Etruria, Visco: “Da Boschi e Renzi interesse ma nessuna pressione”

Francesca Caiazzo

19 Dicembre 2017 - 14:51

L’audizione del governatore di Bankitalia, Visco, in commissione banche: su Etruria Boschi avrebbe espresso un legittimo interesse per una vicenda che riguardava il suo territorio ma non ci furono pressioni.

Etruria, Visco: “Da Boschi e Renzi interesse ma nessuna pressione”

È una settimana importante quella appena iniziata, per la commissione parlamentare di inchiesta sulle banche con lo svolgimento di audizioni attese da tempo.

Come quella del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, giunto ieri a Palazzo San Macuto e quella del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che oggi è apparso davanti all’organismo bicamerale.

Interventi che si sono concentrati sulla crisi del sistema bancario nel suo complesso con alcuni focus su determinati istituti, Banca Etruria in primis, divenuta ormai un caso politico che sta coinvolgendo il sottosegretario Maria Elena Boschi.
E domani tocca all’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni.

La crisi e le banche

La crisi degli ultimi anni ha penalizzato il sistema bancario italiano acuendo problemi e difficoltà già esistenti, che accompagnati da una cattiva gestione di alcuni istituti hanno peggiorato le singole situazioni, alcuni strascichi delle quali sono ancora evidenti.

Questa in sintesi la spiegazione che il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, fornisce davanti alla commissione d’inchiesta sulle banche. In particolare secondo il numero di via Nazionale

“A determinare l’evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese. La “mala gestio” di alcune banche, comunque, c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato; le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche”.

Banca Etruria, Renzi e Boschi

Attese le dichiarazioni del governatore di Bankitalia sul caso Etruria. Visco ha chiarito che non ci furono pressioni da parte dell’allora ministro Maria Elena Boschi, la quale incontrò il vicedirettore di Bankitalia, Fabio Panetta

“ma lui non disse nulla perché non si parlava delle questioni della Vigilanza, che sono riservate”.

Secondo Visco, la Boschi avrebbe avuto un “legittimo interesse” per una questione che stava coinvolgendo il suo territorio e, senza avanzare richieste di intervento né sollecitare in alcun modo via Nazionale

“ha espresso preoccupazione per l’economia della provincia la cui crisi avrebbe potuto essere aggravata dalla crisi del credito, sottolineando che bisognava stare attenti”.

Un interesse, quello per Banca Etruria, che venne espresso anche dall’allora premier, Matteo Renzi, il quale chiese informazioni sui motivi di una eventuale acquisizioni da parte della Popolare di Vicenza dell’istituto toscano. Anche in questa occasione, Visco spiega di non aver dato alcuna informazione per motivi di riservatezza.

Bankitalia ha agito nell’interesse del Paese

Visco, inoltre, difende l’operato di Bankitalia, messo più volte sotto accusa anche nel corso di precedenti audizioni e sottolinea che ha agito sempre nell’interesse del Paese, evidenziando che

“in un’economia di mercato la vigilanza può ridurre la probabilità di crisi di singoli intermediari e contenerne gli effetti, ma non può annullarla”.

Rispedite al mittente le accuse rivolte a Bankitalia di aver sottovalutato la situazione dopo il 2011 quando la crisi dei debiti sovrani ha causato un ulteriore deterioramento della qualità dei crediti: già nel 2012, ha spiegato Visco, vennero date indicazioni in tal senso lanciando l’allarme.

Al centro dell’intervento del governatore di Bankitalia anche i rapporti con la Consob, basati su una collaborazione “leale e costante” anche se

“altro può essere ancora fatto per migliorare la comunicazione”.

L’audizione di Padoan

A presentarsi dinnanzi alla commissione di inchiesta sul sistema bancario, ieri, è stato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan.

Il titolare del Tesoro ha chiarito che la gestione della crisi delle banche è stata trattata, a livello di governo, solo dal ministero da lui guidato:

“non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione”

ha detto Padoan, aggiungendo che sui questi temi

“la responsabilità è in capo al Ministro delle finanze che d’abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio”.

Il ministro ha inoltre ammesso di aver incontrato diverse volte l’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, ma di non aver affrontato la questione di una eventuale fusione tra la stessa Unicredit e Banca Etruria.

Intanto, domani a Palazzo San Macuto è atteso proprio Ghizzoni, al quale – secondo quanto sostenuto dall’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli – Maria Elena Boschi si sarebbe rivolta per sollecitare l’aggregazione tra i due istituti bancari.

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