Dove investono gli italiani? Il sondaggio

Flavia Provenzani

10/10/2019

10/10/2019 - 17:18

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Dove preferiscono investire gli italiani? Quali strumenti di investimento sono i prescelti nella gestione del risparmio? Il sondaggio di Money.it.

Dove investono gli italiani? Il sondaggio

Dove preferiscono investire gli italiani? Una domanda, questa, per comprendere quali siano gli strumenti maggiormente scelti dai risparmiatori del Belpaese a tema investimenti.

Ogni buon esperto in materia consiglia di dedicare una parte delle proprie entrate mensili alla gestione del risparmio. Anche se l’educazione finanziaria è ben lontana dall’essere una materia accolta e ampiamente percepiti dagli italiani, non sono pochi quelli che decidono di investire parte dei propri risparmi al fine di aumentarne il capitale.

Non tutti gli italiani compiono le stesse scelte di investimento, soprattutto a causa dei diversi profili di rischio, capitali disponibili e obiettivi di breve, medio e lungo termine. È assai diverso investire custodendo i propri soldi su un conto deposito, piuttosto che puntare sulla pensione integrativa scegliendo un fondo pensione. Un conto è investire in CFD, futures e opzioni, un altro è rivolgersi agli strumenti di risparmio postale.

Ma dove preferiscono investire gli italiani? Money.it rivolge la domanda direttamente ai suoi lettori:

Dove preferisci investire al momento? O, in alternativa, dove investiresti se ne avessi l’opportunità?

Per rispondere al sondaggio, clicca sull’immagine che precede l’opzione prescelta.

Investire nell’immobiliare

Investire nel mercato immobiliare, nello specifico in quello residenziale, è una scelta che ha permesso di osservare un aumento dei rendimenti negli ultimi 12 mesi (+6,6% dal +5,9% dell’anno precedente).

Come specificato nella guida «Investire nel mattone conviene?», questo tipo di decisione ha garantito, nell’ipotesi peggiore, un rendimento di quattro volte superiore rispetto a quello dei BTp decennali.

Investire in obbligazioni e titoli di Stato

Le obbligazioni sono titoli di debito, strumenti tramite i quali il soggetto emittente si finanzia sul mercato. Se questo è un Paese, si tratta di titoli di Stato, che possono rispondere a diverse tipologie e duration. Se invece è una società ad emetterli, si parla di corporate bond.

Investire in titoli di Stato o obbligazioni è considerata nel settore una scelta relativamente “sicura”, poiché viene garantito il rimborso del capitale prestato dal creditore a scadenza.

Investire nel mercato azionario


Investire in azioni: una scelta assai speculativa se rivolta alla compravendita di titoli nel breve e brevissimo tempo, o una scelta saggia, se fatta con ottica di lungo termine, anche considerati eventuali stacchi di dividendi previsti. Una cosa è certa: in un buon portafoglio investimenti è opportuna, tra le altre, anche la presenza di una componente azionaria.

Investire in fondi comuni di investimento

Il risparmiatore affida il proprio risparmio a operatori specializzati e questo viene custodito da una banca depositaria. Al contempo, nel caso in cui il fondo comune di investimento non riesca a performare, l’investitore si accolla in maniera proporzionale le perdite accumulate dalla gestione.

Si tratta di una cassa collettiva dove confluisce il risparmio di una pluralità di investitori privati, denaro che viene investito in valori mobiliari (titoli di Stato, obbligazioni, azioni ecc.) da società di gestione del risparmio (Sgr) iscritte ad un apposito Albo.

Investire in fondi pensione

Investire in un fondo pensione rientra nell’ambito della previdenza complementare e permette a chi ne usufruisce di poter integrare la propria pensione di vecchiaia.

Sempre più italiani, a causa delle misere prospettive misere per gli importi dei cedolini pensionistici emessi dallo Stato, stanno rivolgendo il proprio interesse verso tale strumento.

Investire nel risparmio postale


Nella particolare congiuntura economica che stiamo vivendo, gli investimenti postali rappresentano una possibile buona scelta per gli investitori che vogliono proteggere i loro risparmi e al contempo ottenere dei rendimenti sicuri e convenienti rispetto a molte delle altre offerte presenti sul mercato.

Investire in un conto deposito


Il conto deposito è un contratto bancario attraverso il quale il cliente affida i propri risparmi alla banca, che applica un tasso di interesse sulle somme depositate. Tale interesse per il risparmiatore rappresenta un guadagno anche se, al netto delle tasse, data l’offerta attuale risulta essere ben più basso di quello ottenibile tramite altri strumenti.

Investire in futures e opzioni

Per utilizzare questi strumenti occorre avere una conoscenza più approfondita dei mercati. I futures sono dei contratti derivati negoziati su mercati regolamentati mediante i quali acquirente e venditore si impegnano a scambiarsi una determinata quantità di una certa attività finanziaria o reale (detta attività sottostante) a un prezzo prefissato e con liquidazione differita a una data futura prestabilita. Per le opzioni, invece, non vi è alcun obbligo di scambio.

Investire in CFD e ETF


I CFD o Contract for Difference (letteralmente “contratti per differenza”) sono degli strumenti derivati utilizzati per scambiare altri asset finanziari, senza possederli realmente. Gli ETF, invece, sono fondi che replicano con la maggiore precisione possibile il loro benchmark, ovvero l’andamento di un titolo o paniere di titoli scelti in base ai criteri dichiarati nel prospetto informativo del soggetto finanziario che offre un ETF agli investitori.

Investire in oro fisico

Considerato uno dei beni rifugio per eccellenza, l’oro spende nello scenario degli investimenti. Comprare oro fisico vuol dire acquistare ed entrare in possesso di oro nelle sue due forme di investimento: monete e lingotti.
In entrambi i casi si parla di oro puro, ovvero di oro con 999,9 millesimi.
È possibile comprare oro fisico da investimento, esene IVA, attraverso banche o operatori professionali in oro.

Investire in criptovalute

Per investire in criptovalute bisogna correre dei rischi calcolati. Poiché la volatilità delle valute virtuali supera di gran lunga quella di qualsiasi altro asset, queste non possono essere definite un investimento “normale”.

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