È arrivato il via libera della Corte dei Conti per il nuovo CCNL del comparto Istruzione e Ricerca. Domani la firma definitiva di Aran e sindacati; aumenti e arretrati attesi nella busta paga di maggio.
Il nuovo CCNL Scuola - per il quale l’accordo è stato firmato lo scorso 9 febbraio - ha ottenuto il via libera della Corte dei Conti.
L’organo di controllo della spesa pubblica ha quindi accertato la compatibilità economica delle novità normative introdotte dal nuovo contratto collettivo del comparto Istruzione e Ricerca e degli incrementi stipendiali previsti per insegnanti, personale ATA e ricercatori universitari.
Dopo il tanto atteso via libera della Corte dei Conti l’accordo sottoscritto da sindacati e Aran nei mesi scorsi può essere finalmente firmato definitivamente, così da completare l’iter legislativo previsto.
Solo allora NoiPA potrà aggiornare i propri sistemi di calcolo adeguando le tabelle stipendiali a quanto previsto dal nuovo contratto.
Si avvicina quindi il momento in cui insegnanti, personale ATA e tutti i dipendenti pubblici impiegati nel comparto Istruzione e Ricerca riceveranno gli aumenti stipendiali in busta paga nonché il tanto atteso assegno una tantum con gli arretrati per il biennio 2016/2017.
CCNL Scuola, via libera della Corte dei Conti: e adesso?
Dopo aver ricevuto l’ok della Corte dei Conti il nuovo CCNL del comparto Istruzione e Ricerca può essere firmato definitivamente dall’Aran e dai sindacati.
A tal proposito l’organo di rappresentanza della Pubblica Amministrazione ha dato appuntamento ai sindacati per la giornata di domani - giovedì 19 aprile - per la sottoscrizione definitiva dell’intesa raggiunta lo scorso febbraio (qui le novità del nuovo CCNL Scuola).
Tuttavia, come recentemente ribadito da NoiPA, per il completamento dell’iter legislativo bisognerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo contratto. Solo allora il portale potrà adeguare il sistema di calcolo del cedolino stipendiale introducendo le nuove retribuzioni tabellari indicate nel CCNL Scuola 2016/2019.
Salvo ulteriori ritardi è molto probabile che gli incrementi stipendiali del personale della Scuola e dell’Università vengano riconosciuti con la busta paga di maggio 2018.
Resta da capire, invece, cosa succederà per l’assegno con gli arretrati non riconosciuti per il biennio 2016/2017. Ai dipendenti del comparto centrale della Pubblica Amministrazione questo è stato pagato con un’emissione speciale del 1° marzo, mentre gli aumenti sono stati riconosciuti nel successivo cedolino stipendiale.
Andrà così anche per la Scuola? Dovremo attendere i prossimi giorni per scoprirlo, ma al momento l’ipotesi più probabile (visti anche i tempi a disposizione) è quella per cui l’assegno con gli arretrati sarà pagato in contemporanea con il cedolino stipendiale del prossimo mese.
La soddisfazione dei sindacati
Ricordiamo che l’accordo per il nuovo CCNL Scuola è stato firmato dai sindacati UIL, CISL e FLC-CGIL, mentre Gilda degli Insegnanti e Snals si sono rifiutati.
Come annunciato da Rino Di Meglio della Gilda Insegnanti, però, non è escluso che la loro firma possa arrivare nella giornata di giovedì 19 aprile; il sindacato infatti ha convocato il proprio esecutivo per domani in mattinata, così da prendere una decisione finale. Confermata invece la contrarietà dello Snals, il quale non sottoscriverà il nuovo CCNL del comparto Istruzione e Ricerca.
Ci sarà invece la firma del CISL Scuola poiché come dichiarato dalla sua segretaria generale - Maddalena Gissi - ciò “renderà immediatamente disponibili i benefici previsti”. Da qui poi si partirà per continuare il percorso “verso una valorizzazione adeguata di tutte le professionalità” dal momento che questo contratto scadrà alla fine del 2018.
Dello stesso parere Pino Turi - segretario generale della UIL - il quale non ha perso occasione per esprimere il proprio malcontento per gli “inaccettabili tempi di attesa per arrivare alla conclusione dell’iter di approvazione”.
Si unisce alla soddisfazione dei vari sindacati della scuola anche FLC CGIL, il quale ha ribadito che finalmente “si colma così un vuoto di cui hanno sofferto per lunghissimi anni i lavoratori dei settori Scuola, Università, Ricerca e AFAM”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA