Cosa si potrà fare senza green pass: le previsioni per l’inverno

Simone Micocci

10/09/2021

10/09/2021 - 16:43

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Cosa succede se in inverno aumentano di nuovo i contagi? Fonti governative assicurano: restrizioni solo per chi è senza green pass.

Cosa si potrà fare senza green pass: le previsioni per l’inverno

Prepariamoci a un periodo in cui il green pass sarà richiesto in molte più circostanze rispetto a quelle attuali. D’altronde lo ha anticipato Mario Draghi al termine della riunione dell’ultimo Consiglio dei Ministri - dove è stato approvato il decreto che introduce nuove regole per scuole e RSA - spiegando che “nuovi obblighi per il green pass sono in arrivo”.

Una sorta di avvertimento alla Lega, con Matteo Salvini che in questi giorni ha provato a rallentare il processo di estensione degli obblighi del green pass.

Parimenti, il Governo prenderà in considerazione l’introduzione di nuovi obblighi vaccinali, allargando le categorie per cui non basta avere il green pass: oggi è così per gli operatori sanitari, ai quali con il nuovo decreto del 9 settembre si aggiungono anche lavoratori interni ed esterni alle RSA.

Quello che molti si chiedono, specialmente coloro che non vorrebbero vaccinarsi, è dove porterà questo percorso. Se in queste settimane abbiamo più volte affrontato il problema di cosa non si può fare senza green pass, in questo articolo vogliamo - analizzando tutte le ultime indiscrezioni a riguardo, nonché guardando alle decisioni prese negli scorsi inverni - fare chiarezza su quali potrebbero essere gli ambiti che verranno lasciati liberi dall’obbligo della certificazione verde.

Green pass: nuovi obblighi in arrivo

La strada che il Governo percorrerà, qualora in autunno e inverno dovesse esserci una ripresa considerevole dei contagi, sembra essere chiara da tempo. D’altronde, come spiegato da fonti governative, il green pass è uno strumento che permetterà di tenere aperte tutte quelle attività che negli ultimi inverni sono state chiuse, ma ovviamente offrendo i loro servizi alle sole persone in possesso della certificazione verde.

Oggi vale, come noto, per andare in palestra o anche per spostarsi con mezzi pubblici a lunga percorrenza, come pure per mangiare - al chiuso - al ristorante. E ancora, il green pass è diventato obbligatorio non solo per lavorare nella scuola, ma anche solo per entrarci (con la sola eccezione degli studenti). Da qui l’obbligo per i genitori.

Ma è solo l’inizio: perché con l’arrivo dell’autunno e il rischio di una nuova impennata dei contagi, gli ambiti in cui il green pass sarà obbligatorio sono destinati ad aumentare. Ovviamente si procederà per step: non è possibile, dunque, fare una previsione oggi visto che tutto dipenderà dall’andamento della pandemia.

Possiamo però immaginare quali saranno i primi settori coinvolti, nonché quali invece potrebbero essere le attività che resteranno esenti dall’obbligo del green pass.

Green pass obbligatorio: i prossimi settori coinvolti

Mario Draghi ha anticipato che presto ci saranno nuovi obblighi per il green pass.

Tuttavia, non dovrebbe esserci una variazione dei servizi per i quali la certificazione verde è richiesta: nel prossimo decreto, infatti, si toccherà molto probabilmente solamente la sfera lavorativa, allargando i settori in cui la certificazione è richiesta per lavorare.

Nel dettaglio, con il prossimo decreto - per il quale non c’è ancora una data - si andrà a intervenire su uno dei più grandi paradossi della certificazione: il fatto che questa è richiesta per accedere ad alcuni servizi, ma allo stesso tempo non è necessario che chi vi lavora ne sia in possesso. Pensiamo, ad esempio, a camerieri e baristi, come pure a chi lavora in palestra.

A essere coinvolti nelle nuove regole, quindi, dovrebbero essere:

  • camerieri;
  • baristi;
  • istruttori di palestre e piscine;
  • bigliettai dei cinema e teatri;
  • autisti e personale a bordo di mezzi pubblici di trasporto.

Questi potrebbero essere i primi lavoratori coinvolti, ma in un secondo momento l’obbligo potrebbe essere esteso anche a tutti i dipendenti pubblici, come pure al settore privato con l’obbligo anche in azienda.

A seconda di come evolverà la pandemia, dunque, la certificazione verde sarà richiesta sempre in più ambiti lavorativi. E per chi è senza green pass lavorare - come pure trovare un nuovo impiego - potrebbe essere sempre più complicato.

Green pass obbligatorio: quali settori ne saranno esenti?

Per il momento, sono poche le attività che non si possono fare senza green pass. Non si può andare in palestra o in piscina (al chiuso), o mangiare al chiuso al ristorante. Non si può prendere parte a eventi come matrimoni, né tantomeno a spettacoli.

Salvo i pochi casi in cui il green pass è obbligatorio, però, non ci sono altre limitazioni.

Qualora la pandemia dovesse richiedere un intervento dello Stato per imporre nuove limitazioni, però, chi è senza green pass rischia di assistere a una netta riduzione di ciò che si può fare senza certificazione.

Progressivamente, infatti, il green pass potrebbe diventare obbligatorio per tutte quelle attività considerate più a rischio. Ecco dunque che la certificazione sarebbe necessaria anche per mangiare fuori al ristorante, come pure per una rapida consumazione al bar. E ancora: ci potrebbe essere un’estensione del green pass per gli sport di gruppo all’aperto, con l’obbligo quindi per le partite di calcetto e padel. E si parla anche dell’obbligo del green pass sullo skipass, così da salvare la stagione invernale.

Altro settore dove potrebbe “sbarcare” il green pass è quello della cura della persona: parrucchieri e centri estetici - che durante il primo lockdown hanno dovuto sospendere la loro attività in quanto considerata “ad alto rischio” - potrebbero restare aperti ma solo per chi è in regola con la certificazione.

Un percorso che ribadiamo sarebbe progressivo e andrebbe pari passo a un eventuale aumento dei contagi. Per evitare un lockdown generalizzato, dunque, verrebbero pian piano introdotte restrizioni solo per chi è senza green pass.

Nessuna certezza ovviamente, ma questo è quanto la maggior parte degli esponenti politici sostiene da settimane.

Quali potrebbero essere gli ambiti che resterebbero esenti dalla certificazione? Molto probabilmente le scuole, per gli studenti ovviamente: anche per coloro che si trovano nella fascia di età “vaccinabile”. E non ci dovrebbero neppure essere limitazioni sugli spostamenti in autonomia, almeno per quelli all’interno della regione.

E ancora tutte quelle attività essenziali: dalla spesa al supermercato alle farmacie, insomma tutti quei settori che sono rimasti aperti anche durante il lockdown.

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