BCE: tassi negativi a Dicembre? Ecco le possibili conseguenze

Livio Spadaro

9 Novembre 2015 - 10:29

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Il Presidente della BCE potrebbe decidere di portare in negativo a -0,3% i tassi di deposito bancari per stimolare inflazione ed esportazioni. Quali sono le possibili conseguenze?

BCE: tassi negativi a Dicembre? Ecco le possibili conseguenze

I buoni dati macro sull’occupazione americana pubblicati Venerdì potrebbero spingere la Federal Reserve ad optare per un rialzo dei tassi già a Dicembre. Cosa farà la Federal Reserve sarà cruciale anche per le decisioni di politica monetaria della BCE che potrebbe decidere per un taglio dei tassi di interesse sui depositi bancari portandoli addirittura negativi, piuttosto che ad un aumento del Quantitative Easing.

Portare i tassi di deposito a negativi potrebbe incidere su vari fattori che vedremo di seguito e potrebbe portare gli investitori a puntare sul mercato azionario europeo che beneficerebbe in ogni caso di una svalutazione dell’Euro e di un rafforzamento del Dollaro. Per un approfondimento sui titoli italiani su cui puntare nell’evenienza di un Dollaro forte è possibile consultare questo articolo.

BCE: quali sono i benefici di avere tassi di deposito negativi?

Se la Fed deciderà di rialzare i tassi USA a Dicembre, la BCE potrebbe avere due opzioni sul tavolo per gestire l’inflazione dell’Eurozona. La prima opzione, che dipenderà sia dalle scelte della Banca centrale americana e sia dai dati macro Eurozona (con particolare riguardo all’inflazione) nonché dalla forza dell’Euro, potrebbe essere quella di lasciare la politica monetaria attuale invariata.

La seconda scelta invece potrebbe essere quella di tagliare i tassi di interesse di deposito bancario, se la Fed deciderà di essere ancora colomba o se l’inflazione non mostrerà segni di ripresa. Nel particolare, si ipotizza di portare i tassi di deposito in prima istanza al -0,3%.

Il taglio dei tassi di deposito bancario servirebbe principalmente ad incidere su due fattori: il valore dell’Euro e le esportazioni. Portare i tassi di deposito in territorio negativo corrisponde al più generale taglio dei tassi di interesse, il che serve a svalutare la moneta e a far aumentare i consumi e gli investimenti.

Infatti, i tassi di deposito negativi inducono ad un aumento degli investimenti nei Paesi, in quanto le banche si ritroverebbero a concedere mutui di cui dovrebbero pagare gli interessi stimolando quindi la domanda di finanziamenti e conseguentemente di consumi e investimenti.

Questi fattori spingono a rialzo l’inflazione che altrimenti, se debole, rischierebbe di far aumentare i tassi reali che contrarrebbero consumi e investimenti e facendo in modo che le politiche monetarie non vengano assorbite dagli Stati.

Un altro fattore che guiderà la decisione sul taglio dei tassi della BCE è il valore della moneta unica. Infatti, la Banca Centrale Europea guarda con grande attenzione ai tassi di cambio dell’Euro in particolare al cambio Euro-Dollaro.

L’obiettivo in questo senso della BCE è quello di abbassare il più possibile il valore dell’Euro per cercare di far aumentare le esportazioni nell’Eurozona che, si sà, è un problema che affligge la zona Euro (EUR) da tempo.

Tassi di deposito negativi: possibile sofferenza del sistema bancario

Ci sono conseguenze negative nel portare i tassi di deposito bancario in territorio negativo? Sì.

I Paesi nordici come Svezia, Norvegia e Danimarca stanno già sperimentando questo tipo di stimolo per l’economia correndo però un rischio per il sistema bancario e per quello immobiliare.

Infatti, i tassi negativi potrebbero indurre i risparmiatori a non depositare i soldi in banca ma piuttosto potrebbero decidere di tenerli liquidi il che potrebbe causare qualche problema per le banche.

Inoltre, gli istituti di credito si troverebbero in difficoltà nel pagare gli interessi sui fondi parcheggiati dalla BCE nelle banche commerciali che ammontano ad un totale di circa 170€ miliardi.

Per finire, con tassi di deposito negativi le banche dovrebbero pagare gli interessi sui mutui come detto in precedenza, il che appesantirebbe il sistema bancario che dovrebbe far fronte ad una corsa al mutuo da parte dei consumatori. Infine, una richiesta e concessione alta di mutui potrebbe portare ad una bolla finanziaria sul settore immobiliare come sta avvenendo in Danimarca.

Un taglio dei tassi di interesse comporta anche un blocco del mercato obbligazionario che ormai rende molto poco. Tuttavia, il blocco del mercato dei bond potrebbe spingere gli investitori del settore a puntare sul mercato azionario europeo che beneficerebbe in ogni caso della svalutazione dell’Euro.

Per suggerimenti su possibili titoli italiani su cui puntare con l’Euro debole ed il Dollaro(USD) forte è possibile leggere il nostro approfondimento di Venerdì.

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