Sul decreto fiscale l’accordo è arrivato: nessun condono penale né scudo fiscale. Un minicondono concesso solo sulle cartelle di Equitalia
Sul decreto fiscale c’è finalmente un accordo. Pace fatta tra Lega e Movimento 5 Stelle che sul giallo del condono trovano la quadra e parlano di misunderstanding.
Dopo le schermaglie dei giorni scorsi, torna il sorriso sui volti dei leader del Governo giallo verde che escludono una crisi politica.
Decreto fiscale, i termini dell’accordo
“Abbiamo approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva, abbiamo raggiunto un pieno accordo”.
Ha commentato il presidente Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa al termine del Cdm. Dal testo saranno eliminati lo scudo fiscale e il condono penale per il rientro dei capitali all’estero. Non contiene alcuna causa di non punibilità, resta invece il rapporto deficit-pil al 2,4%.
“La dichiarazione integrativa riguarda il 30% in più di quanto già dichiarato con il tetto di 100mila per anno d’imposta: no a scudi di sorta all’estero. Non c’è nessuna volontà di fare una patrimoniale”, ha detto ancora Conte.
Nel nuovo testo sono stati reinseriti alcuni punti del Contratto di Governo che nel decreto originario non c’erano più:
- recupero della Pace Fiscale,
- recupero del saldo,
- stralcio delle cartelle di Equitalia.
Dal testo, a scanso di equivoci, sono stati eliminati l’estensione della possibilità di effettuare una dichiarazione integrativa sulle imposte per gli immobili e sull’imposta sul valore delle attività finanziarie, all’estero. Si potranno invece sanare Irpef, Irap, ritenute e contributi con lo sconto, pagando il 20% anziché le relative aliquote (per l’Irpef, ad esempio, fino al 43%), mentre per l’Iva si dovrà calcolare l’aliquota media o comunque il 22%.
Si temono le reazioni dei mercati
Per tranquillizzare i mercati, Conte, Di Maio e Salvini hanno tutti ribadito la volontà di rimanere in Europa e nella zona euro. Nessuna intenzione di abbandonare l’Ue, anzi c’è una forte volontà di dialogo con i leader europei.
“La cosa più importante è spiegare la manovra ai nostri interlocutori europei: intendo incontrare Juncker. Stiamo varando il piano di riforme strutturali più grande nella storia d’Italia. Solo da queste avremo aumento del Pil dallo 0,5 allo 1,2 in più”, ha affermato il premier Conte escludendo di aver gonfiato i numeri.
La bollinatura del decreto fiscale, varato in Consiglio dei ministri, dovrebbe arrivare già nella giornata di domani e il testo dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì prossimo.
Intanto, il Governo andrà avanti nonostante le bocciature delle agenzie di rating, dei commissari europei e delle incomprensioni interne.
“Siamo qui per rispondere ai problemi degli italiani, non per far saltare i governi né per farci impaurire dalle agenzie di rating che in passato hanno clamorosamente dimostrato di fallire i loro giudizi come falliranno questa volta”,
ha commentato Matteo Salvini che, continua a rassicurare: “andremo avanti. La nostra è una buona manovra”.
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