Il Presidente della BCE Mario Draghi fa il punto sull’economia dell’Eurozona davanti alla Commissione UE: salgono gli acquisti del Quantitative Easing, inflazione, euro, Grecia e petrolio. Ecco cosa ha detto il Governatore della Banca Centrale Europea
Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sta tenendo la consueta audzione alla Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo.
Nel suo discorso, il numero uno della BCE ha riassunto le prospettive e l’analisi sull’andamento economico dell’Eurozona: dall’inflazione al petrolio, dalla discesa dell’Euro al pericolo Grecia fino, ovviamente, al quantitative easing.
Draghi: inflazione
Secondo l’Eurotower, l’economia europea sarebbe finalmente in fase di ripresa e l’inflazione riuscirà a raggiungere quota 1,5% (ricordiamo che il target fissato da Francoforte è del 2%) nel 2016. Nel dettaglio i prezzi al consumo dovrebbero cominciare una risalita verso la fine dell’anno in corso grazie agli effetti positivi derivanti dal deprezzamento dell’euro e della graduale ripresa dei prezzi del petrolio. Fino a quel momento però, il livello rimarrà molto basso o negativo:
"l’inflazione nella zona euro rimarrà molto bassa o negativa nei prossimi mesi perché la recente caduta dei prezzi del petrolio continuerà a influenzare i dati fino a fine anno, comunque i tassi di inflazione sono attesi cominciare ad aumentare gradualmente verso la fine dell’anno".
Draghi: quantitative easing
Parlando del Quantitative Easing, Mario Draghi ha smentito qualsiasi difficoltà nel programma di acquisto di titoli derivante dalla carenza di bond eleggibili. Attualmente infatti «non vediamo segni che non vi siano titoli di Stato a sufficienza per effettuare i nostri acquisti». Anzi, a due settimane dall’avvio del Qe la Bce ha incrementato gli acquisti di titoli portandoli a 16,549 miliardi di euro contro i 9,75 miliardi della prima settimana.
Tutto procede dunque come previsto e lo shopping da 60 miliardi di euro al mese continua. Il Governatore però avverte:
«I risultati positivi del nostro programma di acquisto non devono distrarre altri dal dare il loro contributo. Sono necessarie politiche di bilancio per sostenere la ripresa, assicurando la sostenibilità del debito, la piena e coerente attuazione del Patto di stabilità, chiave per la fiducia, e le riforme strutturali».
In altre parole, i Governi devono continuare sulla strada delle riforme, perché, come affermato più volte in precedenza, il QE da solo non basta per risollevare le sorti dell’Eurozona.
Gli effetti del Quantitative easing stanno già avendo ripercussioni sui mercati: i rendimenti bund tedeschi decennali sono precipitati al minimo storico; venerdì scorso sono scivolati allo 0,17%, un livello senza precedenti.
Il numero uno dell’Eurotower ha inoltre puntualizzato che i bassi costi di finanziamento stanno dando gli effetti desiderati, influenzando il costo di accesso al credito per le famiglie e le aziende, e che contestualmente la domanda per il credito sta rialzando la testa.
Draghi: Grecia
Uno degli argomenti più discussi nel corso dell’audizione è stata ovviamente la crisi greca. Il presidente della BCE si dice "fiducioso" sul fatto che le trattative tra le due fazioni "con la buona volontà produrranno il risultato di ricreare fiducia", ma le autorità elleniche dovranno «onorare pienamente gli obblighi derivanti dal debito con tutti i creditori». Inoltre:
E’ necessario ristabilire un dialogo tra il Governo greco e le istituzioni in modo da avere una prospettiva credibile per il positivo completamento della review"
Sull’esclusione della Grecia dal Quantitative Easing, Draghi ha sottolineato che:
"non vediamo segnali che possano indicare che non vi siano titoli di Stato a sufficienza per effettuare i nostri acquisti".
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