Contratto di solidarietà: cos’è e come funziona? La guida

Teresa Maddonni

21 Maggio 2021 - 18:08

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Contratto di solidarietà: l’ammortizzatore sociale viene rifinanziato con il decreto Sostegni bis al fine di sostenere i livelli occupazionali delle aziende. Vediamo cos’è e come funziona, con le ultime novità, nella nostra guida.

Contratto di solidarietà: cos’è e come funziona? La guida

Contratto di solidarietà: cos’è e come funziona? Il contratto di solidarietà, come vedremo nella nostra guida, è un ammortizzatore sociale di lunga tradizione che viene rinnovato con il decreto Sostegni bis per le imprese al fine di evitare i licenziamenti e superare così la fine del blocco dovuto all’emergenza.

Il contratto di solidarietà è una delle misure cardine del nuovo decreto del governo, insieme alla modifica del contratto di espansione e al nuovo contratto di rioccupazione, e concede alle aziende la possibilità di accedere alla cassa integrazione guadagni straordinaria previa accordo collettivo aziendale.

Vediamo allora nel dettagli cos’è e come funziona il contratto di solidarietà, costi, vantaggi e svantaggi.

Contratto di solidarietà: cos’è

Il contratto di solidarietà è, come abbiamo detto, un ammortizzatore sociale pensato per aiutare le imprese in difficoltà e nel dettaglio per il 2021 il decreto Sostegni bis prevede un suo potenziamento proprio per superare la fine del blocco dei licenziamenti.

Uno degli scopi principali del contratto di solidarietà infatti è evitare licenziamenti in caso di crisi aziendale mediante la riduzione delle ore di lavoro e della retribuzione dei lavoratori.

Nel caso del contratto di solidarietà così definito dal nuovo decreto del governo ci troviamo di fronte a quello di tipo difensivo per le aziende che hanno accesso alla CIGS.

In realtà il contratto di solidarietà nasce con due differenti finalità:

  • evitare licenziamenti in caso di crisi aziendale e quindi evitare la riduzione del personale (contratti di solidarietà difensivi, art. 1 legge 863/84);
  • favorire nuove assunzioni attraverso una contestuale e programmata riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione (contratti di solidarietà espansivi art. 2 legge 863/84. Tale tipologia contrattuale ha avuto scarsa applicazione).

I contratti di solidarietà difensivi si dividono poi in due tipologie, A e B di cui la seconda è stata abrogata. Nel caso del contratto di solidarietà difensivo di tipo A questo si applica per le aziende rientranti nel campo di applicazione della disciplina in materia di cassa integrazione straordinaria (art. 1 legge n. 863/84). La disciplina è stata tuttavia riformata con il Jobs Act e in particolare con il decreto n.148/2015 cui lo stesso Sostegni bis si richiama derogando ad alcune sue peculiarità.

Il contratto di solidarietà si concretizza in un accordo collettivo aziendale che prevede la riduzione delle ore di lavoro e della retribuzione dei dipendenti.

Contratto di solidarietà: come funziona

Vediamo ora il contratto di solidarietà come funziona con quanto previsto dal decreto Sostegni bis per il 2021. Il decreto infatti stabilisce che le imprese che nel primo semestre 2021 hanno subito un calo del fatturato del 50% rispetto al primo semestre dell’anno 2019 possono presentare domanda di cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga alle disposizioni di cui agli articoli 4 e 21 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 (Jobs Act di cui abbiamo detto sopra) per una durata massima di 26 settimane nel periodo tra la data di entrata in vigore del decreto e il 31 dicembre 2021.

Il datore di lavoro tuttavia, per accedere alla CIGS, deve stipulare un accordo collettivo aziendale di riduzione dell’attività lavorativa dei lavoratori in forza alla data di entrata in vigore del decreto finalizzato al mantenimento dei livelli occupazionali nella fase di ripresa delle attività dopo l’emergenza epidemiologica.

Con il contratto di solidarietà così rivisto per il 2021 si stabilisce che:

  • la riduzione media oraria non può essere superiore all’80% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati dall’accordo collettivo;
  • per ciascun lavoratore inoltre la percentuale di riduzione complessiva dell’orario di lavoro non può essere superiore al 90% nell’arco dell’intero periodo per il quale l’accordo collettivo è stipulato.

Il contratto di solidarietà così definito spetta ai datori di lavoro che si trovano nella condizione del calo di fatturato di cui abbiamo detto sopra, ma la nuova norma si riferisce a coloro che sono nelle condizioni di cui all’articolo 8 comma 1 del decreto n.41 del 22 marzo 2021 (decreto Sostegni) e vale a dire ai datori di lavoro privati che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Con il contratto di solidarietà introdotto così per il 2021 per le aziende in difficoltà i costi sono limitati per il datore di lavoro che non deve alcun contributo addizionale.

Lo scopo del contratto di solidarietà è quello di portare vantaggi alle aziende al fine di evitare che procedano alla chiusura o ai licenziamenti. Solo i prossimi mesi potranno dare contezza dell’effettiva efficacia del contratto di solidarietà per superare il blocco dei licenziamenti e la crisi in atto.

Contratto di solidarietà: quanto spetta in busta paga?

Ma quanto spetta in busta paga con il contratto di solidarietà? A definirlo ancora una volta, con la nuova modifica in atto, il decreto Sostegni bis che stabilisce come ai lavoratori impiegati a orario ridotto è riconosciuto invece un trattamento speciale di integrazione salariale pari al 70% della retribuzione globale che sarebbe loro spettata per le ore di lavoro non prestate.

Il decreto stabilisce in questo caso, per la retribuzione dei lavoratori sottoposti al contratto di solidarietà e quindi alla CIGS, che non trovano applicazione i limiti di importo previsti dall’articolo 3, comma 5 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, e la relativa contribuzione figurativa, vale a dire che non trovano applicazione i massimali stabiliti ogni anno per i trattamenti d’integrazione salariale.

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