CasaPound elezioni politiche 2018: sondaggi, può entrare in Parlamento?

Alessandro Cipolla

16/02/2018

18/02/2018 - 10:22

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CasaPound si prepara alle elezioni politiche 2018: vedendo i sondaggi, può riuscire a entrare in Parlamento dopo i buoni risultati delle amministrative?

CasaPound elezioni politiche 2018: sondaggi, può entrare in Parlamento?

Scalda i motori CasaPound in vista delle elezioni politiche del 4 marzo: presentate liste in ogni collegio dello stivale con Simone Di Stefano che sarà il candidato premier.

Riuscirà dunque CasaPound a entrare in Parlamento alle prossime elezioni politiche? Questa è la domanda che serpeggia dopo i buoni risultati ottenuti alle ultime amministrative, ma i sondaggi anche se lusinghieri vedono la tartaruga frecciata ancora lontana dal superamento della soglia di sbarramento.

Come si presenta CasaPound

In Italia sembrerebbe essere tornato a spirare il vento della destra, aizzato dal problema dei migranti e dal malcontento generale verso una classe politica vista sempre più come autoreferenziale e lontana dai problemi reali dei cittadini.

La crescita di CasaPound è uno dei dati ineccepibili usciti fuori dalle consultazioni locali di giugno, ma la crescita del movimento era percepibile anche attraverso l’aumento della loro popolarità sui social network. L’affermazione poi alcuni mesi dopo a Ostia ha confermato che ormai siamo di fronte a una realtà politica del nostro paese.

Oltre alle elezioni politiche, sarà interessante vedere anche come si comporterà il partito alle elezioni regionali nel Lazio che si terranno sempre il 4 marzo. Per l’occasione, il candidato sarà Mauro Antonini attuale coordinatore regionale di CPI.

Tornando alle politiche, se si guarda alla nuova legge elettorale presentandosi da soli i “fascisti del terzo millennio” dovranno superare la soglia di sbarramento del 3%. Molto improbabile una loro possibile confluenza nella coalizione di centrodestra o l’unione in un’unica lista con altre forze politiche di destra.

L’estrema destra di CasaPound può quindi ambire alle prossime elezioni a sbarcare in Parlamento? Difficile ma non impossibile, anche se il candidato premier Simone Di Stefano si dice fiducioso a riguardo.

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I sondaggi

Dopo il risultato delle amministrative dello scorso anno Simone Di Stefano si è detto molto soddisfatto, dichiarando come per CasaPound fosse finito il tempo dello zero virgola e che l’obiettivo alle elezioni politiche sia quello del 3%. Stesso concetto è stato poi ribadito dopo il voto di Ostia.

Con la nuova legge elettorale appena approvata, il famoso e discusso Rosatellum-bis, rimane infatti la soglia di sbarramento a livello nazionale del 3% per le liste che non si presentano in coalizione.

Nel maggioritario poi, appare difficile anche un possibile successo in uno dei collegi uninominali. Se comunque uno dei candidati del movimento di destra dovesse essere il più votato e quindi vincere il seggio, questo sarebbe eletto a prescindere anche se il partito poi a livello nazionale non dovesse superare la soglia di sbarramento.

Vediamo allora i responsi dei vari sondaggi che si sono susseguiti in queste settimane, ricordando che come stabilisce la legge da sabato 17 febbraio non sarà più possibile divulgare nuove indagini.

15 febbraio - CasaPound in crescita

Prima dello stop ai sondaggi, l’ultima indagine svolta dall’istituto Bidimedia attesta CasaPound all’1,1%, in crescita quindi rispetto alla medesima rilevazione effettuata dieci giorni prima.

Il risultato alle elezioni del 4 marzo per Di Stefano e i suoi si prospetta essere buono ma non così tanto da permettere uno sbarco in Parlamento. A parlare però alla fine saranno come sempre le urne.

13 febbraio - sotto l’1%

Stima sotto l’1% per CasaPound secondo l’istituto Noto, che durante la trasmissione Carta Bianca ha indicato il movimento stabile allo 0,5% ampiamente sotto quindi l’obiettivo della soglia di sbarramento del 3%.

12 febbraio - CasaPound allo 0,6%

A pochi giorni dalla chiusura del tempo utile per realizzare e pubblicare sondaggi elettorali, l’istituto EMG Acqua di data 12 febbraio ha reso noto l’esito di un’indagine svolta sul voto.

  • Movimento 5 Stelle - 27,3% (+0,1%)
  • Partito Democratico - 22,8% (-0,2%)
  • Forza Italia - 16,1% (+0,3%)
  • Lega Nord - 13,9% (-0,4%)
  • Liberi e Uguali - 5,2% (-0,2%)
  • Fratelli d’Italia - 4,6% (/)
  • Noi con l’Italia - 2,8% (/)
  • Più Europa - 2,1% (+0,2%)
  • Lista Insieme - 1,6% (/)
  • Civica Popolare - 1% (/)
  • Potere al Popolo - 0,8% (/)
  • CasaPound - 0,6% (/)
  • SVP - 0,4% (/)
  • 10 Volte Meglio - 0,3% (/)
  • Altri - 0,5% (-1,5%)
  • Astenuti - 31,8% (-0,8%)
  • Indecisi - 12,6% (-0,1%)
  • Bianca - 2% (-0,1%)
5 febbraio - vicini all’1%

Un sondaggio pubblicato il 5 febbraio da Bidimedia invece attesta CasaPound allo 0,9%. Sempre lo stesso istituto, alcune settimane prima in data 15 gennaio attestava la tartaruga frecciata allo 0,6%.

