Esame avvocato 2019: codici ammessi e consigliati per la prova scritta

Isabella Policarpio

26/11/2019

10/12/2019 - 08:54

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Ultima chance per utilizzare i codici commentati all’esame di avvocato, dal prossimo anno scatta il divieto. Ammessi i codici annotati con la giurisprudenza; ecco quelli consigliati dagli avvocati.

Esame avvocato 2019: codici ammessi e consigliati per la prova scritta

Per l’ultima volta si potranno utilizzare i codici commentati alle prove scritte dell’esame di avvocato 2019. I candidati di questa edizione possono considerarsi fortunati perché dal prossimo anno i codici con le annotazioni della giurisprudenza saranno banditi, pena l’esclusione dalla prova scritta.

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L’eliminazione dei codici commentati è solo una delle tante modifiche all’esame di avvocato che entreranno in vigore nel 2020, insieme alla riduzione del tempo di svolgimento e al punteggio minimo per passare all’orale. Lo prevede il decreto legge numero 91 del 2018 che, dopo due proroghe, entrerà in vigore a partire dall’edizione del prossimo anno, quando cambieranno le modalità di svolgimento sia della prova scritta che di quella orale.

Dunque, quali sono i codici accettati per quest’anno e quali sono quelli consigliati? In questo articolo vedremo i codici preferiti dagli avvocati e qualche consiglio per orientarsi nella scelta.

Se hai dubbi su cosa è possibile portare alle prove scritte e cosa invece è vietato consulta la nostra guida Prove scritte esame avvocato: cosa si può portare e cosa è vietato

Esame avvocato 2019, quali codici sono ammessi?

La prova scritta dell’esame di avvocato 2019 è alle porte: 10, 11 e 12 dicembre 2019 per il parere di diritto civile, il parere di diritto penale e la redazione di un atto giudiziario a scelta tra civile, penale e amministrativo. Una domanda nasce spontanea: quali codici sono ammessi?

Avvalersi del codice giusto è una scelta determinante poiché se la commissione scopre qualche irregolarità il candidato può essere escluso dalla prova.

Facciamo subito chiarezza. L’esame avvocato 2019 sarà l’ultima volta in cui ci si potrà avvalere del prezioso ausilio dei codici annotati con giurisprudenza, leggi e decreti legge. La riforma entrerà in vigore a pieno regime nel 2020 (a meno che non venga prorogata di nuovo). Questo significa che alla prossima edizione dell’esame di avvocato i candidati potranno portare alla prova scritta solo i codi “puri”, senza commenti e annotazioni. Questi contengono unicamente le pronunce di incostituzionalità, le riforme e le modifiche di legge.

Non cambia invece il divieto di portare all’esame strumenti informatici di ogni tipo (tablet, smartphone, ecc.), carta per la brutta copia, libri e appunti di ogni genere, pena l’esclusione dalla prova.

Leggi anche Superare esame avvocato 2019: come prepararsi in 10 mosse

Perché eliminare i codici commentati?

Come abbiamo visto, l’edizione del 2019 dell’esame di avvocato sarà l’ultima chance per avvalersi dei codici con le annotazioni della giurisprudenza. In molti però si chiedono per quale motivo dal prossimo anno saranno vietati; le opinioni sul tema infatti sono contrastanti.

Da una parte c’è chi difende il codice commentato ritenendo che le annotazioni della giurisprudenza sono una guida e non una sostituzione del ragionamento del candidato e che, in ogni caso, sarebbe impossibile ricordare le pronunce di rilievo di tutti gli argomenti di civile e di penale. Pertanto è irragionevole eliminarli.

Dall’altro lato, invece, chi ne sostiene l’abolizione ritiene che la risoluzione della traccia d’esame debba essere interamente frutto del ragionamento e delle conoscenze del partecipante, il quale deve avere come unico riferimento le norme del codice civile e penale nella loro purezza e integrità.

Inutile dire che gli aspiranti avvocato sono assolutamente contrari all’eliminazione dei codici commentati, cosa che andrebbe a rendere ancor più difficile lo svolgimento delle tre prove.

Codici commentati, quali sono i più utilizzati?

Scegliere quale codice utilizzare durante le prove scritte non è cosa da poco, per questo bisogna valutare con ponderazione a quale affidarsi. I codici inoltre hanno un prezzo piuttosto alto, quindi per evitare sprechi serve fare attenzione.

In testa alla classifica dei codici commentati preferiti dai praticanti avvocato ci sono queste tre case editrici: Giuffrè, Cedam e Nel Diritto, per chiarezza espositiva, completezza del testo e praticità nella consultazione.

Molti candidati inoltre preferiscono avvalersi di più di un codice, in modo da poter avere un quadro della situazione giuridica sul tema ancora più ampio.

Le nostre indicazioni illustrano semplicemente quali sono statisticamente i codici annotati più venduti e utilizzati dagli aspiranti avvocato, ma non vogliono di certo sostituirsi ai gusti dei candidati. Si tratta infatti di una scelta personalissima poiché ogni codice ha le sue sfumature.

Tuttavia si consiglia sempre di affidarsi a case editrici rinomate e accertarsi che l’edizione sia aggiornata, altrimenti si rischia di non avere le annotazioni della giurisprudenza più recente.

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