Draghi premier al posto di Conte? Il piano di Renzi per lo sgambetto

Alessandro Cipolla

5 Febbraio 2020 - 10:22

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Il terreno della prescrizione sarà quello dove si giocherà il futuro del governo: Matteo Renzi annuncia le barricate e si parla di Mario Draghi come possibile premier nel caso di una caduta del Conte bis.

Draghi premier al posto di Conte? Il piano di Renzi per lo sgambetto

Scalpita Matteo Renzi sul tema della riforma della prescrizione, con l’ex premier che si dice pronto ad andare fino in fondo “su questa battaglia in difesa della civiltà del diritto” arrivando fino a minacciare una mozione di sfiducia ad personam nei confronti del ministro Alfonso Bonafede.

Che Italia Viva sia pronta a votare con il centrodestra il ddl Costa (FI) che in pratica cancellerebbe la riforma Bonafede non è una novità, anche perché il partito dato in difficoltà nei sondaggi brama di intercettare le simpatie dei moderati per risalire nelle intenzioni di voto.

La spinosa partita della prescrizione però potrebbe nascondere un disegno molto più complesso, partendo dal principio che visto anche il referendum di marzo sul taglio dei parlamentari questa legislatura appare destinata ad andare avanti, ma non è detto che il governo rimanga lo stesso.

Ci vuole un governo all’altezza se poi a guidarlo sia lo stesso Conte, o una personalità del PD a cominciare dallo stesso Zingaretti, o meglio ancora, data la situazione, Mario Draghi, a me va bene lo stesso”.

Queste sono le parole virgolettate riportate da Il Giornale e attribuite a Matteo Renzi, con il senatore di Rignano che andrebbe a tirare in ballo Mario Draghi come possibile nuovo premier al posto di Giuseppe Conte.

Draghi prossimo premier?

Da quando ha lasciato la guida della BCE dopo aver esaurito il suo mandato, il nome di Mario Draghi puntualmente viene tirato in ballo ogni volta che si parla del possibile nuovo Presidente della Repubblica o premier.

Se per il Colle aveva fatto in qualche modo scalpore l’endorsement della Lega con le dichiarazioni al miele di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, le parole di Matteo Renzi riportate da Il Giornale sembrerebbero spalancare per l’ex governatore le porte anche di Palazzo Chigi.

A meno di una crisi lampo, visto il referendum del 29 marzo e considerata la scontata vittoria del Sì anche i tempi per cambiare la legge elettorale, se ci saranno elezioni anticipate queste non avverranno prima di un anno.

Se la legislatura al momento appare blindata, lo stesso non si può dire per il governo anche se il Presidente Sergio Mattarella da tempo ha fatto intendere che quello giallorosso sarebbe stato l’ultimo esecutivo della legislatura.

Di fronte però a impedimenti tecnici come quelli relativi al dover adeguare la legge elettorale alla sforbiciata dei parlamentari, potrebbe nascere anche un terzo governo soprattutto se venisse affidato a una personalità di spessore come Mario Draghi.

Il tema della prescrizione potrebbe diventare così per Matteo Renzi la classica pistola di Sarajevo per far fuori Giuseppe Conte visto che, senza i voti di Italia Viva, la maggioranza al Senato e anche alla Camera potrebbe andare sotto.

Resta però un problema di fondo: quali forze politiche potrebbero mai appoggiare un governo Draghi? Senza l’apporto del Movimento 5 Stelle, sarebbe possibile soltanto una maggioranza formata dal centrodestra più Italia Viva come auspicato anche da Renato Brunetta.

Venerdì quando in commissione si voterà l’emendamento Anniballi (IV) che in pratica rimanda di un anno l’entrata in vigore della riforma della prescrizione, ci sarà un primo test sulla tenuta della maggioranza anche se il vero banco di prova numerico ci sarà quando verrà messo ai voti alla Camera il ddl Costa.

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