche mese fa, né la minaccia di non ricandidare i politici morosi per far tornare nelle casse di Forza Italia le somme dovute dai propri iscritti; ancora oggi la situazione finanziaria è in dissesto e il rischio default non sembra essere così remoto.
Quindi, a causare il fallimento del partito potrebbero non essere solo dei fattori esterni, ma anche interni visto che parlamentari e consiglieri regionali hanno un debito complessivo di circa 2 milioni di euro, mentre le casse di Forza Italia sono in rosso di 100 milioni. A tal proposito lo scorso aprile il tesoriere di Forza Italia Alfredo Messina ha fatto appello ai morosi chiedendo loro di versare al più presto quanto dovuto visto che il “movimento rischia la paralisi”.
Al momento a pagare per il dissesto finanziario del partito è solo l’ex dipendente (che tra l’altro non è l’unica che aspetta di ricevere gli arretrati) ma se non si troverà una soluzione nel breve periodo la situazione di Forza Italia potrebbe persino peggiorare.
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