Cosa succede se non pago il Canone Rai?

Simone Micocci

12 Dicembre 2017 - 09:10

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Per chi non paga il Canone Rai è prevista una sanzione che va dai 200€ ai 600€. Pene ben più gravi per chi evade l’abbonamento sulla TV dichiarando il falso.

Cosa succede se non pago il Canone Rai?

Cosa rischia chi non paga il Canone Rai?

Il Canone Rai prima della Legge di Bilancio 2016 che ha introdotto il pagamento con la bolletta elettrica era una delle tasse più evase dagli italiani. Basti pensare che lo Stato con questa mossa ha recuperato 420 milioni di euro, mentre la percentuale di coloro che non pagano il Canone Rai si è ridotta al 10%.

Con la Legge di Bilancio del 2016 che ha modificato le norme per il pagamento dell’abbonamento alla televisione, sono cambiate anche le sanzioni per chi decide di non pagare il Canone Rai. Trattandosi di una tassa sul possesso della televisione, infatti, non è possibile non pagare quanto dovuto a meno che, appunto, non si detenga alcun apparecchio televisivo in casa.

In tal caso è possibile chiedere l’esenzione del Canone Rai 2018 entro i termini prestabiliti, compilando il modello messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Con questo modulo l’utente dichiara che pur essendo titolare di un’utenza elettrica non possiede un apparecchio TV in casa e di conseguenza non è dovuto al pagamento. Tuttavia è bene prestare molta attenzione a ciò che si dichiara, perché in caso di falsa dichiarazione le sanzioni sono persino più severe rispetto a quelle previste per chi evade il Canone della TV.

Facciamo chiarezza quindi su cosa succede a chi non paga il canone RAI a seconda dei casi.

Cosa succede se si evade il Canone Rai?

Dal 2016 il pagamento del Canone Rai avviene con la bolletta elettrica, quindi evaderlo è quasi impossibile. L’unico modo è quello di pagare solo il costo dell’utenza elettrica (a tal proposito ricordiamo che anche le bollette della luce dal 1°gennaio 2018 cambieranno) ma in tal caso per l’Agenzia delle Entrate sarà molto semplice accorgersi del mancato pagamento.

La Legge di Stabilità del 2016 con la quale sono state cambiate le norme sull’abbonamento televisivo ha introdotto per gli evasori le seguenti sanzioni:

  • pagamento di tutti gli arretrati del Canone (solamente quelli per i quali sussiste la prova dell’evasione, entro il termine della prescrizione di 10 anni);
  • saldo degli eventuali interessi;
  • sanzione che va dai 200€ fino ad un massimo di 600€.

Per non rischiare di pagare una multa salata, quindi, è consigliato pagare quanto dovuto. D’altronde l’importo del Canone Rai è stato ridotto a 90€ annui, pagabili in 10 rate da 9€, una cifra facilmente ammortizzabile.

Cosa succede a chi dichiara il falso per non pagare il Canone?

Un altro modo per non pagare il Canone Rai è quello di compilare il modello per l’esenzione messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate dichiarando di non essere detentori di un apparecchio televisivo.

Ci sono casi però in cui la dichiarazione di non detenzione non corrisponde alla realtà; alcune persone infatti che preferiscono dichiarare il falso piuttosto che pagare quanto dovuto per l’abbonamento alla televisione.

Per verificare un’eventuale falsa autocertificazione, l’Agenzia delle Entrate ha a disposizione tutti i dati dell’anagrafe tributaria, più quelli in possesso dell’Autorità per l’energia elettrica, gas e sistema idrico, Ministero dell’Interno, Comuni e altri soggetti pubblici o privati.

Se dall’accertamento incrociato dei dati si deduce che in realtà l’utente è in possesso dell’apparecchio TV, le autorità possono chiedere il controllo da parte della Guardia di Finanza la quale avrà il compito di verificare l’effettivo possesso della TV recandosi a casa dell’utente sospettato di evasione. Solo quest’ultimo controllo, infatti, può far scattare il presupposto di imposta e di conseguenza l’evasione fiscale.

In tal caso l’utente non solo dovrà pagare il Canone Rai compreso di arretrati, tenendo conto delle sanzioni sopraccitate, ma sarà persino colpevole del reato di falsa dichiarazione. Per il reato di falso in atto pubblico, disciplinato dall’articolo 495 del Codice Penale, è prevista la reclusione di almeno 2 anni (fino ad un massimo di sei).

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