Secondo gli specialisti della divisione asset management della banca d’affari francese, il prossimo anno le borse europee dovrebbero fare meglio di Wall Street
Il 2014 sta per andare in archivio con le quotazioni di borse e bond su valori record, gonfiate oltremodo dalle mosse di politica monetaria ultra-espansive messe in atto dalle grandi banche centrali negli ultimi anni per venir fuori definitivamente dalla grave crisi successiva al crack di Lehman Brothers nel 2008 e alla crisi dei mutui subprime.
In Europa l’indice di borsa di Francoforte ha aggiornato i massimi storici solo poco tempo fa, mentre a Wall Street non passa giorno che gli indici più importanti non tocchino nuovi record assoluti. Ma cosa accadrà nel 2015 alla luce delle prospettive macroeconomiche e dell’attività delle varie banche centrali? Riuscirà l’equity a continuare a regalare grosse soddisfazioni agli investitori?
Secondo Christian Dargnat, ceo di Bnp Paribas Asset Management, l’Europa può attrarre ancora i grandi investitori internazionali grazie alle aspettative di un imminente annuncio di misure straordinarie da parte della BCE per risollevare la fragile economia e l’asticella dell’inflazione dai valori correnti troppo vicini allo zero. Lo specialista sottolinea che la politica monetaria resterà molto accomodante nell’Eurozona, mentre negli Stati Uniti è attesa una stretta sui tassi.
Lo scorso ottobre la FED ha terminato il tapering e ora sta preparando il terreno a un graduale ritocco dei tassi di interesse verso l’alto dall’attuale range 0% - 0,25%. Molti analisti stimano il primo rialzo ai tassi intorno alla metà del 2015. In Eurolandia, invece, la BCE ha annunciato che amplierà il proprio bilancio di mille miliardi di euro, con l’intenzione di riportarlo vicino al picco di marzo 2012 (oltre 3mila miliardi).
L’Eurotower non dovrebbe fermarsi a una politica di credit easing e tassi a zero, bensì lanciare anche il quantitative easing acquistando il debito sovrano europeo. L’esperto di Bnp Paribas è convinto che la politica monetaria ultra-accomodante della BCE rispetto a quella della FED dovrebbe far sovraperformare le borse europee rispetto a Wall Street. Inoltre, dopo anni di austerità, la politica fiscale in Eurolandia dovrebbe diventare finalmente meno restrittiva.
Secondo Dargnat un altro elemento chiave in grado di favorire maggiormente le borse continentali piuttosto che quelle americane sarà l’euro debole. La banca d’affari francese stima un approdo a 1,15, o anche meno, con riflessi positivi sull’export delle aziende e di conseguenza sui profitti. Anche l’economia reale dovrebbe migliorare molto, grazie a una trasmissione del credito più efficiente dopo gli interventi della BCE, gli stress test e l’Asset quality review.
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