Il prossimo arrivo del QE a scatenato nuovi dibattiti: come verrà attuato, con quale ammontare e misura e come dividere fra gli Stati membri il Quantitative Easing? Ecco la soluzione più auspicabile.
Ormai è chiaro. Il Quantitative Easing (QE) è inevitabile: l’euro non andava così male da 9 anni e tra il disordine in Grecia e il forte dollaro statunitense il QE diventerà presto realtà.
Il problema a questo punto è: come verrà attuato il QE?
Naturalmente, l’oggetto dovrà essere il debito pubblico, ma il grande oggetto di discussione in questo momento è un altro. Il problema è, infatti, l’ammontare, l’entità e la misura del QE.
Si parla di mille miliardi, importo minimo che può essere realizzato inizialmente, ma si dovrà effettuare e stabilire un importo fisso mensile fino a che non venga raggiunto l’obiettivo di politica monetaria prefissato dalla BCE.
Un’altra questione problematica, e ancor più delicata, è: come dividere fra gli Stati membri il QE?
Si discute delle quote della BCE, dell’ammontare del debito pubblico di ogni Paese o del rating dello stesso.
Nessuno coglie il vero problema, si deve acquistare solo debito dei paesi euro.
Per la divisione del QE si dovrà prendere in considerazione il Pil di ogni Paese.
Infatti, se si acquista titoli pari al 10% del Pil di ogni paese euro, verrebbe effettuata la divisione più equilibrata e corretta possibile.
Alla fine il QE, oltre che uno strumento di politica monetaria adottato dalla BCE per combattere la deflazione e per attuare una politica valutaria, è anche uno strumento utile a riequilibrare il debito. Si alleggerirà il problema del debito pubblico di ogni Paese e se si ammette il rapporto debito/Pil al 60%, non potrà che essere questa misura per suddividere il QE fra i singoli Paesi.
L’annuncio relativo all’arrivo del Quantitative Easing ha suscitato effetti positivi, ma sta per iniziare una vera e proprio guerra valutaria, certo non per sola colpa della BCE.
La BCE è l’ultima istituzione bancaria che adotterà tale strumento, quindi non critichiamolo, è l’unica salvezza per l’euro, a patto che sia un QE deciso e senza condizioni, altrimenti lo strumento porterà più danni di quanti già non ce ne siano.
L’opinione espressa dal redattore dell’articolo è strettamente personale.
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