Simone Di Stefano e i suoi quindi sarebbero cresciuti nelle ultime settimane arrivando secondo alcuni sondaggi vicino all’1%. Senza dubbio un buon risultato anche se la soglia di sbarramento rimane lontana.

Interessante poi leggere l’inchiesta de L’Espresso che, intervistando 1.500 neo maggiorenni, ha evidenziato come tra chi quindi si recherà alle urne per la prima volta quasi il 5% alle prossime elezioni voterà CasaPound. Un dato che evidenza il grande appeal del movimento all’interno delle scuole.

I risultati alle elezioni amministrative 2017

Le elezioni amministrative dello scorso giugno hanno sancito senza dubbio una sconfitta per quella che era la maggioranza di governo, che ha ceduto numerosi capoluoghi al centrodestra unito che ha fatto man bassa di comuni.

Oltre a questo nuovo vigore sfoggiato dalla triade Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, ha destato clamore anche il risultato ottenuto nei comuni dove si è presentato da parte di CasaPound.

Il partito in questione è un movimento di estrema destra, da molti bollato come fascista, nato ufficialmente nel 2008. Dopo aver presentato ed eletto alcuni suoi esponenti in alcune liste alle precedenti amminsitrative, ecco che dal 2013 invece CasaPound decide di presentarsi col proprio nome e simbolo.

Alle elezioni politiche del 2013 non va molto bene, con il partito che non va oltre lo 0,14%, ma negli ultimi anni si è verificato un continuo crescendo di voti. Dopo il primo consigliere comunale in un capoluogo eletto a Bolzano nel 2015, ecco che a giugno è arrivato una sorta di piccolo exploit.

Nei dieci comuni capoluogo dove CasaPound si è presentato, i risultati sono stati molto migliori rispetto a quelli delle tornate amministrative precedenti.

  • Cuneo - 1,15%
  • La Spezia - 1,15%
  • Padova - 0,33%
  • Verona - 1,02%
  • Parma - 1,79%
  • Lucca - 4,92%
  • Pistoia - 1,34%
  • Frosinone - 1,72%
  • L’Aquila - 0,96%
  • Lecce - 0,68%

Facendo una media quindi si può dire che CasaPound si è attestato nei comuni capoluogo all’1,5%, percentuale che aumenta quasi fino al 2% se consideriamo anche gli altri comuni.

A Todi per esempio il movimento ha preso il 5% eleggendo anche un consigliere. Quello che spicca però è naturalmente il dato di Lucca dove il candidato di CasaPound Fabio Barsanti, noto anche per essere un ultras della squadra di calcio della città, sommando le due liste a suo sostegno ha ottenuto in totale il 7,84%.

Se contiamo che poi a L’Aquila il nuovo sindaco di centrodestra Pierluigi Biondi in passato è stato un militante di CasaPound, ecco che allora è chiaro che da questo movimento di destra possono uscire fuori persone capaci di imporsi sul piano politico.

Il voto a Ostia

Quasi cinque mesi dopo il voto delle amministrative, ecco che le elezioni a Ostia del 5 novembre hanno visto di nuovo CasaPound sugli scudi. Già alla vigilia infatti il movimento veniva dato dai sondaggi come in grande ascesa.

Assieme alle immancabili polemiche, alla fine il candidato di CasaPound Luca Marsella ha ottenuto il 9,08% raccogliendo in totale circa 5.000 preferenze. Un ottimo risultato quindi che però non è valso l’approdo al ballottaggio.

Questo exploit a Ostia è arrivato dopo una campagna elettorale in pratica permanente. Negli ultimi due anni infatti il X Municipio della capitale è stato commissariato in quanto l’ex presidente è stato coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale.

Da allora CasaPound ha iniziato una martellante politica di presenza sul territorio e di iniziative, in un Municipio che conta tanti abitanti quanti una media provincia italiana e che da tempo sta vivendo un periodo di grande e inesorabile degrado.

Sui circa 185.000 aventi diritto, bisogna però considerare che alle urne si sono recati soltanto il 36,15% dei cittadini. Il 9 % preso da CasaPound quindi deve essere messo anche in relazione al forte astensionismo, ma senza dubbio rimane il dato politico di una forza in continua crescita.

Quali prospettive?

Al momento il superamento dell’asticella della soglia di sbarramento sembrerebbe non essere alla portata per CasaPound a causa di diversi motivi. Il primo è che per ovvie ragioni il voto nazionale è molto diverso da quello locale.

Anche se il movimento è dotato di una struttura capillare in Italia, molto presente soprattutto nelle scuole con il Blocco Studentesco, prendere il 3% a livello nazionale significherebbe riuscire a ottenere circa 1 milione di voti.

Ci sono poi anche altri fattori. Il mondo dell’estrema destra in Italia è molto frazionato. Oltre a CasaPound c’è il Polo Sovranista di Alemanno e Storace, Forza Nuova, Fiamma Tricolore e tutta una serie di altre sigle.

La concorrenza quindi non manca e in più alle politiche potrebbe scattare il meccanismo del voto utile, con molti militanti che potrebbero optare per dare la propria preferenza a Salvini o alla Meloni viste le loro concrete chance di poter governare il paese.

Anche se questa ipotesi è sempre stata esclusa da Di Stefano, l’unico modo per CasaPound di entrare in Parlamento sarebbe proprio quello di unirsi alla coalizione di centrodestra.

Andando invece da soli il 4 marzo, per CasaPound sarà difficile superare la soglia di sbarramento. Un buon risultato comunque, potrebbe aumentare consensi e visibilità a un movimento che ormai non è più di nicchia ma è diventato una realtà politica del nostro paese.

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