Fed, tassi di interesse: i 3 motivi per cui non ci sarà il rialzo a giugno 2015

Flavia Provenzani

19/02/2015

19/02/2015 - 17:50

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Crollano le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse della Fed a giugno 2015: quali sono i 3 motivi principali della decisione contenuti nel verbale della riunione pubblicato oggi?

Fed, tassi di interesse: i 3 motivi per cui non ci sarà il rialzo a giugno 2015

Se ci si sta chiedendo perché il dollaro USA è stato venduto da molti dopo la pubblicazione del verbale della riunione della FOMC - detti anche Minute FOMC - è bene considerare con attenzione ciò che i funzionari della Fed hanno detto e capire perché alcuni forex trader hanno pensato che la banca stesse intendendo che non rialzerà i tassi di interesse a giugno.

Dopo che il FOMC riguardo ad un eventuale rialzo dei tassi di interesse aveva parlato di «tempo considerevole» e si era definito “paziente” nel considerare una normalizzazione della politica monetaria nell’ultima dichiarazione, in molti credevano che il verbale della riunione avrebbe contenuto più indizi sui tempi di rialzo dei tassi della Fed per quest’anno. Ma non è stato così.

Ecco quali sono i motivi principali che suggeriscono che la Fed non rialzerà i tassi di interesse a giugno 2015:

1. La Fed è preoccupata di rialzare i tassi troppo presto
Anche se l’economia degli Stati Uniti è stata in grado di registrare un impressionante report dopo l’altro, i funzionari della Fed hanno detto che ci sono ancora molti rischi connessi ad un aumento dei tassi di interesse troppo precoce.

Con questo, sono propensi a mantenere i tassi vicino allo zero «per un tempo più lungo» tanto più che le pressioni inflazionistiche si stanno indebolendo.

I componenti della Fed hanno discusso anche sulla strategia di comunicazione, con alcuni membri che hanno sottolineato come i mercati finanziari possano reagire eccessivamente ai cambiamenti significativi o meno nella retorica.

Il presidente della Fed Janet Yellen ha chiarito che si dovrà essere «ragionevolmente sicuri» che l’inflazione raggiunga il target del 2% prima di esprimere eventuali decisioni sul rialzo dei tassi.

2. Aumento nel programma di prestiti della Fed?
Si è discusso inoltre sul piano accordo di riacquisto sui prestiti della Fed, che è un programma sperimentale volto ad aiutare la banca centrale a stabilire un floor sui tassi di interesse a breve termine.

Con questo programma, la Fed concede dei prestiti di titoli del Tesoro alle banche in cambio di denaro, e il tasso di interesse pagato su questi prestiti viene utilizzato per impostare un limite inferiore massimo per il target di riferimento sui tassi.

Ora la Fed ha fissato un limite giornaliero di 300 miliardi di dollari sugli overnight dei prestiti e i funzionari hanno suggerito che potrebbero aumentarlo per ospitare una domanda più forte.
Se fosse così, il programma potrebbe avere una portata più ampia nell’aumentare gradualmente gli oneri finanziari quotati dalle banche sui mutui, prestiti e carte di credito.

3. I problemi di Cina e Grecia
Per ora, la maggior parte dei membri della Fed preferisce non fare nulla ed osservare lo svolgimento delle dinamiche di mercato prima di prendere una decisione.

Mentre la crescita degli Stati Uniti è rimasta più o meno sostenuti, la Fed è concentrata sui rischi oltreoceano provenienti da altre grandi economie.

In particolare, i membri del FOMC hanno notato che la crisi economica della Cina è un «fattore che fra l’espansione economica in un certo numero di Paesi», dato che la seconda economia più grande del mondo ha messo a segno la sua crescita annua più lenta dal 1990.

Per finire, l’incertezza finanziaria in Grecia è un ulteriore motivo di preoccupazione, insieme alle tensioni in Medio Oriente e in Ucraina.

I tori del dollaro sono stati delusi nello scoprire che la maggior parte dei funzionari della Fed non è molto propensa a rialzare i tassi di interesse, portando alcuni forex trader ad abbandonare le loro aspettative sull’ aumento dei tassi entro giugno 2015.

Eppure, questo non cambia il fatto che gli Stati Uniti siano una delle principali economie più performanti e che la Fed non ha di certo intenzione di tagliare i tassi.

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